a cura della Redazione “A spasso per l’Italia”


La figura di Santa Lucia è celebrata in Trentino con alcune usanze che ricordano molto le figure dei “colleghi”: Babbo Natale, San Nicolò e la Befana. Anche la santa cieca, infatti, porta doni ai bambini buoni ed arriva di notte. In molti paesi del Trentino meridionale un tempo Santa Lucia era, di fatto, la vera protagonista delle feste natalizie, prima dell’arrivo di Babbo Natale, “tradizione” che si è diffusa solo nel corso del ‘900, e della Befana, figura più diffusa nell’Italia centrale, poi nazionalizzata negli anni ’20.

Ma come mai una santa siracusana è venerata in Trentino? Il motivo, probabilmente, è da cercare nella vicina città di Verona: secondo la leggenda, verso il XIII secolo in città si era diffusa una grave ed incurabile epidemia di “male agli occhi” che aveva particolarmente colpito i bambini. La popolazione allarmata, aveva allora deciso di chiedere la grazia a Santa Lucia, compiendo un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di S. Agnese, dedicata anche alla martire siracusana. Oggi nel luogo dove un tempo sorgeva la chiesa, si trova invece la sede del Comune scaligero: Palazzo Barbieri.

La storia tramandata racconta che a causa del freddo i bambini della città si rifiutarono inizialmente di partecipare al pellegrinaggio. Per risolvere la situazione i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito accettando di unirsi nella processione a piedi scalzi, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, numerosissimi doni. I bambini accettarono felici, l’epidemia terminò subito e da quel momento in poi è rimasta la tradizione il 13 dicembre di portare in chiesa i bambini per ricevere una benedizione degli occhi.

La notte del 12 dicembre è rimasta, anche in Trentino, l’usanza per tutti i bambini di coricarsi a letto consapevoli dell’arrivo di S. Lucia che porta regali e dolciumi a bordo di un asinello volante. Perciò si è soliti lasciare all’interno della propria casa sul tavolo un piatto con del cibo, affinché sia la Santa, sia l’animale, possano rifocillarsi prima di ripartire per il loro viaggio verso le case di tutti gli altri bambini. E come ogni leggenda che si rispetti, vi è anche una nota di “nero”: guai infatti a restare alzati fino a tardi ed aspettare svegli l’arrivo della Santa, poiché quest’ultima è pronta ad accecare con la cenere chiunque provi a rivolgerle un solo sguardo.

Il rituale intorno alla festa di Santa Lucia

Ancora oggi l’attesa della Santa è circondata da un atmosfera magica e la festa è accompagnata da una serie di rituali che vengono rispettati fedelmente e cominciano all’inizio di dicembre con i bimbi più grandi o i parenti che suonano campanelli per le vie delle città e fuori dalle finestre per “avvisare” che la Santa sta girando sul suo asinello per controllare la buona condotta dei suoi piccoli “clienti”. Spesso il suono del campanello lascia anche una traccia di caramelle, soprattutto di quelle di zucchero incartate in carte rosse e verdi dette ortaglie.

A Santa Lucia si scrive la letterina. E si regalano biscotti e vin santo

Anche a santa Lucia i bambini scrivono la letterina con le richieste e la sera del 12 preparano un piatto con dei biscotti e un bicchiere di vin santo per Lucia e una manciata di paglia (ormai è quasi sempre la più reperibile farina gialla) e una carota per l’asino che deve trasportare le classiche gerle stracolme di pacchetti. Prima di andare a dormire si completa la preparazione stendendo per terra, in una stanza di uso comune della casa, un lenzuolo bianco su cui verranno appoggiati i regali.

Filastrocca di Santa Lucia

Questa è la notte di Santa Lucia

Questa è la notte di Santa Lucia
senti nell'aria la sua magia.
Lei vola veloce col suo asinello
atterra davanti ad ogni cancello.
Ad ogni finestra un mazzolin di fieno
e l'asinello ha già fatto il pieno.
Santa Lucia con il suo carretto
lascia a tutti un gioco e un dolcetto.
Porta ai bambini tanti regali
tutti belli, tutti speciali.

Fonte : “veronasera


Le pubblicazioni di “Natale in…Tradizioni” ed.2022

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