a cura di “Fabrizio Caramagna”


La guerra è il matrimonio tra la forza e l’odio celebrato dall'irrazionalità.
A volte sono futilità e questioni estetiche quelle che muovono le guerre. Come la curva di un fiume che sta male sulla carta geografica, soltanto perché è sul territorio altrui.
In guerra non ci sono vincitori o perdenti, ci sono sopravvissuti.
Tutti vogliono la pace ma non ci sono libri scolastici di storia che non si vantino delle guerre che il paese ha vinto in passato.
La guerra ha le sue ragioni che la ragione non conosce, ma che i generali e i dittatori conoscono molto bene.
Disse il bambino: “Raccontami ancora quella storia, dove tutto finisce bene”. Sua madre, con una lacrima, cominciò a raccontare. Fuori cadevano le bombe e i missili.
Non chiederti se una bomba è americana, russa, islamica, nazista, liberatrice, giusta o non giusta. Una bomba è sempre una bomba.
Spesso in guerra si muore per qualcuno, raramente per qualcosa.
Scegli attentamente le tue guerre, potresti rimanere dentro una di esse per sempre.
In guerra, un ottimista uccide più persone di un pessimista.
Uno non sa quanto vale un letto con le lenzuola fresche, una fetta di pane appena sfornato o un caffè caldo finché non lo vestono da soldato e lo mandano in guerra.
Non c’è niente di meglio di un conflitto per ripetere gli stessi errori di quello precedente.
È difficile trovare la verità, ma di certo, non sta dentro nessun missile.
Se non ci fossero le guerre chissà quali altre tremende cose inventerebbero gli uomini per distruggersi.
In guerra, barbaro è sempre il nemico.
C’è qualcosa di gravemente sbagliato negli esseri umani nel modo in cui non si stancano delle guerre.
Di solito il futuro gode di miglior fama che il passato.
Solo nella nostra epoca, tra global warming, pandemie, crisi economiche e guerre, il futuro è nerissimo.
In guerra si passa dal comandamento “Non uccidere” a “Uccidi più nemici che puoi”. E si sa che è più facile disobbedire a Dio che ai generali.
Per fare bene la guerra non bisogna pensare che alla propria pelle, o meglio non bisogna pensarci del tutto. In guerra le sfumature uccidono.
Ci son immagini cosi forti e così tragiche che ti pare di sentirne il rumore.
E vorresti che gli occhi si facessero lampi per rispondere
e le mani rifugi per accogliere.
Tante ragioni per pesare, chiarire, spiegare, trovare un accordo e poi si fa la guerra.
Si comprende tutto, e si fa la guerra come se non si comprendesse nulla.
Approfittatore è quello che ti mette in mano la guerra e non ti parla di armi, di nemici o del dopoguerra.
In guerra servirebbero distributori automatici di fiori, da gettare contro i cannoni.

Fabrizio Caramagna, conosciuto anche come “ricercatore di meraviglie”, è uno degli autori italiani più citati e lo scrittore di aforismi (vivente) più citato al mondo.

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