di Antonio Esposito


Aniello Califano – Enrico Cannio – 1915

’O surdato ’nnammurato, il soldato innamorato, è una delle più famose canzoni del patrimonio musicale classico napoletano. Fu scritta dal poeta santegidiano Aniello Califano e musicata da Ennio Cannio, nel 1915. Si era durante la Prima guerra mondiale e la canzone non ebbe vita facile. Era considerata una lirica disfattista. Addirittura un inno alla diserzione. Nel periodo fascista venne vista ancora peggio e messa all’indice dal regime.

Un disfattismo che non compare

Eppure, soffermandosi sul testo, si nota che si tratta della semplice lettera che un ragazzo scrive alla sua amata esprimendo l’afflizione per la lontananza e la speranza di poterla riabbracciare al più presto. Nel testo non si citano guerre, massacri, morti o campi di battaglia. Anzi che si tratti di un soldato è deducibile solo il titolo. Infatti nel testo l’autore della lettera non cita mai il motivo della sua lontananza. Con un titolo diverso avrebbe potuto essere benissimo un emigrante. Ma solo in teoria. Durante un periodo bellico, era il 1916, il protagonista non poteva che essere un giovane soldato. Un ragazzo con cui si immedesimarono tutti i militari delle trincee adottando quella canzone come un doloroso inno. Esprimeva il sentimento comune di ragazzi chiamati, molto spesso, a combattere una guerra di cui ignoravano persino le motivazioni. Quello che impararono a conoscere furono i massacri a cui assistevano, la morte e le mutilazioni dei compagni e la paura di non ritornare un giorno a casa. All’epoca non c’era internet né i media e l’analfabetismo aveva una percentuale altissima per cui la propaganda aveva vita facile. Dal fronte arrivavano, manipolate ad arte o addirittura inventate, solo notizie di vittorie, atti eroici e truppe ben attrezzate che operavano nelle migliori condizioni.

Cantare ’O surdato ’nnammurato poteva costare la corte marziale

’O surdato ’nnammurato fu considerato al pari di altre canzoni ritenute disfattiste o anarchiche. Essere colto al fronte canticchiando o fischiettando il motivo comportava punizioni molto severe e persino la corte marziale. Ma era nelle intenzioni di Califano scrivere questo inno contro la guerra? Decisamente sì, nonostante il personaggio fosse ben lungi dall’essere, come si direbbe oggi, socialmente e politicamente impegnato. Proveniva da un’agiata famiglia borghese ed era un allegro farfallone che apprezzava le allegre serate e le belle donne. Ma era anche un poeta e non era insensibile a quello che gli succedeva intorno. Così quando cominciarono ad arrivare le notizie “non filtrate” di quello che stava succedendo nelle trincee, Califano, come nel suo carattere, scrisse d’impulso e in una sola serata i meravigliosi versi che sono arrivati a noi. L’editore Gennarelli, futuro titolare della Casa discografica Bideri, quella che ancora oggi dopo oltre un secolo, detiene i diritti d’autore de ’O sole mio, fu il primo a commuoversi leggendo quelle rime e la affidò a Enrico Cannio per la musica. Dire che la canzone ha conosciuto innumerevoli versioni eseguite da artisti di valore nazionale e internazionale è quasi superfluo. Ma una menzione speciale merita l’interpretazione di Anna Magnani nel film di Alfredo Giannetti del 1971: La sciantosa. Un’esecuzione molto toccante durante la quale è difficile rimanere impassibili.  ’O surdato ’nnammurato, fino a pochi anni fa era anche l’inno del Calcio Napoli. Il San Paolo a fine partita intonava la canzone di Califano e Cannio.

Oggi, per motivi difficili da comprendere ’O surdato ’nnammurato ha ceduto il passo alla rivisitazione di un tormentone degli anni Ottanta, L’estate sta finendo, portata al successo dai Righeira. Un duo torinese e per di più juventino. Il testo di questo tormentone fu “riscritto”, per la prima volta, dai tifosi de L’Aquila che ne fecero l’inno della propria squadra. Poi è stato adottato da diverse altre squadre, tra cui la stessa Juventus. Infine è divenuto a tutti gli effetti l’inno dei tifosi del Napoli. Ma i brividi che suscitava il San Paolo quando a fine partita intonava ’O surdato ’nnammurato non ha eguali.

Fonte : “Napolinpillole” – “Enciclopedia Partenopea”


Le pagine di “La canzone napoletana”

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