a cura della Redazione “Scuola e studenti” e “Focus Junior”


Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 aprile 1874 da Giuseppe e Annie Jameson, irlandese. I trasferimenti della famiglia, in Inghilterra – dove Guglielmo svolse molte delle sue attività – e in Toscana, furono frequentissimi.  

Allestì un laboratorio nella casa paterna a Villa Griffone (Bologna) dove si dedicò a numerosi esperimenti, primo tra tutti (a soli 18 anni) quello finalizzato alla realizzazione di una nuova pila elettrica da presentare a un Concorso internazionale, bandito dalla rivista L’Elettricità nel 1891. La finalità del concorso era la realizzazione di un “elettromotore pratico ed economico”, considerando che in quegli anni non esistevano ancora sorgenti in grado di assicurare una fornitura continua e di ampia diffusione di energia. Mettendo a frutto le sue competenze tecniche e le abilità sperimentali, il giovane Marconi si dedicò quindi alla realizzazione di pile termoelettriche, basate cioè sul principio della trasformazione del calore in elettricità. A tal scopo si rendevano necessarie leghe più efficaci (es. formate da cobalto) che richiedevano trattamenti ad alte temperature. Guglielmo Marconi interruppe quasi subito i suoi esperimenti sulle pile e iniziò a lavorare nel campo delle onde elettromagnetiche.  L’interesse di Marconi era essenzialmente focalizzato sullo sviluppo di tecnologie applicabili e utilizzabili e quindi dai risvolti pratici e commerciali. Il suo progetto più ambizioso fu quello di sviluppare un sistema di comunicazione con la telegrafia senza fili che, come vedremo, gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909 segnando in pratica l’inizio delle radiocomunicazioni.     

A partire dal 1894 effettuò i primi esperimenti con le onde elettromagnetiche, che in quel periodo erano oggetto di studio e ricerca a livello europeo. Leggendo le relazioni di Hertz (1857-1894) il giovane Marconi cominciò a riflettere sulla possibilità di inviare segnali a distanza utilizzando le onde radio, superando quindi la necessità dei fili della telegrafia ordinaria.  A Bologna fu assiduo frequentatore delle lezioni di Augusto Righi, docente di fisica all’Università.  Nel 1895, acquistò alcuni componenti e preparò il primo trasmettitore (e ricevitore) radiotelegrafico, che sperimentò a Pontecchio (Bologna). L’apparato di trasmissione e quello di ricezione erano separati da una collina: i segnali Morse furono ricevuti a circa 2 km di distanza dal fratello, che segnalò il successo della prova con un colpo di fucile. Aveva così compiuto il primo esperimento di telegrafia senza fili e realizzato la prima trasmissione di un segnale Morse su onde radio.    

Marconi inoltre perfezionò alcuni dispositivi tra cui il coherer, aumentandone notevolmente la sensibilità, e introdusse inoltre l’antenna, elemento fondamentale del sistema Marconi.   

Nel 1896 la famiglia si trasferì in Inghilterra, dove in quegli anni era fortissimo l’interesse nel potenziamento delle reti di comunicazioni e dove quindi il giovane inventore poté avviare collaborazioni importanti. Ottenne il suo primo brevetto nel giugno del 1896, e nel luglio del 1897 fu costituita la Wireless Telegraph and Signal Company (nota come Marconi Company) della quale Guglielmo Marconi diventò direttore tecnico e, inizialmente, principale azionista. In questo modo Marconi riuscì a controllare direttamente gli sviluppi della sua invenzione, anche in vista delle future applicazioni commerciali.  

Il 7 luglio 1897 ottenne il brevetto N. 12039 per la telegrafia senza fili. Marconi credeva fermamente nelle potenzialità della telegrafia senza fili, in primis quella di coprire distanze molto maggiori rispetto a quelle dei primi esperimenti. Riconosceva il profitto che poteva derivare da un progetto di tale portata, e sfruttò quindi la sua posizione di direttore tecnico della Marconi Company per effettuare ricerche e dimostrazioni in tal senso.   Con i suoi collaboratori si dedicò principalmente all’incremento della portata delle trasmissioni e alla riservatezza e indipendenza delle comunicazioni. Svelò l’esistenza dello spettro radioelettrico, che rendeva possibile la comunicazione contemporanea di molti segnali senza interferenze o intercettazione dei messaggi trasmessi (brevetto N. 7777 del 26 aprile 1900).   La prima trasmissione transatlantica dei segnali, risalente al 1901, dall’Inghilterra (stazione di Poldhu, in Cornovaglia) fino al ricevitore posto in Canada (Terranova) coprì una distanza di oltre 3.000 km dimostrando quindi che le onde radio potevano propagarsi a grande distanza nonostante la curvatura terrestre.  Nel 1902, Marconi condusse esperimenti a bordo del transatlantico Philadelphia e poi sulla corazzata Carlo Alberto, messagli a disposizione dalla Marina italiana, con cui i segnali si trasmettevano e ricevevano nel Mediterraneo, nell’Atlantico, nella Manica e nel Mar Baltico. Il programma transatlantico richiese molto lavoro: furono costruite nuove stazioni (Glace Bay nel 1902, Cape Cod nel 1903 e Clifden nel 1907) e furono necessari nuovi dispositivi. Nello stesso anno inventò il detector magnetico che, più sensibile e affidabile del coherer, lo sostituì nella rivelazione di onde elettromagnetiche permettendo di passare dalla ricezione di un segnale elettrico alla ricezione di un segnale acustico.

Una delle principali applicazioni della sua invenzione riguardò i servizi radio-marittimi per la sicurezza in mare. Il salvataggio di circa 1700 passeggeri a bordo del transatlantico Republic della White Star Line nel gennaio 1909 ne fu una conferma tangibile e proprio nel dicembre di quell’anno, al termine di un programma di lavoro di circa 15 anni, Guglielmo Marconi vinse il Premio Nobel per la Fisica, condiviso con lo scienziato tedesco Karl Ferdinand Braun, “a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”. Nel 1928 fu nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e nel 1930 presidente della Reale Accademia d’Italia.  In questo stesso anno stabilì un collegamento tra le apparecchiature dell’Elettra, ancorata nel porto di Genova, ed una stazione ad onde corte in Australia (Sydney): il radiosegnale inviato da Genova, coprendo quasi 20000 km di distanza, fece accendere le luci del Municipio della città australiana.  Il 12 febbraio 1931 fu inaugurata la stazione radio Vaticana e nello stesso anno avviò le sue indagini sulle microonde. Nel 1934 gli fu conferita la Laurea ad honorem in Fisica.  

Prima di Marconi si pensava che i segnali radio potessero essere ricevuti soltanto in località visibili dall’antenna emittente. Guglielmo Marconi dimostrò invece che, utilizzando un’antenna abbastanza potente, era possibile mettere in comunicazione via radio anche due continenti diversi. La ionosfera, che in quegli anni non era ancora conosciuta, è uno strato dell’atmosfera che riflette le onde radio rendendo così possibili le comunicazioni intercontinentali. Ai tempi della traversata atlantica, Marconi non poteva comprendere quindi perché il suo sistema funzionasse e se si fosse affidato solo ai calcoli basati sulla realtà fisica nota in quegli anni non avrebbe fatto la sua grandiosa scoperta.    

Fonte : “studenti.it”