di Antonio Esposito

Oggi vorrei parlarvi di due canzoni napoletane famose in Italia e all’estero ma appartenenti a due epoche distanti tra loro diversi decenni.
Si tratta di “Luna rossa” e “Napule e'”.
Luna Rossa
Vincenzo De Crescenzo e Antonio Vian nel 1950 compongono “Luna rossa” che viene presentata alla Festa di Piedigrotta che si tiene al teatro Augusteo di Napoli e cantata da Giorgio Consolini accompagnato dall’orchestra di Nello Segurini.
In poco tempo la canzone diviene molto popolare sia in Italia che all’estero e viene tradotta in varie lingue.
Sterminata e’ la lista di cantanti napoletani,italiani e stranieri che ne hanno dato una loro versione.
Tra i napoletani,senza far torto agli assenti,citiamo Sergio Bruni,Roberto Murolo,Massimo Ranieri e l’immancabile versione jazz di Carosone.Tra i non napoletani Claudio Villa,che ne fece un suo cavallo di battaglia,Luciano Tajoli e Renzo Arbore con L’orchestra Italiana.
Ma addirittura Frank Sinatra, Josephine Baker e Caetano Veloso hanno inciso questo splendido pezzo napoletano.
Il testo della canzone racconta di un uomo che vaga tristemente alle tre di notte sperando che la sua bella si affacci al balcone.Si rivolge alla luna che risponde”ca nun ce sta nisciune.”
La melodia,come quella di altre famose canzoni napoletane,e’ orecchiabile e si sposa bene con la parte letteraria.Alcuni passaggi del brano,sia musicali che del testo,sono entrati nel linguaggio e nelle espressioni comuni non solo del dialetto napoletano.
Napule e’
Facciamo un salto temporale in avanti e arriviamo alla fine degli anni ’70.
Si affaccia alla ribalta della musica leggera Pino daniele.
Nel suo album d’esordio “Terra mia”,compare una canzone che a distanza di tanti anni e’ ancora un simbolo della citta’ campana :”Napule e'”.
Una musica dolce e ben costruita su cui si appoggia un testo piuttosto amaro.Si parla delle contraddizioni,delle difficolta’ di questa citta’.Si parla anche di una certa rassegnazione e indifferenza che accompagna i napoletani nell’affrontare giornalmente questa situazione.
Pino Daniele ha riproposto questo brano piu’ volte nei suoi album nel corso della sua carriera.
La canzone napoletana grazie a questo interprete e grazie pure a questo brano e’ ancora presente su tutto il territorio nazionale.
Un piccolo capolavoro musicale da ascoltare ad occhi chiusi.
Le pagine di “La canzone napoletana”
- Anema e Core : emoziona anche i rivoluzionari russi
- Era de maggio, versione diurna di una serenata
- Fenesta ca lucive, strazianti versi d’amore
- Fenesta vascia, storia d’amore, di rabbia e di delusione
- Funiculì Funiculà, ‘fallisce’ lo scopo, trionfa alla Piedigrotta
- Il vecchio e il nuovo : Luna Rossa e Napule è
- Io te vurria vasà : la tristezza di un amore irraggiungibile
- Luna Rossa sulla fine di una storia d’amore
- Malafemmena
- Michelemmà – la tarantella dei misteri irrisolti
- Munastero ‘e Santa Chiara
- ‘Na sera ‘e maggio – Il primo amore non si scorda mai
- O paese do’ sole
- O’ Sarracino , sciupafemmine stregato da una rossa
- ‘O surdato ‘nnamurato – Una lettera per la pace
- Reginella, piccola sciantosa della Belle Epoque partenopea
- Tammurriata nera – Miseria e mercato sfrenato del sesso
- Te voglio bene assaje , storia di un tormentone
- Torna maggio, ma non basta a risvegliare l’amore
- LA CANZONE NAPOLETANA – Torna a Surriento, la canzone nata due volte
- LA CANZONE NAPOLETANA – Tu ca nun chiagne, la freddezza di una donna dispettosa
- LA CANZONE NAPOLETANA – Voce ’e notte, la serenata della perseveranza
- LA CANZONE NAPOLETANA – Lo guarracino, un pandemonio nella tranquillità del mare
- LA CANZONE NAPOLETANA – Marechiare, tutta la natura partecipa alla serenata
- LA CANZONE NAPOLETANA – Guapparia,con lo spirito della sceneggiata
- LA CANZONE NAPOLETANA – Core ‘ngrato , il tormento di un amore non ricambiato
- LA CANZONE NAPOLETANA – Maria Marì, la vana attesa di un gesto d’amore
- LA CANZONE NAPOLETANA – ‘O sole mio, la luce dalle nebbie dell’Ucraina
- LA CANZONE NAPOLETAN A – ‘A sunnambula
- LA CANZONE NAPOLETANA – Comme facette mammeta. La straordinaria storia di Capaldo e Vincenzella