di Felice Nicotera


A capera, era la parrucchiera a domicilio. Si recava nelle case delle donne che richiedevano il suo intervento e con notevole maestria realizzava appariscenti pettinature: intrecciava, avvolgeva, arricciava e tagliava i capelli delle clienti all’ultima moda, dando, a volte, con la sua esperienza anche consigli sul trucco, soddisfacendo così i loro desideri.

Pensando a questa antica figura, viene spontaneo chiedersi, come faceva ad ottenere un’ottima piega senza l’utilizzo dei modernissimi apparecchi per parrucchieri.

La bravura di questo mestiere è da ricercarsi nella semplicità dei suoi utensili, quali mollette, forcine di osso e di tartaruga e particolari pinze che una volta scaldate, potevano essere utilizzate per lisciare o arricciare i capelli, anticipando nei tempi la venuta delle moderne piastre per capelli.

La frase spesso citata “sembri proprio una capera“, non si riferisce però a quello che oggi definiamo uno degli antichi mestieri napoletani, ma fa riferimento alla consueta abitudine della capera, di riportare fatti e confessioni delle altre clienti a cui precedentemente aveva prestato servizio, creando così una fitta rete di pettegolezzi “rosa” e, per questo, era considerata la pettegola del quartiere, alla quale era prudente non svelare i propri segreti.