di Antonio Esposito


Libero Bovio – Rodolfo Falvo – 1914

Guapparia è probabilmente una delle più famose tra le cosiddette canzoni “di giacca”. Scritta nel 1914 da Libero Bovio, autore tra le altre di Reginella e Tu ca nun chiagne, e musicata da Rodolfo Falvo. Ma cos’è una canzone di giacca? Una canzone che aveva per protagonista un guappo. Una sorta di boss rionale. Tra le peculiarità di questo personaggio c’era quella di essere sempre vestito con eleganza e ricercatezza. Anche se qualche volta questa ricercatezza sfocia nella pacchianeria.

Nel rione era una sorta di notabile dei poveri. Era ammirato e temuto. Ci si rivolgeva a lui per ottenere giustizia e dirimere controversie.

Però doveva stare bene attento a non mostrare lati deboli del suo carattere. Al contrario di quello che succede al protagonista di Guapparia offeso nella dignità dal rifiuto dell’amata di ricambiare il suo amore.

Nei versi di Libero Bovio va quindi a “piangere” sotto la finestra di Margherita accompagnato da un concertino, cioè un piccolo gruppo di musicanti, per cantare una serenata «’a femmena cchiù bella d’ ’a ’Nfrascata», area corrispondente attualmente a via Salvator Rosa e dintorni.

Il guappo non può perdonare

Il guappo non riesce a perdonare a questa donna l’affronto che gli ha fatto rifiutandolo e di conseguenza facendogli perdere la faccia nell’onorata società. Anzi vuole che i suoi sodali lo caccino «’a dint’ ’a suggità» (società).

Comunque non ci sono minacce cruente. La sua vendetta consiste in uno sfogo che dovrebbe commuovere la ragazza. Tuttavia i primi a emozionarsi sono proprio i musicanti che non riescono nemmeno più a mantenere il tempo.

Allora succede che mentre si ignora se la ragazza sia stia sciogliendo in lacrime, è sicuro che «chiagne tutt’ ’o cuncertino» e piangono i «guagliune ’e malavita».

Era un genere di canzone che trovava ampio spazio nella sceneggiata napoletana, una forma di teatro molto particolare degli anni ’20-’30 riportata in auge da Mario Merola negli anni Settanta.

Isso, Essa e ’o Malamente della guapparia

Il guappo è uno dei personaggi cardine della sceneggiata, la sua forza si basa sulla paura degli altri di affrontarlo. È “ ’o malamente” (il malvagio) che nonostante la tracotanza alla fine risulta sempre miseramente sconfitto, quando non ucciso.

Gli altri protagonisti della sceneggiata napoletana sono “Isso”, lui, l’eroe positivo. “Essa” lei, la donna contesa. Comunque, come nelle favole alla fine “ ’o malamente” viene sconfitto e gli innamorati possono dare libero sfogo alla loro passione.

Autore della musica è Rodolfo Falvo figura di primo piano nel panorama musicale napoletano. Passato alla storia con il soprannome di Mascagnino non per la somiglianza artistica ma per un particolare fisico con del grande compositore livornese Pietro Mascagni: il volto.

Fonte : Napolinpillole , art. Enzo Abramo