Dietro l’opera di Giuseppe Capaldo si nasconde una straordinaria storia d’amore: Ogni volta che veniva respinto, creava una canzone immortale.
LA CANZONE NAPOLETANA – Tu ca nun chiagne, la freddezza di una donna dispettosa
A quest’uomo innamorato sembra che anche la Montagna condivida il suo stato d’animo. Il profilo notturno del Monte Somma si staglia all’orizzonte come una persona stancamente adagiata alla luce di una pallida luna. Mentre soffre le sue pene d’amore, si perde con lo sguardo e sente tutta la natura che lo circonda partecipe della sua tristezza.
Anema e Core : emoziona anche i rivoluzionari russi
L’amore non è bello se non è litigarello canta Jimmy Fontana nel 1970. Il protagonista di Anema e core nel 1950, al contrario, pensa che usare parole aspre non è un ingrediente indispensabile per condire il vero l’amore. A tal proposito chiede alla sua amata di non usare parole sgradevoli per fargli dispetto. Non ha senso farlo tra due persone innamorate perdutamente e che si desiderano con tanto ardore.
Tammurriata nera – Miseria e mercato sfrenato del sesso
Gli alleati entrarono a Napoli il 1° ottobre ’43. Ma non in tempo per vedere i Tedeschi scappare. Infatti il giorno prima, ultimo delle Quattro giornate, il popolo napoletano li aveva cacciati. Napoli si era liberata grazie comunque agli alleati. Ma per la liberazione dell’intera penisola serviranno ancora 18 mesi. Il fatidico 25 aprile è ancora lontano.
‘Na sera ‘e maggio – Il primo amore non si scorda mai
’Na sera ’e maggio fu scritta nel 1938 da Gigi Pisano e musicata da Giuseppe Cioffi. Autori molto prolifici ma assolutamente nuovi a questo genere di canzoni. Infatti erano tra i massimi esponenti della canzone umoristica napoletana. Gigi Pisano aveva debuttato nel 1904 come comico nel café chantant.
Reginella, piccola sciantosa della Belle Epoque partenopea
Al Salone Margherita, così intitolato in onore della Regina, approdò in Italia il Cafè Chantant che con le sue ballerine di can can divenne il simbolo della Belle Èpoque partenopea. Il Salone Margerita era una trasposizione quasi perfetta di un locale di cafè chantant parigino. Persino i camerieri parlavano in francese e tutti gli artisti francesizzavano il proprio nome.
Te voglio bene assaje , storia di un tormentone
Esiste una piccola diatriba sulla progenitura della canzone napoletana d’autore. Secondo alcuni è Te voglio bene assaje. Ma secondo i più, Funiculì funiculà. Per logica questo dibattito non dovrebbe esistere. Te voglio bene assaje è del 1839, mentre Funiculì funiculà è del 1880, quindi è evidente quale sia nata prima.
Funiculì Funiculà, ‘fallisce’ lo scopo, trionfa alla Piedigrotta
Funiculì funiculà nata come una sorta di spot pubblicitario per invogliare i turisti ad utilizzare la funicolare per arrivare sul Vesuvio fu scritta, in un certo senso, da due “vacanzieri”. Infatti, sia Luigi Denza, che risiedeva a Londra per esercitare la sua professione di direttore d’orchestra e professore di canto, che Peppino Turco, giornalista napoletano, residente a Roma, erano entrambi in vacanza a Castellammare di Stabia.
Fenesta vascia, storia d’amore, di rabbia e di delusione
Fenesta vascia, almeno nella versione che è arrivata a noi, si deve alle ricerche di Guglielmo Cottrau sull’antico patrimonio musicale napoletano. Da queste ricerche provengono anche Fenesta ca lucive e Michelemmà. Cottrau, nato a Parigi nel 1797, arrivò a Napoli nel decennio di dominazione francese. Il padre rivestì importanti cariche sia con Giuseppe Bonaparte che con Gioacchino Murat.
Voce ’e notte, la serenata della perseveranza
Voce ’e notte non sarebbe mai stata pubblicata senza l’ostinazione del maestro Ernesto De Curtis che si innamorò di quei versi ma dovette faticare non poco per convincere Edoardo Nicolardi a farglieli musicare. Forse una riluttanza dovuta alla componente autobiografica che per qualche motivo voleva tenere solo per sé.
Torna a Surriento, la canzone nata due volte
La storia legata a quest’ultima è generalmente quella più conosciuta. Trova spunto nella visita alla Costiera sorrentina del Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli nel 1902. Sindaco di Sorrento era Guglielmo Tramontano, proprietario anche dell’omonimo Grand Hotel che ospitava due suoi amici: Giambattista ed Ernesto De Curtis.