a cura di Carlo Orlandi (Playerdue Lighting) – Giuseppe Santagata (Fotografiaartistica.it)


L’occhio umano e la fotocamera vedono la realtà in modo assai diverso. Il mondo è tridimensionale, mentre un’immagine fotografica si caratterizza per la bidimensionalità. L’immagine fotografica, inoltre, ha un confine marcato. Uno spazio specifico dove viene rinchiuso il selezionato: l’inquadratura.

La prima scelta che il fotografo, infatti, si trova ad affrontare è come inserire la scena all’interno della cornice fotografica. Come il pittore parte da una tela bianca per raccontarci la sua visione, il fotografo seleziona un’immagine dal caos del mondo e la ordina all’interno del suo formato. La composizione è la disposizione degli elementi visivi all’interno della cornice di una fotografia. Con il termine di composizione fotografica si intendono tutte le decisioni prese dal fotografo, al momento dello scatto, riguardo la scelta del soggetto da rappresentare e le sue relazioni con l’ambiente circostante.L’inquadratura circoscrive il contenuto di una fotografia, gli accadimenti, gli oggetti, le persone rappresentate e le forme. L’obiettivo delle decisioni che prendiamo quando componiamo l’inquadratura è quello di realizzare un’immagine che sappia trasmettere le sensazioni avvertite nel momento dello scatto o che porti chi guarda a focalizzare la propria attenzione su determinati dettagli, in altre parole che aiuti ad intensificare il messaggio che vogliamo dare.

Elementi principali di una composizione

  • SOGGETTO – il soggetto fotografico è quella parte dell’immagine sulla quale si desidera focalizzare l’attenzione dell’osservatore.
  • SFONDO – ovvero l’elemento che costituisce il piano più lontano rispetto al punto di ripresa. Si suole distinguere tra tre tipologie di sfondo: neutro, didascalico e integrato. Per sfondo neutro si intende un tipo di fondo uniforme, con elementi non identificabili che consente di evidenziare il soggetto principale. Lo sfondo didascalico appare leggibile, anche se, la maggior parte delle volte, non è perfettamente a fuoco. Viene usato per fornire informazioni sul luogo o sulla circostanza in cui viene scattata la fotografia. Nello sfondo integrato gli elementi partecipano alla compiutezza dell’immagine e a alla sua leggibilità contribuendo a chiarirne il significato.

Un oggetto viene percepito tanto più chiaramente dall’osservatore quanto più è messo in risalto rispetto all’ambiente che lo circonda. Il nostro sistema percettivo non è capace di leggere contemporaneamente figura e sfondo (per approfondire vi rinvio ad un post sulle regole della percezione).  Lo stesso effetto si può ottenere con l’uso del colore. Lo stesso effetto si può ottenere mettendo in primissimo piano il soggetto. O ancora con l’uso della illuminazione o della messa a fuoco.

Il fotografo come fosse un cuoco si serve di alcuni ingredienti dati dalla forma, linee, testure, luce, movimento e prospettiva per costruire un dato effetto e un dato equilibrio della scena.  Accanto a soggetto e sfondo troveremo molte volte altri elementi ( che si usano definire predicati). I PREDICATI sono elementi che completano o concorrenti al soggetto. La gestione di più elementi nella scena rende, ovviamente, più complicata la scelta compositiva. Si deve fare in modo che i predicati non rubino la scena al soggetto e che i vari elementi concorrano ad un equilibrio visuale, contribuendo a dettagliare meglio il soggetto, a fornire un diverso punto di vista o una prospettiva alternativa del soggetto. Lo spostamento, anche di uno solo, degli elementi che compongono la scena, cambia il significato percettivo dell’immagine.

Come comporre un’immagine fotografica

La cosa più importante quando decidiamo di scattare un’immagine è la consapevolezza di come sarà l’immagine finale. Una data composizione, infatti, stabilisce una gerarchia all’interno dello spazio. Tuttavia, non esistono regole assolute per comporre. Ogni composizione dipende dal tipo di sensazione o messaggio che vogliamo provocare. La scelta compositiva è una scelta creativa e, pertanto, personale. La fotografia ha solo un fine, quello di emozionare. E questo van ben aldilà di qualsiasi tecnica. Essere un fotografo significa avere un’idea, dei sentimenti da esprimere, significa ricercare attraverso la fotografia (l’immagine) il modo di rendere visibile questa visione, raccontando l’emozione delle storie. Esistono, tuttavia, diverse indicazioni estetiche, che abitualmente i fotografi usano (spesso inconsapevolmente) per armonizzare e bilanciare la composizione delle immagini. Credo che sia utile per riflettere vederle nel dettaglio.

Proporzione aurea e Regola dei terzi

Nella storia dell’umanità la ricerca di canoni estetici, di armonie perfette ha spesso trovato sul suo cammino un numero molto speciale: il numero aureo. Esso è un numero irrazionale e corrisponde al valore di 1,618033. La singolarità di questo numero sta nel fatto che su di esso si basano proporzioni rilevabili nei più disparati campi della natura, delle scienze, delle arti. Partendo dal numero aureo è possibile ottenere diverse figure geometriche che illustrano questa proporzione: come il triangolo aureo, il  rettangolo aureo e la spirale di Fibonacci, vicinissima nella forma a quella della chiocciola.

Le figure posizionate lungo queste linee, dette anche “linee di forza” e soprattutto quelle in corrispondenza di una loro intersezione, acquistano particolare forza espressiva. La presenza del rapporto aureo in alcune immagini è frutto più del caso, che non di scelte precise da parte dell’autore.  In quanto, l’occhio allenato del fotografo costruisce (spesso inconsciamente) molte composizioni che seguono queste relazioni. Vediamo qualche esempio:

Con il tempo la regola del rettangolo e della spirale aurea si è andata semplificando dando vita a quella che è comunemente chiamata regola dei terzi. Dividendo l’immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che l’immagine risulti  dinamica e armonica. Secondo la regola dei terzi all’immagine va “idealmente” sovrapposto un reticolo composto da due linee verticali e due linee orizzontali (linee di forza), equidistanti tra loro e i bordi dell’immagine. L’immagine viene quindi divisa in nove sezioni uguali: il riquadro centrale prende il nome di sezione aurea ed è delimitato dai quattro punti di intersezione delle linee (punti di forza, punti focali o fuochi). Questi sono i punti in cui l’occhio si concentra maggiormente dopo aver “guardato” il centro dell’immagine e dai quali raccoglie maggiore informazione. Quindi ponendo il soggetto o una parte importante dello stesso, in prossimità di uno di questi quattro punti gli si darà un’importanza maggiore rispetto ad altre parti dell’inquadratura.

Forme Triangolari nella composizione

Quando abbiamo più elementi all’interno dell’inquadratura è spesso utile cercare di organizzali in maniera tale che la loro collocazione guidi lo sguardo dello spettatore verso i punti principali dell’immagine. Un modo incisivo per organizzare diversi elementi chiave all’interno di una composizione è quello di incorporare implicite forme triangolari, in modo da creare un collegamento intuitivo tra gli elementi della scena. In una foto possono essere presenti più disposizioni a triangolo e l’occhio dello spettatore sarà sempre guidato da queste linee immaginarie che sposteranno l’attenzione del suo sguardo dal triangolo principale e quelli secondari.

Linee

Nella composizione fotografica uno degli elementi più importanti di cui tener conto sono le linee. L’occhio umano tende naturalmente ad essere attratto da elementi geometrici. La linea rappresenta uno degli elementi più semplici e quindi di più forte attrazione. Le linee orizzontali in genere producono una impressione di staticità e di tranquillità. Nella composizione fotografica le linee verticali, al contrario, rendono le immagini più dinamiche rispetto a quelle in cui prevalgono elementi orizzontali. Questo perché le linee verticali vengono istintivamente associate alla caduta. Le linee oblique, convergendo verso un unico punto (diventando cioè delle diagonali), trasmettono una sensazione di profondità alla foto. Le linee curve movimentano l’ambientazione e aiutano a guidare lo sguardo dello spettatore anche in immagini abbastanza complicate. 

Cornici naturali

Le cornici naturali di un’immagine aiutano a conferire profondità alla scena inquadrata, aggiungendo quindi un senso di tridimensionalità. Inoltre riescono a condurre l’occhio dell’osservatore verso il soggetto.

La ripetizione di elementi

Schemi e strutture ripetitive sono elementi che attraggono gli occhi. Nella fotografia la ripetizione di forme simili, imposta un certo ritmo all’immagine, rendendo la stessa più facile da leggere. Le ripetizioni diventano particolarmente incisive quando vengono interrotte da un elemento che stona nella scena.

Fonte : fotografiaartistica.it di Giuseppe Santagata