a cura di Felice Nicotera


La Cittadella Giudiziaria di Salerno fu progettata da David Chipperfield nel 1999, quando l’amministrazione comunale bandì un concorso internazionale di idee, a cui invitò a partecipare 80 studi che però in gran parte non parteciparono. Vincitore del concorso fu l’architetto britannico David Chipperfield, con secondo e terzo classificato lo studio catalano Miralles-Tagliabue e il francese Dominique Perrault. La cittadella giudiziaria è una grande opera architettonica a ridosso del centro commerciale della città, opera che con le sue costruzioni di diverso livello e colore, presenta una giustizia accogliente e aperta alla cittadinanza.

Quindi Il nuovo Tribunale di Salerno che ha sede nella Cittadella Giudiziaria, progettata dall’architetto britannico David Chipperfield, è un’opera funzionale ai bisogni di amministrazione giudiziaria dell’area salernitana, ma è anche una grande opera di architettura e un ridisegno funzionale di una zona centrale della città. I lavori sono proceduti, con alterne fortune e vicende costruttive faticose, dal 2003 al 2017 e il trasferimento degli Uffici Giudiziari è stato completato nel 2020.

Il progetto di David Chipperfield, fu esposto alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2002. La realizzazione riguarda sei edifici immersi nel verde, con grandi vetrate; ogni edificio è di altezza diversa e con colori alternati: il verde, il rosso, l’ocra. Gli edifici sono poi connessi tra di loro da una serie di porticati e di cortili e collocati su di una piastra di pietra nera. 

L’area in cui sorge il complesso giudiziario è tra la strada che costeggia il fiume Irno, i binari delle Ferrovie dello Stato vicini alla stazione e il mare. L’intervento ha ridisegnato tutta la zona urbana a ridosso del centro commerciale. 

Alla relazione illustrativa del progetto si legge, in contrasto con la realtà, che “Le scelte progettuali sono state indirizzate verso la massima valorizzazione del luogo e dell’istituzione e verso la semplificazione e l’armonia, per costruire con minimo sforzo e massima semplicità soluzioni durature.” Si è così lavorato per realizzare un complesso edilizio che fosse estremamente semplice nella concezione e nella costruzione e privo di eleganza, varietà, flessibilità alle funzioni ed ai mutamenti spaziali.

Sempre nella relazione illustrativa si legge che: “L’edificio si e strutturato come un’infrastruttura che esprime con chiarezza le costanti del sistema giudiziario e dell’istituzione rispondendo allo stesso tempo alle diverse variabili ed ai bisogni dei cittadino, della comunità, dei luogo e dei tempo. Il sistema di circolazione è stato articolato attraverso le corti che strutturano il percorso pubblico e stabiliscono una chiara gerarchia tra gli edifici, riflettendo le loro necessità di connessione ed il loro livello di sicurezza. Corti e Blocchi si interrelazionano e si caratterizzano a vicenda, ricercando modi per frammentare la monoliticità dell’istituzione, rafforzando la natura pubblica del complesso nonché la sua dimensione umana e il suo senso di accoglienza. Il verde delle corti si struttura confermando l’idea di apertura della costruzione e stabilendo continuità e ricchezza spaziale tra le sue singole parti.

Spazi e nuclei funzionali sono stati distribuiti nei sei edifici costituenti il complesso e situati su una piastra. Gli edifici sono collegati tra loro da un sistema di colonnati formanti delle corti, e ai piani superiori – secondo e terzo – da un sistema di passaggi.

In conformità alla legge 717 del 1949 (la cosiddetta Legge 2%), che prevede l’inserimento obbligatorio di opere d’arte negli edifici pubblici, nel 2002 fu bandito un concorso internazionale di idee la cui giuria, presieduta dallo stesso David Chipperfield e da Achille Bonito Oliva, selezionò tre opere (il Faro della Giustizia di Ben Jakober e Yannich Vu, scritte al neon riguardanti i temi della giustizia realizzate da Joseph Kosuth e tre video sul processo ingiusto alle idee di Franco Scognamiglio) per arricchire la struttura.

David Chipperfield è il vincitore del Pritzker Prize 2023: il più alto riconoscimento internazionale dedicato ai più importanti personaggi viventi del mondo dell’architettura.

Il grande architetto e designer inglese ha collaborato con Valli nella realizzazione della collezione Fusital H 348 David Chipperfield caratterizzata da linee eleganti, una forma affusolata ma essenziale il cui profilo viene addolcito da superfici morbide.