a cura della Redazione di “Benessere”


Siamo al supermercato e con la lista della spesa in mano, decidiamo di ripristinare la nostra dispensa, intanto il carrello della spesa si riempie di svariate confezioni diverse per forma, grandezza e colore. Conosciamo esattamente ciò che stiamo acquistando, la sua composizione, l’origine …in buona sostanza, leggiamo l’etichetta? La risposta è molto spesso no! Leggere l’etichetta è uno strumento che il consumatore può utilizzare per conoscere tutto ciò che è contenuto in quel determinato prodotto, dunque la lista degli ingredienti, la tabella nutrizionale, i termini di scadenza, le modalità di conservazione e la provenienza del prodotto. Il suo scopo è quello di tutelare e informare l’acquirente in modo corretto e il più possibile trasparente; dal 1982 per legge l’etichetta deve riportare l’elenco degli ingredienti con nome specifico leggibile. Il governo ha poi emanato il D lgs 27/01/92 n. 109 che è il testo vigente secondo il quale devono essere riportate le seguenti indicazioni:  

  • Nome del prodotto
  • Elenco degli ingredienti
  • Quantitativo (peso netto/peso sgocciolato)
  • Termini di scadenza
  • Azienda produttrice
  • Lotto di appartenenza
  • Modalità di conservazione e eventualmente utilizzo

Al contempo un’etichetta non deve mai indurre in errore sulle caratteristiche del prodotto, sulla sua natura, origine, qualità, ecc. A questo proposito è bene considerare l’aspetto legato alle immagini utilizzate per completare la confezione e la pubblicità del prodotto venduto. Si tratta di “libere immagini”, cioè di contorni “pittorici” scelti dall’azienda per richiamare l’attenzione del consumatore. E’ comunque specificato in dicitura accanto alla foto che si tratta, appunto, di un’immagine che richiama il prodotto in questione, con il solo scopo di proporcelo esteticamente più interessante. Per quanto concerne gli ingredienti, l’ordine in cui appaiono in etichetta non è assolutamente casuale ma è decrescente in relazione al peso, quindi il primo è quello quantitativamente più rappresentato e via via seguiranno gli altri. Per fare un esempio pratico: su una confezione di biscotti al miele gli ingredienti sono: farina di grano tenero, uova, miele, zucchero ovviamente sarà quantitativamente più presente il miele che lo zucchero. Scorrendo tutti gli ingredienti si arriva al fondo dell’etichetta e spesso si legge la parola “additivo” ma cosa sono realmente? Gli additivi alimentari sono sostanze che vengono aggiunte al cibo per conservarle, presentarle meglio cambiando colore, gusto ma non tutti sono così innocui e non sono propriamente degli ingredienti e non hanno alcun valore nutrizionale. Sono classificati a seconda della funzione ad esempio antiossidante, antimicrobica svolta negli alimenti e sono identificati da un numero e da una lettera. La lettera “E” indica che l’additivo in questione è riconosciuto e permesso in tutti i paesi dell’Unione Europea. Il numero che segue ne definisce la categoria ad esempio E1…= colorante E3… = antiossidante.

Vediamo un po’ più nello specifico:

  • Coloranti (da E100 ad E199)
  • Conservanti (da E200 ad E299) il loro fine è quello di rallentare il deterioramento del cibo causato da: batteri, lieviti e muffe.
  • Antiossidanti (da E300 ad E322) evitano il processo di ossidazione nell’alimento.
  • Correttori di acidità (da E325 ad E385)
  • Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (da E400 ad E495)
  • Aromatizzanti, donano agli alimenti specifici odori e sapori. La legge italiana prevede la loro indicazione in etichetta in modo generico come aromi.

Il consiglio è dunque quello di leggere molto attentamente l’etichetta e dunque tutti gli ingredienti in essa contenuti, è particolarmente importante per chi presenta problemi allergici, poiché potrà ponderare la sua scelta e conseguentemente il suo acquisto. Ma procediamo in questo cammino considerando altre voci presenti sulla confezione, che è una sorta di “mappa del tesoro”. Il termine “peso sgocciolato” indica che: l’alimento solido è immerso in un liquido, quindi deve esserne indicata la quantità “peso sgocciolato” oltre al peso netto.
Per quanto concerne la scadenza è bene fare subito molta chiarezza. La data di scadenza è un elemento fondamentale per organizzare e controllare la nostra dispensa.

Un piccolo aiuto:

da consumarsi preferibilmente entro… “; fino a quella data il prodotto garantisce le sue proprietà, ma può essere consumato anche per un breve periodo successivo alla data indicata: ad esempio per la pasta o il riso si applica questa dicitura;
da consumarsi entro “: va consumato assolutamente entro quella data e non oltre. Ad esempio per il latte, lo yogurt, i formaggi freschi.

 La data può apparire:

  • gg/mese = per prodotti che si conservano per meno di tre mesi. Esempio latte, mozzarelle, yogurt
  • mese/anno = per prodotti che si conservano per più di tre mesi ma per meno di 18 mesi. Esempio pasta all’uovo, biscotti, merendine, maionese.
  • Anno = per prodotti che si conservano per almeno 18 mesi. Esempio pelati in scatola, piselli e tonno in scatola, olive in salamoia.

Un occhio di riguardo va anche rivolto alle…preposizioni perché la grammatica è importante…! Se leggete un’etichetta che riporta la dicitura “gnocchi di patate”; le patate sono, effettivamente, l’ingrediente principale, mentre se la scritta riporta “gnocchi con patate”: è molto probabile che al primo posto troverete farina di grano tenero, e poi le patate… Ultimamente si da sempre maggiore importanza alla tracciabilità e alla sicurezza alimentare ad esempio nel settore ortofrutticolo è entrata in vigore a partire dallo scorso 15/02/2003 un decreto legislativo (Dlgs/306/02) che dispone l’applicazione di una “carta d’identità” da applicare alla frutta e alla verdura. Si tratta di cartellini da esporre sulla merce in vendita i quali devono riportare: natura del prodotto, sua origine, varietà, categoria ecc. Altro elemento interessante è il codice a barre (composto da un insieme di barre, lineette nere) attraverso il quale si risale alla provenienza nazionale ecco alcuni esempi: 80 Italia, 30 Francia, 57 Danimarca, 73 Svezia, 400 Germania, 76 Svizzera, 45/49 Giappone, 87 Olanda, 90 Norvegia.

Per concludere ecco qualche dritta sul materiale utilizzato per le confezioni. Ogni confezione è fabbricata utilizzando uno specifico materiale vediamo qualche esempio:
CA = cartone, AL = alluminio, PVC = polivinilcloruro, ACC = banda stagnata.
Tutte queste indicazioni sono utili per poter smaltire e differenziare correttamente i rifiuti.
Essere informati attraverso la lettura delle etichette ci permette di conoscere meglio gli alimenti che consumiamo e acquisire una maggiore consapevolezza sulla loro provenienza e tracciabilità.