a cura di Antonio Esposito
Renato Carosone – Nisa – 1958
I saraceni erano popolazioni provenienti dal Medio Oriente e dalle coste dell’Africa Settentrionale. I cosiddetti pirati saraceni misero a ferro e fuoco con notevole frequenza le coste italiane dal X all’XIX secolo. Nel parlare comune il saraceno era senza distinzione un arabo o un musulmano.
Nel nostro caso l’Arabia non c’entra. ‘O sarracino è napoletano ma con lineamenti che ben si coniugano con lo stereotipo della bellezza orientale. Tipo Omar Sharif in Lawrence d’Arabia per capirci. O il capitano Jack Sparrow – Johnny Depp. Anche se l’idea iniziale Carosone era un americano di pelle scura, come Harry Belafonte.
‘O sarracino però non è un pirata e nemmeno un malandrino come viene definito in maniera scherzosa nel testo.
È un bel ragazzo con i capelli “ricci ricci” e il volto molto abbronzato, magari con la camicia aperta per mostrare una vistosa collana d’oro al collo. Uno sciupafemmine. Tutte le ragazze che conosce perdono la testa per lui.
‘O sarracino, Casanova partenopeo
Presuntuoso e consapevole del suo fascino attraversa le strade della città pavoneggiandosi. Spavaldo con la sigaretta in bocca e le mani in tasca. Sa di essere un rubacuori. Un Casanova partenopeo.
Eppure tutte queste certezze crollano quando una “rossa” con un bacio e con un ballo lo trascina in un vortice di passione. Questa novella Circe riduce il dongiovanni a povero spasimante tormentato da un amore mal corrisposto.
‘O sarracino canzone del 1958 è una delle tante nate dal fortunato sodalizio artistico tra Renato Carosone e Nisa, al secolo Nicola Salerno.
Un matrimonio che diede vita a un gran numero di successi tra cui Maruzzella, Tu vuò fa l’americano, Pigliate ‘na pastiglia, Torero e Caravan Petrol. Quest’ultima fu pubblicata sul lato B del singolo de ‘O sarracino.
‘O sarracino tra i dischi più venduti del 1958
Il quartetto iniziale intanto era diventato un sestetto. Ai “titolarissimi” Piero Giorgetti e Gegè Di Giacomo, rispettivamente voce e batteria, si aggiungono il chitarrista Raf Montrasio, il clarinettista Tonino Grottola e il sassofonista Gianni Tozzi.
E proprio con questo gruppo registrò il singolo che con ‘O sarracino che risulterà ottantaduesimo tra i dischi più venduti del 1958.
Numerosi gli artisti che hanno voluto presentare con una propria versione. Tra le più originali e recenti l’esecuzione che Renzo Arbore e la sua Orchestra Italiana registrarono per l’album At Carnegie Hall New York. Un grande omaggio alla canzone napoletana classica. Tra le 23 canzoni della raccolta spiccano: Era de maggio, Voce ‘e notte, Luna rossa, ‘O sole mio, Reginella.
Tra i maggiori interpreti Claudio Villa, Edoardo Bennato con una versione reggae, Fiorello, Mina, Gigi D’Alessio. Checco Zalone, in una puntata di Zelig, ne cantò una parodia, imitando Carmen Consoli. La splendida Lina Sastri registrò una sua istrionica versione per il Dvd Lina Rossa.
‘O sarracino, la vera storia raccontata dall’autore
‘O sarracino ha anche una storia documentata della sua nascita. La riporta Massimo Cotto nel volume Il grande libro del rock (e non solo). Si tratta del racconto fatto dallo stesso Renato Carosone.
«Una mattina telefonai a Nisa per incontrarci: “Nicò ho un’idea per una nuova canzone. Immagina all’orizzonte nel Golfo di Napoli, si vede spuntare una nave tutta bianca; si avvicina, e sopra un uomo di colore, pure vestito di bianco. Un tipo orientale, di quelli che fanno impazzire le ragazze, insomma un ‘saraceno’ ma americano, alla Harry Belafonte per intenderci”. Nicola mi guarda un po’ assorto come se stesse già pensando ai versi della canzone e mi fa: “ma perché proprio americano può essere benissimo napoletano ‘sto saracino’.” Io di rimbalzo: “Nicò se mi togli il negro americano finisce la canzone”. “Renà non ti preoccupare, lo abbronziamo, ma deve essere napoletano”. E nacque “nu bello guaglione coi capelli ricci e ‘o sole ‘nfaccia”».
Uno straordinario primato di Renato Carosone
Renato Carosone ha un invidiabile primato. Infatti, la televisione italiana inaugurò le sue trasmissioni il 3 gennaio 1954. Alle 11 Fulvia Colombo, la prima annunciatrice televisiva, lesse il suo comunicato.
Alle tre del pomeriggio, dopo poche di vita quindi, Carosone con il suo “complesso”, come era uso dire allora, apparve agli italiani attraverso il piccolo schermo con il primo programma musicale della storia di quella che diventerà Rai 1, L’orchestra delle quindici.
Il 3 gennaio ma di 34 anni prima (1920) era nato lo stesso Carosone per cui alla stessa data del 2020 si è festeggiato il centenario della sua nascita.
Renato Carosone, all’anagrafe Renato Carusone è stato uno dei più grandi e completi musicisti italiani del dopoguerra. Cantautore, direttore d’orchestra, compositore, pianista, jazzista. La canzone napoletana trova in lui uno dei maggiori esponenti.
Il misterioso ritiro dalle scene
La sua musica è una fusione di stili e ritmi tra i più differenti. Svaria dalla tarantella alla musicalità africana, orientale e americana con estrema disinvoltura. Ma Carosone con le sue canzoni macchiettistiche e cariche di ironia trasmette anche lo spirito degli anni che vanno dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta.
All’apice del successo, nel 1959, senza dare nessuna spiegazione si ritirò dalle scene.
Il mistero è durato 16 anni, fino a quando lo stesso Carosone ritornò in scena riscuotendo ancora uno straordinario successo. Solo allora spiegò che aveva deciso il suo ritiro dopo aver assistito in America ad uno spettacolo dei Platters. Per lui fu un segnale che i gusti del pubblico erano destinati a cambiare. Era convinto che gli urlatori avevano conquistando il panorama musicale e non ci sarebbe stato più spazio per le canzoni tradizionali del suo genere.
Renato Carosone, insieme a Domenico Modugno è stato l’unico italiano a vendere dischi negli Usa senza traduzione in inglese.
Fonte : Napolinpillole , art. Enzo Abramo
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