Quando l’amico Enzo Ferraro, e in questo caso il termine amico non è un eufemismo perché Enzo amico lo è davvero, mi ha chiesto di aiutarlo a mettere ordine tra gli appunti di suo fratello Pippo per farne un vero e proprio libro, confesso che mi sono spaventata.

Ho subito pensato che non sarebbe stato semplice ricomporre il testo di una autobiografia scritta da un autore non più in vita senza il rischio di snaturarne il contenuto per assenza di confronto diretto. Pippo infatti è scomparso nel Gennaio 2021 a Milano, a causa del Covid-19, senza che io abbia potuto nemmeno conoscerlo.

Tuttavia il mio timore è durato poco perché la sua traccia era precisa e circostanziata ma, soprattutto, le sue emozioni e le atmosfere del suo vissuto trapelavano senza offrire dubbi.

Ho provato una profonda commozione nel leggere questa parte della sua vita e nel riconoscere, a mano a mano, la sensibilità artistica di Pippo che aveva fatto della musica la sua ragione di vita. E mi sono ritrovata a lavorare in uno stato di inaspettata, anzi inverosimile, sintonia con l’autore di queste pagine, una sintonia che ci ha permesso di incontrarci e lavorare a quattro mani al di la’ della morte, oltre i limiti dello spazio e del tempo…

Buona lettura.

Maria Simona Bellini – Roma, 3 Settembre 2021


Il pianista dell’oblò

Viaggi, incontri, amori, parole e musiche di un artista di pianobar

Ho riflettuto a lungo su come avrei potuto iniziare questo racconto. In un primo momento ho pensato di sfruttare al meglio le mie tutt’altro che illimitate conoscenze in campo letterario e poi di spremere a fondo le meningi in modo da far loro partorire un incipit sufficientemente accattivante tanto da attirare il potenziale lettore fin dalle prime righe.

Purtroppo i risultati mi sono apparsi subito poco efficaci e, ancor meno, interessanti. Cosicché dopo alcuni tentativi, che ho ritenuto sempre da scartare e proprio quando ero sul punto di desistere, ho avuto una sorta di illuminazione creativa. Niente di celestiale o epocale, solamente un tecnicismo che ho sentito subito mio e che mi ha aiutato a trasformare lo sforzo mnemonico in narrazione. Non lo svelo ma segretamente spero che tutti i pezzi del mosaico combacino e che io riesca a passare queste memorie senza che diventino un rompicapo difficile da seguire.

Premetto anche che nella mia narrazione non c’è alcuno sforzo “di fantasia”, non dovrò chiedere nulla alla mia potenziale creatività dal momento che l’intero racconto è quanto realmente accaduto nel corso della mia vita. E’ tutto rigorosamente vero e reale… per me che della fantasia ho fatto arte ed emozioni non è stato un piccolo sforzo vincere la tentazione di colorare quanto ho scritto con voli immaginari.

Ho dovuto anche fare i conti con il paragone istintivo delle mie aspirazioni letterarie con quelle dei grandi autori che ho letto e ho letto molto. Scrittori di spessore come Hemingway o Follett, uomini di cultura, giornalisti di talento, scrupolosi biografi, grandi economisti. Mi sono deciso a sconfiggere la mia reticenza quando mi sono reso conto di quanto ancora più corposo fosse l’insieme degli pseudo scrittori formato da cantanti, attori, calciatori ed ex calciatori, cuochi, maggiordomi licenziati, mogli e mariti divorziati e arrabbiati, fidanzate e presunte tali in carica o scaricate nella stragrande maggioranza al servizio del gossip a tutti i costi, convinti del loro diritto di farci partecipi delle loro disavventure. E a questi si sono aggiunti i personaggi che compongono la fitta rappresentanza del cerebralmente misero sottobosco di tanta televisione. A convincermi, insomma, è stato il loro totale, costante e cruento conflitto con la grammatica italiana oltre alla loro pochezza di contenuto artistico ma questa è un’altra storia…

Torniamo a noi. Sono al mondo da una dozzina di lustri e anche per questo sento di potere per un momento mettere da parte la modestia. Ritengo di aver accumulato un carico di esperienze ed avvenimenti non paragonabili a quelli che normalmente accadono tutti i giorni alla quasi totalità delle persone. Esperienze acquisite soprattutto grazie alla professione che, prima per diletto e in seguito per passione e come fonte di sostentamento privilegiata, mi sono ritrovato a svolgere fin dai 24 anni. Ora che la mia vita sta per entrare nella parte autunnale del suo decorso, e con la speranza di un inverno sereno, mi piace pensare che sia arrivato il momento giusto per narrarne alcune fasi e passaggi salienti.

Negli anni ‘70, con pantaloni a zampa di elefante e capelli lunghi, Michel Fugain (1) con i suoi “Big Bazar, apriva gli spettacoli cantando questo invito: «Signore e signori attenzione. Si va a cominciare. Prendete posto e mettetevi comodi. Cinque, quattro, tre, due, uno, zerooooo. Suvvia, si accendano le luci e tutti i personaggi comincino ad animarsi. Questa è la storia della vita e della morte ma cambieremo l’ambientazione e speriamo che la reciteremo ancora tra duemila anni. Vi preghiamo di essere indulgenti perché lo spettacolo non è ben collaudato. Dateci ancora qualche tempo e non potrà che migliorare.»

E’ in pratica lo stesso invito che rivolgo a chiunque avrà piacere di leggere le pagine dell’opera prima di un neo-scrittore al vostro servizio.


1 Cantante francese entrato a far parte del gruppo musicale “Big Bazar” nel 1972 diventandone il leader e segnando cosi’ il suo periodo più prolifico e di successo. Sono di quell’epoca le celebri La fête e Une belle histoire divenuta nota in Italiano come Un’estate fa con il testo di Franco Califano.


Appuntamento a sabato prossimo per la pubblicazione di un altro capitolo del libro

“Il pianista dell’oblò”



“Il pianista dell’oblò”

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