a cura di Antonio Esposito


Torna a Surriento ha due date di nascita. Una vera e l’altra relativa ad un arrangiamento di necessità.

La storia legata a quest’ultima è generalmente quella più conosciuta. Trova spunto nella visita alla Costiera sorrentina del Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli nel 1902.

Sindaco di Sorrento era Guglielmo Tramontano, proprietario anche dell’omonimo Grand Hotel che ospitava  due suoi amici: Giambattista ed Ernesto De Curtis.  Il primo stava effettuando dei lavori pittorici nelle camere e nei saloni dell’albergo. Il fratello spesso collaborava con lui.

Conoscendo le qualità dei fratelli in campo musicale, il Sindaco avrebbe chiesto loro di comporre nel giro di qualche ora una canzone per rendere omaggio a Giuseppe Zanardelli.

Lo scopo celato di Tramontano però non sarebbe stato quello di dedicare la canzone all’illustre uomo politico. Quanto piuttosto quello di ingraziarselo per ottenere un ufficio postale e delle opere pubbliche di cui all’epoca aveva tanto bisogno quel territorio.

I fratelli De Curtis avrebbero dunque imbastito “in poche ore” Torna a Surriento in onore del Presidente.

Versione abbastanza simile alla realtà in questo racconto. Ma falsata da un peccato originale. Torna a Surriento infatti non era stato composta in quelle due ore ma otto anni prima, nel 1894. Era dedicata ad una ragazza e i diritti erano stati acquisiti dalla Casa discografica Bideri.

La vera storia di Torna a Surriento

In primo luogo, va detto che quella riadattata nel 1902 non era un plagio perché gli autori erano gli stessi fratelli De Curtis.

Tuttavia, quello presentato non era il testo originale ma una riscrittura preparata ad hoc di quello del 1894. Nessuna esagerazione invece sul gradimento da parte Presidente.

Il Premier, come si dice oggi in maniera impropria, era atteso in Basilicata per impegni istituzionali. Lungo il percorso però c’era la possibilità di fermarsi in due luoghi che da tempo avrebbe voluto visitare: Capri e Sorrento.

Sua Eccellenza non si perse l’occasione e dopo aver visitato l’Isola azzurra giunse in serata a Sorrento. Trovò una città in festa con luminarie e altre espressioni di entusiasmo popolare.

Attraversò la città tra due ali di folla che lo accompagnava nella visita della città e lungo il suo percorso dal porto all’albergo del sindaco Tramontano, che lo avrebbe ospitato nel suo breve soggiorno.

E fu proprio all’hotel Tramontano che Zanardelli durante il banchetto che fu organizzato in suo onore ebbe occasione di ascoltare per la prima volta Torna a Surriento.

La cantante era Maria Cappiello, alunna del Conservatorio San Pietro a Majello di Napoli. Zanardelli apprezzo molto le qualità canora dell’esecutrice e la melodia per cui chiese di riascoltarla. Era il 15 settembre 1902.

La richiesta del Sindaco a Giuseppe Zanardelli

Pare invece che sia del tutto infondata la presunta motivazione che avrebbe spinto il sindaco a mobilitarsi. Infatti, al Primo Ministro non furono avanzate richieste di nessun tipo. Almeno secondo quando riportato dai giornali dell’epoca.

Al contrario il sindaco con un discorso durante il brindisi avrebbe affermato fuori luogo in quell’occasione “allusioni a questioni amministrative o politiche”.

Secondo Tramontano, il suo desiderio e quello dei suoi concittadini era far apprezzare al Presidente la bellezza della contrada e di lasciare un ricordo indelebile nella sua memoria.

Il testo che ascoltiamo oggi non è quello “rimaneggiato” del 1902 ma quello originale depositato presso la Casa Discografica Bideri nel 1894 e pubblicata nel 1905 con la voce del tenore Mario Massa.

Torna a Surriento, nei suoi quasi 120 anni di vita , ha fatto il giro del mondo tradotto in innumerevoli lingue. Inutile dire quanto sia lungo l’elenco degli artisti che hanno interpretato il capolavoro dei fratelli De Curtis.

Da miti come Elvis Presley, traduzione in inglese con il titolo“Surrender” o Frank Sinatra che intitolò la sua versione Come back to Sorrento. A giganti come Luciano Pavarotti, Placido Domingo, José Carreras, Andrea Bocelli e prima ancora da Tito Schipa e Beniamino Gigli, Giuseppe Di Stefano.

Torna a Surriento comunque, ammesso che ne abbia bisogno, ha aggiunto ulteriore lustro all’immagine della città delle Sirene, alla sua natura e alla sua bellezza.

Giambattista De Curtis e la ragazza che dorme

Giambattista De Curtis era poeta e grande pittore tanto da essere definito il Salvator Rosa contemporaneo. Nato a Napoli nel 1860 trascorse a Sorrento sei mesi per completare i lavori all’albergo del sindaco e si innamorò per sempre della città delle Sirene.

E conobbe una prosperosa contadinotta su cui aveva messo gli occhi: Carmela Maione. Il poeta non fu mai insensibile al fascino delle donne. Flirtando, quindi, la bombardò di domande e fra queste le chiese cosa facesse nel tempo libero.

La ragazza a sorpresa rispose: “dormo!”. Il poeta rimase disorientato da questa risposta. Non riusciva a spiegarsi come potesse una giovanetta usare il suo tempo libero per dormire.

Scrisse quindi per lei la famosissima Duorme Carmé. Titolo che con l’aggiunta della frase ” ‘o cchiu bello da vita è ‘o durmì” è diventato un modo di dire napoletano per indicare una persona poco perspicace.

La sua produzione fu molto ampia ma tra le sue composizioni spiccano Carmela, Pacchianella, I’ m’arricordo ‘e te.

Con il fratello Ernesto formò un sodalizio artistico che durò dal 1897, data della prima pubblicazione di ’A primma vota, fino alla sua morte nel gennaio del 1926.

Una collaborazione che non si interruppe nemmeno quando nel 1920 Ernesto si trasferì in Argentina.

Ernesto De Curtis, compositore di capolavori

Ernesto artisticamente non fu da meno del fratello. Nato a Napoli nel 1875 si diplomò al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli e fu autore di centinaia di canzoni.

Tra queste oltre a Torna a Surriento, due capolavori della musica napoletana come Voce ‘e notte e Tu ca nun chiagne.

I fratelli De Curtis erano pronipoti del celebre compositore Saverio Mercadante, lo stesso a cui è intitolato un teatro napoletano.

Conoscendo le qualità dei fratelli in campo musicale, il Sindaco avrebbe chiesto loro di comporre nel giro di qualche ora una canzone per rendere omaggio a Giuseppe Zanardelli.

Lo scopo celato di Tramontano però non sarebbe stato quello di dedicare la canzone all’illustre uomo politico. Quanto piuttosto quello di ingraziarselo per ottenere un ufficio postale e delle opere pubbliche di cui all’epoca aveva tanto bisogno quel territorio.

I fratelli De Curtis avrebbero dunque imbastito “in poche ore” Torna a Surriento in onore del Presidente.

Versione abbastanza simile alla realtà in questo racconto. Ma falsata da un peccato originale. Torna a Surriento infatti non era stato composta in quelle due ore ma otto anni prima, nel 1894. Era dedicata ad una ragazza e i diritti erano stati acquisiti dalla Casa discografica Bideri.

Fonte : “Napolinpillole” – “Enciclopedia Partenopea”


Le pagine di “La canzone napoletana”

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