a cura di Felice Nicotera


Il Museo dello sbarco e di Salerno Capitale è stato inaugurato, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, nel settembre del 2012, in occasione del 69º anniversario dello sbarco a Salerno,

E’ dedicato a quello che ha fatto della città di Salerno il luogo simbolo di alcuni dei più importanti eventi della Seconda Guerra Mondiale. Proprio dov’è la sua sede, sul litorale antistante, sono sbarcati duecentomila soldati, in quello che è stato la più importante operazione anfibia prima dello sbraco in Normandia. Era il 9 settembre 1943, e l’operazione Avalanche fu guidata dal Generale Clark, a cui è intitolata la strada dove ha sede il museo.

Salerno fu poi capitale d’Italia, dall’11 febbraio 1944 all’agosto 1944, ospitando i primi governi dell’epoca post-fascista. Il 1944 è anche l’anno dell’arrivo in Italia di Palmiro Togliatti, capo del Partito Comunista, che fu protagonista di quella che viene definita “Svolta di Salerno”, la scelta cioè di unità antifascista anche con le forze monarchiche, mettendo la questione istituzionale dopo la liberazione dal fascismo. 

A tutti questi eventi sono dedicati i reperti esposti nelle sale del Museo, provenienti dalla collezione dell’associazione “Parco della memoria della Campania”: sono circa 200, tra video inediti dello sbarco, fotografiemedagliedivise dell’esercito tedesco ed americanooggettisticaarmiun carro armato M4 Sherman, una jeep Willys ed un vagone ferroviario piombato, utilizzato dai nazisti per deportare gli ebrei italiani nei campi di concentramento. Quest’ultimo importante reperto è uno dei pochi esemplari rimasti al mondo, uno di quelli destinati ad Auschwitz, dove venivano stipati i deportati destinati al campo di sterminio.

Come tante storie del nostro meridione, il Museo non ha più fondi e rischia di trasferirsi altrove.