a cura della Redazione di “Guida fumetto italiano”
Una prima, parziale ricostruzione della storia di un editore: Francesco Mondini
“A Roma c’era una volta un distributore che ‘lanciava’ le pubblicazioni agli edicolanti direttamente dalla sua carrozza.” Così ricorda Camillo Conti, editore e appassionato di fumetti, cui si devono importanti riproposte di eroi del fumetto classico internazionale.

Questo distributore si chiamava Francesco Mondini. Operativo a cavallo della Seconda guerra mondiale, è stato uno dei più importanti lanciatori di stampa periodica della capitale. Erano quelli tempi in cui i distributori non si occupavano di logistica ma solo di fare il loro mestiere. Presentavano con cura ed entusiasmo le nuove uscite ai propri clienti e li convincevano ad accaparrarsi un numero importante di copie. Insomma erano dei veri intermediari tra l’editore (o il distributore nazionale) e il cliente finale (edicolante e pubblico). Mondini non si preoccupava solo di distribuire la merce, ma spiegava all’edicolante le motivazioni d’acquisto e di successiva vendita delle pubblicazioni che erano appena arrivate. Un giorno però, causa la guerra e l’Italia spaccata in due, i giornali per ragazzi non raggiunsero più le edicole della capitale. Allora Mondini, che pensava al suo pubblico e aveva tre figli in età da leggere i fumetti, prese una repentina decisione. Continuò a occuparsi di distribuzione ma, mancandogli la materia prima, divenne anche editore.
Come ti cambio il Pupazzetto
Come molti suoi colleghi, per evitare le pastoie burocratiche in una Roma fin troppo aperta, recuperò una testata che aveva interrotto le pubblicazioni e la rimise in edicola. Si chiamava il Pupazzetto ed era un foglio umoristico diretto da Romeo Marchetti, giornalista, caricaturista e pupazzettaro (vignettista). Una volta diventato editore, Mondini rivoltò il periodico come un calzino e lo trasformò in un giornale di avventure, anzi di Grandi Avventure, come recita il sottotitolo.
Anche se sul primo numero datato 12 dicembre 1943 – e pure sui successivi – Marchetti risulta come direttore responsabile, non sappiamo se in pratica si occupò del nuovo settimanale, tanto diverso dalla versione precedente. Probabilmente i soldi che Mondini gli aveva dato per acquistare la testata gli fecero più che comodo e abbozzò al nuovo corso. Inoltre avere un’entrata economica fissa da portare a casa, visti i tempi e all’età di sessantasette anni suonati, non era cosa da poco. Di questa nuova “vita” de il Pupazzetto parla ampiamente Luciano Tamagnini sul n. 95 di Fumetto dell’Ottobre 2015, cui rimandiamo per consultazione. Chi non ne avesse l’opportunità, può consultarne il pdf in calce, che pubblichiamo grazie a un accordo con la direzione di Anafi.
Un’editoria nascosta
L’editoria romana è tutta da scoprire. È un’editoria strana, diversa da quella milanese. Ma soprattutto è un’editoria “nascosta”. Così nascosta che si fa una gran fatica a capire chi sia veramente il proprietario di una singola casa editrice. Così nascosta che nessuno ha mai avuto modo o voglia di fare delle ricerche e ora, purtroppo, son svanite tracce e memoria. In realtà non tutto è perduto. Se le generazioni che mi hanno preceduto hanno fatto ben poco in questo senso, quelle che sono venute dopo hanno fatto e stanno facendo un serio lavoro di riscoperta. Per esempio Luca Mencaroni, grazie a una analisi su un periodo storico a lui congeniale come gli anni Sessanta, ha il merito di aver fatto luce su Gilda Cancellieri e le attività del suo consorte, mentre Massimo Bonura, nonostante la giovane età, ha iniziato da tempo un lavoro di ricerca su una casa editrice, la E.R.O.L.A., di proprietà della famiglia Mondini, che ha operato negli anni Trenta e Quaranta.
Il contributo di questi nostri preziosi collaboratori verrà presto messo in rete sul sito. Il nostro apporto alla ricostruzione della storia editoriale de il Pupazzetto si traduce al momento nella riproduzione delle prime pagine di tutti i 74 numeri del nuovo corso del settimanale e di una prima scheda biografica su Romeo Marchetti.
Fonte : “Guida del fumetto italiano” – articolo di Gianni Bono
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