a cura della Redazione di “Guida fumetto italiano”


Nasce a Milano nel 1946 uno fra i primi personaggi a fumetti impegnati nella Resistenza

È opera di Giovanni Camusso, in arte, Nino Camus, un autore dal tratto modernissimo per l’epoca, che nell’immediato dopoguerra disegnava già in stile bonelliano.

Pam il partigiano

“… Va anche rimarcata la notevole qualità stilistica degli albi, disegnati con felice tratto da Nino Camus, autore di cui il fumetto non aveva prima rivelato traccia e che altre non ne lascerà nemmeno in futuro. Personaggi ben delineati e vignette di grande dinamismo caratterizzano infatti le sue belle tavole in bianco e nero, rigorosamente a sei quadretti (sembra quasi un format bonelliano ante litteram, in pieno stile Dylan Dog o Tex Willer!). Il montaggio serrato, contraddistinto a sua volta da un dialogo privo di fronzoli e funzionale all’azione, e dalla quasi totale assenza di didascalie (fenomeno questo assai raro nel periodo), garantisce inoltre una lettura agile, veloce e coinvolgente delle storie.
Non sappiamo chi sia stato responsabile dei testi della collana (lo stesso Camus?), ma il taglio imposto ne fa un esempio innovativo nell’ambito del fumetto italiano dell’epoca; privo, oltre tutto, di quella retorica un po’ melensa, che spesso caratterizza tante storie e tanti personaggi, coevi e non solo.”

Nel volume Per la libertà – la Resistenza nel fumetto (Settegiorni editore, 2009), quando nel paragrafo dedicato a Pam il partigiano – finora unica vera serie a fumetti che vede protagonista un esponente della Resistenza, fatto di per sé già meritorio – venivano scritte le elogiative righe sopra riportate, era stato possibile consultare soltanto il terzo numero della collana e nulla si sapeva del suo autore (probabilmente responsabile anche dei testi, anche se manca ancora una conferma in tal senso), tal Nino Camus, un nome sconosciuto agli appassionati di fumetti. Meno invece a quelli dell’umorismo e, forse, del cartone animato.


A sei anni di distanza, una serie di lacune è stata invece fortunatamente colmata, grazie alla rete, e in particolare al blog Cartoonist Globale di Luca Boschi, e ai signori Grazia e Fabio, i due figli di Giovanni Camusso, Nino Camus, appunto. Soprattutto, il recente intervento del figlio Fabio ha permesso di poter prendere in esame tutta la serie, consentendone un’analisi più approfondita, che ha portato alla conferma di quanto scritto a suo tempo e a nuovi e interessanti spunti di riflessione.

Pubblicata dalla casa editrice Il Cucciolo, la breve serie di cinque numeri Pam il partigiano appare in edicola nel 1946. Non si sa esattamente quando poiché i cinque numeri non recano una data precisa. Questi i titoli: “La squadra di punta”, “Smacco alla San Marco”, “Pam contro tredici”, “Gappisti all’opera” e “Firenze liberata”.

La serie si presenta con una copertina che è tutta un programma: alla sinistra della testata campeggia una classica immagine del Garibaldi “eroe dei due mondi”, con tanto di poncho, mentre il sottotitolo recita “La storia d’Italia scritta col sangue dei suoi figli”. A sinistra dell’illustrazione, inoltre, in una banda verticale si legge: “AUDACIE EROISMI Pagine di ardimento scritte dai giovani che nelle città e sui monti si batterono per la libertà d’Italia”. La caratura di queste storie è di tutt’altro livello rispetto alle storie “resistenziali” che le hanno precedute e a parecchie delle successive. La qualità grafica e narrativa, già posta in evidenza a suo tempo, viene non solo confermata, ma rafforzata dalla lettura degli altri episodi, caratterizzati spesso da un innovativo e sapiente uso del nero.  E si conferma anche il carattere quasi di “reportage” delle azioni belliche raccontate sempre con tanto di bollettino di guerra iniziale.

La serie è eminentemente d’azione, anche se tocca, per quanto di striscio, argomenti “spinosi”, non solo all’epoca. Le vicende hanno inizio nel 1945, con un gruppo di partigiani, comandato da Pam, che pianifica un’azione ai danni di un posto di blocco fascista. Il Bollettino di guerra che apre ogni storia del personaggio, nel secondo numero della serie, “Smacco alla San Marco”, racconta invece la “presa della caserma San Marco”: camuffato da soldati fascisti e penetrato senza problemi nella caserma nemica, un gruppetto di insorti se ne impadronisce, dopo aver bellamente preso in giro i militi della guarnigione. Il terzo episodio, “Pam contro tredici”, racconta l’ennesima azione militare della formazione partigiana di Pam e spicca per un notevole salto di qualità grafico. Il disegno di “Camus” diventa più fluido e dinamico e i dialoghi assumono una grande modernità, facendo quasi a meno della didascalia. A vederle oggi, si direbbero davvero tavole uscite dalla fucina della Sergio Bonelli Editore, e nemmeno tanti anni or sono.

La

La quarta avventura, “Gappisti all’opera”, cambia completamente registro e vi compare un eroe riconosciuto della Resistenza, Dante Di Nanni. Il Bollettino di guerra non racconta più le azioni della Divisione Oltre Po pavese, 165° Brigata Garibaldi “Crespi”, reparto Polizia divisionale “Arditi Bianchi”, come in precedenza, ma le gesta di un gruppo di Gappisti. In questo fascicolo, per la prima volta, viene citato un personaggio realmente esistito, un evento storico ben preciso, mentre fino a quel momento, le rappresentazioni del partigiano e delle sue imprese erano generiche, per quanto basate su elementi della realtà, come le rappresaglie. L’approccio verrà ripreso negli anni Cinquanta dal Pioniere e poi più avanti dal Corriere dei Ragazzi, prima di diventare corrente a partire dal cinquantenario della Liberazione, quando diversi autori si cimenteranno nella rievocazione a fumetti di eventi e personaggi storici legati alla Resistenza e alla Liberazione.  

Infine, l’ultimo numero della serie, “Firenze liberata”, è del tutto particolare. Intanto, mentre tutti gli altri albi presentano un’unica storia in otto tavole, questo ha al suo interno due vicende, di quattro tavole ciascuna. La prima, di “Camus”, costituisce l’inizio del racconto che dà il titolo all’albo ed è ovviamente ambientata nel capoluogo toscano. La seconda, invece, dal titolo “Il figlio fucilato”, è l’unica a non essere disegnata da Camusso, bensì da una figura carismatica nel mondo del fumetto e dell’animazione. Si tratta di Paul Campani (Paolo Campani, 1923-1991), celeberrimo maestro dell’animazione italiana e creatore di tanti personaggi del Carosello televisivo. La valenza “Resistenziale” della storia, però, è di non poco valore, poiché testimonia una lacerante – e straziante, nel caso specifico – guerra civile interna alla famiglia dell’anziano protagonista.

Con questo episodio si chiude la vicenda editoriale di Pam il partigiano, ma grazie alla disponibilità di Fabio Camusso, che le custodisce gelosamente, sono riemerse alla luce anche quattro tavole che costituiscono il seguito di “Firenze liberata” (pubblicate nel fascicolo di aggiornamento di Per la libertà, a cura dell’ANPI di Carpi, edito nel maggio 2015, e nella gallery in coda a questo articolo). Non possiamo sapere quale sarebbe stato il seguito, ma tutto sommato, poco importa. Il contributo di Pam il partigiano al racconto della Resistenza a fumetti e al fumetto italiano in generale è già notevole e non ha bisogno di altri elementi a supporto.

Fonte : “Guida del fumetto italiano” – articolo di Pier Luigi Gaspa


Gli articoli di “L’edicola del fumetto”

[catlist name=ledicola-del-fumetto numberposts=1000]