a cura delle Redazioni di Italiadelight e E-borghi


Chi si reca per la prima volta a Pietracupa non può non rimanere incantato dei panorami di cui può godere. La sua particolare e straordinaria conformazione rappresenta, un esempio di meraviglia unico nel suo genere; Pietracupa è caratterizzata dalla presenza di caverne di piccola dimensione, in passato utilizzate come antiche dimore. La principale fonte di reddito rimane l’agricoltura: si coltivano cereali, olivo, alberi da frutta e vite.

Il nome del borgo di Pietracupa deriva da pietra, poiché costruito su un’enorme formazione calcarea, la “Morgia”, e dall’aggettivo cupa, che in latino vuol dire “botte”, in riferimento ai numerosi insediamenti rupestri ancora visibili in essa. È zona di villeggiatura estiva e di escursionismo.

Il centro è sorto nel periodo alto-medievale (il nome latino lo attesterebbe), probabilmente come insediamento monastico ed è stato dominio feudale di molte famiglie, tra cui le più importanti furono quelle dei De Molisio, dei De Regina, degli Eboli di Castropignano, e dei Francone che tennero Pietracupa dal 1676 al 1810, anno in cui finì il rapporto feudale. I Francone avevano ottenuto nel 1704 il titolo di Principi di Pietracupa che passò ai loro eredi Caracciolo di Torchiarolo. Nell’agro pietracupese sorsero successivamente due abbazie, la prima intitolata a San Pietro in Formoso, probabilmente distrutta dal terremoto del 9 settembre 1349, e la seconda di Sant’Alessandro, non più attiva dopo il terremoto del dicembre 1456. Nel 1360 fu costruita in stile gotico la chiesa di San Gregorio, ricostruita poi nel 1560 dopo il terremoto.

Nel cuore della Morgia c’è un’antichissima chiesa rupestre riportata al culto nel secolo scorso, al cui interno è conservato un crocifisso cinquecentesco, una croce stazionaria in pietra e un altare formato dalla macina di un vecchio mulino.