a cura della Redazione di Club50-Plus


Spesso sentiamo descrivere una persona come “non bella ma affascinante”. In che modo il fascino è diverso dalla bellezza?  Sapevate che il fascino, quel famoso “non so che”, prende il nome da un incantesimo? Infatti, la sua etimologia latina, “carmen”, significa formula magica, incantesimo, una certa influenza occulta. È così che si “lancia un incantesimo su qualcuno”. Come ricorda lo psicoanalista Jean-Pierre Winter, “non è sorprendente che Mérimée (e poi Bizet) abbia chiamato Carmen la sua eroina sfuggente e irresistibilmente seducente”. E continua: “Il fascino di una persona, che derivi dal modo di muoversi o di parlare, dalla discrezione o dall’esuberanza… sta nel fatto che appartiene solo a lei e la rende unica”.

Il mistero del fascino risiede senza dubbio nel fatto che sfugge a tutti i riferimenti esterni, siano essi sociali, familiari o professionali. In altre parole, più cerchiamo di conformarci, a un gruppo o a un individuo, meno spazio lasciamo al fascino per rivelarsi.

 Possiamo invece svilupparlo e sublimarlo resistendo alla tentazione di paragonarci o di adottare eccessivamente i codici di riconoscimento dei gruppi.  Il fascino è quell’aura indescrivibile che ci cattura quando incontriamo uno sguardo, ascoltiamo una voce o percepiamo un gesto. È spesso il cuore dell’attrazione, la “firma” della vostra unicità. Il fascino non ha nulla a che fare con l’aspetto e ancor meno con la perfezione. Ad esempio, al primo appuntamento una persona può essere timida, non finire le frasi, rispondere a vuoto, arrossire, essere a disagio; e proprio questo può far innamorare l’altra persona delle sue piccole imperfezioni. Come ha detto giustamente lo scrittore e poeta Christian Bobin: “Questo grande fascino di non cercare di piacere…”.

La bellezza fa girare la testa, il fascino fa girare l’animo.

La bellezza corrisponde alla simmetria del viso e dei lineamenti ed è spesso associata all’aspetto, all’abbigliamento, ecc.  Il fascino si manifesta attraverso il movimento dei lineamenti e la vitalità che si associa a un viso o a un corpo. 

È ciò che differenzia un’immagine dalla realtà della persona. 

La bellezza stupisce e affascina, ma nella sua autosufficienza manca di componenti essenziali: l’umorismo, la fragilità, la creatività, la spontaneità, l’assunzione di rischi, persino l’imperfezione. Il fascino è fatto di contrasti e sfaccettature mutevoli, e ci sembra di non poter finire mai di esplorarlo e ci invoglia a conoscere meglio la persona. Stabilisce un legame, un’attrazionr che fa innamorare. A differenza della bellezza, che si deteriora facilmente con il tempo, il fascino è durevole e difficile da perdere: è molto più di uno strato superficiale. Le persone affascinanti emettono un’aura naturale ed emanano una forza magnetica tutto intorno a loro. Come diceva Voltaire: “La bellezza piace agli occhi, la gentilezza incanta l’anima”.

Il fascino non ha strategia.

Il fascino è innanzitutto un’aurea che viene diffusa da chi la possiede e verso la quale proviamo un’attrazione a volte inaspettata. 

Ha ben poco a che fare con la seduzione, che è considerata piuttosto una “strategia sfacciata”. Il fascino deve essere candido, innocente, trasparente e spontaneo, altrimenti può svanire rapidamente. Il fascino richiede una certa disinvoltura verso se stessi, una dimenticanza del proprio “ego”, nonché un certoa apertura verso gli altri. Il fascino contiene sempre una componente di fragilità, vulnerabilità e soprattutto unicità.  Ma attenzione, è un modo di essere, non un modo di ottenere. Deve essere autentico: un sorriso genuino, una parola gentile. La chiave del fascino è non cercare nulla in cambio, nemmeno una reazione: un gesto amichevole contribuisce ad aumentare il fascino, così come la premura e la generosità.

Ecco qualche bella citazione sul tema:

“Sapete cos’è il fascino: un modo di sentirsi dire sì senza aver posto alcuna domanda chiara”, Albert Camus.

“Il velo del pudore nasconde più fascino di quanto la più bella nudità possa offrire”, Joseph Sanial Dubay.

“Esiste un potere le cui armi il tempo rispetta e teme. Lo si può possedere a cinquant’anni come a diciotto: è il fascino”, Sacha Guitry.

Fonte : Club50-plus.it – art. a cura di Emilia31