a cura della Redazione di “Guida fumetto italiano”


Un grande mecenate, precursore dei tempi e innamorato del fumetto.

L’episodio storico, raccontato più volte, è noto: non ancora trentenne, il giovane Ivaldi si imbatte in un giornale a fumetti – con tutta probabilità il veneziano Asso di Picche – che lo colpisce molto, soprattutto per il segno di un disegnatore.

Che si tratti di Hugo Pratt, al tempo ai suoi esordi, Florenzo Ivaldi lo scoprirà solo in seguito. Ma tanto basta per fare nascere in lui una convinzione e un sogno: impegnarsi, un giorno, come editore.

L’idea, abbastanza azzardata per una persona che nella vita professionale si sarebbe poi occupato di tutt’altra e ben poco culturale attività – l’edilizia – è tanto nitida quanto semplice: dare vita a una rivista ove Pratt possa esprimersi in piena libertà creativa. Un traguardo senza dubbio parecchio lontano, ma perseguito nel passare degli anni con quella caparbietà che è stata una tipica caratteristica di Ivaldi, ligure ritornato in Italia dopo anni vissuti in Francia.

Da imprenditore ormai esperto, quando ritiene che il momento atteso è a portata di mano, Ivaldi “ingaggia” Pratt raggiungendolo a Malamocco (Venezia, nel 1965) e convincendolo a trasferirsi a Genova. Con accorta progettazione provvede inoltre affinché Hugo raduni dalla sua esperienza in Sudamerica una sostanziosa mole di materiali, e ne acquisti i diritti per l’Italia. Al momento di avviare, nel luglio 1967, la rivista Sgt. Kirk, diverse di quelle storie argentine saranno finalmente pronte per essere pubblicate in lingua italiana per la prima volta e, talvolta, rimontate per corrispondere al formato della testata.

Come è noto, il clima della stagione in cui opera Ivaldi è assai diverso dalla situazione odierna del fumetto in Italia: due anni prima è nato Linus; a Bordighera si è tenuta la prima edizione del Salone dei Comics; Umberto Eco e Carlo Della Corte hanno pubblicato volumi insoliti e innovativi. Tuttavia, l’opinione maggioritaria nei confronti del fumetto resta quella di sempre: una lettura destinata agli incolti, un passatempo da non consigliare.

“Prima di tutto Ivaldi soddisfa la propria passione di lettore.”

Proponendo una rivista mensile di grande impatto visivo e riservata al fascino dell’avventura, Ivaldi, soddisfacendo una propria passione di lettore, immagina una strada per riunire in un contesto in trasformazione i non più giovanissimi suiveurs dei mitici anni Trenta. Ignora però del tutto le dure regole del mercato, in particolare quelle della distribuzione, e la rivista si rivela un azzardo economico, forse troppo elegante per il tipo di pubblico che intende radunare intorno a sé. Testardamente, Ivaldi prosegue (tra sospensioni e riprese Sgt. Kirk vive sino al 1979), arrivando a mostrarsi per quello che davvero è: uno straordinario mecenate, la cui caparbia passione concede a Pratt di portare a termine quella Ballata del mare salato che lo impone definitivamente quale autore internazionale.

Accanto e intorno al grande Hugo, la rivista propone diversi autori latini all’epoca ancora inediti in Italia, o scarsamente conosciuti (Breccia, Ciocca, Muñoz, Del Castillo), oltre a ristampe di opere già note. Nel solco di quanto accadeva in Linus, ma con maggiore attenzione per la (allora) poco nota vicenda argentina, e per una certa sensibilità con l’immaginario cinematografico, le sue pagine offrono accanto ai fumetti un ricco ventaglio di analisi critiche, saggi, dossier. Spinto dal desiderio di elevare la qualità sia tecnico-editoriale sia critica del fumetto, Ivaldi pubblica nel febbraio 1969 Citizen Caniff, volume di grande formato dedicato all’opera del principale ispiratore dello stesso Pratt: la prima monografia italiana dedicata a un autore di fumetti e, insieme, uno dei primi libri con caratteristiche di grafica e cartotecnica paragonabili all’editoria d’arte e cultura.

La lussuosa confezione editoriale di quel saggio si estenderà presto ai fumetti stessi, offrendo a Pratt una veste all’altezza del suo valore artistico, con i preziosi volumi dedicati a Wheeling (1972) ed Ernie Pike (1974). Proseguendo lungo la strada della saggistica, Ivaldi pubblica inoltre A-Z Comics (ottobre 1969), il primo progetto italiano di ambizione enciclopedica, ideato da Claudio Bertieri e prefato dallo scrittore e regista ormai affermato Cesare Zavattini, autore con Federico Pedrocchi di memorabili successi del fumetto anni Trenta come Saturno contro la Terra.

Negli anni seguenti Ivaldi tenta nuovi progetti editoriali, mescolando formule consolidate ma anche sperimentandone di nuove. È il caso della bizzarra Tilt (1968), un magazine mensile di giornalismo e fumetto fondato su un registro umoristico, insieme perfido e surreale, ideata e curata da Alfredo Castelli, Mario Gomboli e Carlo Peroni, che avrà vita brevissima. Altra storia, sebbene ugualmente fallimentare, quella di Asso di Picche (1969), tentativo di ridare vita fuori tempo massimo alla testata lagunare. Ma Ivaldi investe anche fuori dall’edicola, realizzando nel corso degli anni Settanta volumi in collaborazione con editori come Mondadori o Fabbri, grazie ai quali riesce a dare un contributo importante, valorizzando artisti all’epoca non ancora del tutto affrancati dalle testate rivolte ai giovanissimi quali Battaglia, Toppi e Micheluzzi.

Ivaldi si è spento a Genova l’8 febbraio 2012.

Fonte : “Guida del fumetto italiano” – articolo di Claudio Bertieri


Gli articoli di “L’edicola del fumetto”

[catlist name=ledicola-del-fumetto numberposts=1000]