a cura dell’Associazione “Noi Amici del Presepio di Segusino


Il Presepio di Segusino nasce nei lontani anni ’60 quando veniva realizzato all’interno della Chiesa Parrocchiale.  Col passare degli anni -precisamente dal 1986- da “un’idea” di un gruppo di amici e del Parroco di allora (Don Odilio Longhin) il Presepio cambia volto e nome e diventa il “Presepio Artistico di Segusino”.  
Successivamente, dal 1989, il Presepio Artistico si è trasferito nella sua attuale sede: l’ex casa del cappellano, vicino alla Chiesa Parrocchiale di Segusino.
Realizzato grazie alla maestria del gruppo “Amici del Presepio di Segusino”, che dall’anno 2003 è diventato “Associazione Parrocchiale Amici del Presepio di Segusino -TV-“.
Il Presepio Artistico è un’opera che si estende su di una superficie di circa 100 mq, ambientato in un atmosfera della Segusino degli anni 20 – 40   (“…quando i nostri nonni erano dei bei giovanotti…”).
L’ambientazione, strettamente locale, intende trasmettere il messaggio che “Gesù è nato qui, tra di noi e per noi, …non molto tempo fa”. 
Di notevole risalto è l’insieme della Natività, che secondo noi è il punto centrale e di maggiore importanza di tutto il Presepio.  Ovvero:  “LA NATIVITA’ E’   IL PRESEPIO”.  A tale scopo ogni anno gli viene dedicata una intera scena delle tante che compongono l’opera.   Di notevole rilevanza storica anche le statue che raffigurano tale rappresentazione risalenti agli inizi del ‘900.  Realizzate, in gesso, e dipinte rigorosamente a mano, si noti l’espressività dei volti dei componenti della Natività immersi nell’ambiente caratteristico, al giorno d’oggi ormai estinto, della stalla di un tempo,  fedelmente riprodotta.
Risaltano nella rappresentazione la cura di tutti i particolari di allora, dal più piccolo attrezzo da falegname, alla “mussalegn” (mezzo di trasporto del fieno di quell’epoca), alla   costruzione delle case e dei paesaggi con le caratteristiche stradine, le stalle, i fienili, i ruscelli d’acqua;   e la rappresentazione (di anno in anno) dei vari, e ormai antichi, mestieri come il fabbro, il contadino, il locandiere, il macellaio e via dicendo. 
A dare quel tocco di atmosfera e armonia all’insieme completano l’opera una serie di effetti luce con un ciclo giorno-notte della durata di 4 minuti, e una serie di effetti speciali di anno in anno diversi, come la neve che cade durante la notte, al ghiaccio che si scioglie e numerosi fuocherelli accesi dai pastorelli per riscaldarsi in quella fredda notte del 24 Dicembre.
La struttura del Presepio rimane sempre fissa, ma il contenuto delle varie scene di anno in anno viene rielaborato per offrire ai circa ventimila visitatori che vengono a visitarlo nel periodo natalizio, ogni volta una rappresentazione diversa.
A partire dal Natale 2002 è iniziato un ciclo che vedrà, nel giro di qualche anno, la sostituzione delle statue di primo piano con alcune di nuove,  vestite con vestiti veri maestralmente riprodotti in miniatura (escluso il gruppo Natività …..che non cambieremo MAI!).
Dal Natale 2004 il Presepio si sta arricchendo inoltre di personaggi del Paese. Personaggi semplici, ma “famosi” in paese per svariati motivi, in modo da rendere ancora più forte il messaggio che Gesù nasce in ogni paese, in ogni casa. Quindi non più volti anonimi, ma persone del luogo o della storia del luogo. Queste statue sono opera dell’artista Mauro Marcato.
In occasione del Natale 2008 una scena del Presepio è dedicata al ricordo dei profughi della Prima Guerra Mondiale, nel 90° anniversario della sua fine. Guerra durante la quale Segusino dovette assistere all’odissea delle genti civili, soprattutto donne, bambini e anziani, attraverso il profugato nel feltrino ma soprattutto verso il paese di Fregona (TV) guidati dal vice Parroco di allora: Don Antonio Riva, il quale scelse di aiutare i suoi parrocchiani invece di preferire la ben più facile dipartita verso terre più sicure. Ben 1100 abitanti (su ca.3000 dell’epoca) dovettero abbandonare le loro case sotto i bombardamenti nella linea del fronte tra il fiume Piave e il Monte Grappa. Si ricorda Segusino come il paese che ha subito la percentuale di mortalità tra i civili più elevata tra tutti i luoghi occupati, e questo causa la fame, la malattia e gli stenti patiti in undici mesi di profugato. Don Antonio Riva non riuscì più a far ritorno a Segusino, morì di malattia e di stenti alla fine della guerra, dopo la sua immensa opera di umanità verso i profughi, a soli 32 anni.


Video servizio di Telebelluno – 23 dicembre 2019

Le pubblicazioni di “Natale In…Presepio” ed.2022

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