a cura della Redazione di “Guida fumetto italiano”


Le origini del settimanale per i bambini varato dal Corriere della Seranel 1908

Figlia di uno stimato antropologo, nel 1908 ha avuto l’idea di dare vita al diffusissimo settimanale, merito per anni mai riconosciuto. Chi è? È Paola Lombroso, nota per aver curato la corrispondenza sul Corriere dei Piccoli firmandosi Zia Mariù – pseudonimo che utilizzò anche in opere successive.

È di una donna l’idea del <i>Corriere dei Piccoli</i>

Non molti sanno che l’origine del Corriere dei Piccoli, celebre settimanale per l’infanzia pubblicato dalla fine del 1908, risale a un’idea di Paola Lombroso Carrara (1871-1954), figlia primogenita dell’illustre psichiatra e antropologo Cesare Lombroso e moglie di Mario Carrara, medico allievo di suo padre.

Interessata in modo particolare al mondo dell’infanzia, già sul finire del XX secolo Paola aveva concentrato la sua attenzione sulla figura del bambino da un punto di vista psicologico e pedagogico e secondo una prospettiva riformatrice di stampo socialista. Affiancando l’attività di studio a diverse collaborazioni giornalistiche e alla stesura di novelle, Paola diede alle stampe contributi quali Saggi di psicologia del bambino (1894) e Il problema della felicità (1900), La vita dei bambini (1904) e nel 1896, con la sorella Gina, fondò l’istituzione torinese Scuola e Famiglia, un’iniziativa di pedagogia sociale volta a combattere l’analfabetismo per mezzo di un’assistenza pubblica rivolta ai bambini delle scuole elementari.

Il progetto rispondeva all’esigenza di diffondere la cultura agli strati della popolazione che fino ad allora ne erano stati esclusi”

Il progetto che portò alla nascita del Corriere dei Piccoli rispondeva per Paola alla fondamentale esigenza di diffondere la cultura agli strati della popolazione che fino ad allora ne erano stati esclusi: un pubblico di bambini, secondo la sua lungimirante intuizione, sarebbe stato il protagonista di questo mutamento, a patto però di riconsiderare la letteratura dell’infanzia a partire dai gusti dei piccoli lettori e adeguandosi al principio dell’“insegnare divertendo”. All’epoca, osservava Paola, i pochi periodici per ragazzi esistenti in Italia quasi sempre non eccellevano per qualità e soprattutto non potevano contare su una solida organizzazione editoriale e su una capillare distribuzione, presupposti indispensabili per garantirne un costo di vendita relativamente basso e di conseguenza un’ampia diffusione anche negli strati meno abbienti.

Di qui il proposito di fondare un nuovo giornale per ragazzi concepito come emanazione di un grande quotidiano, il cui referente ideale venne individuato in Luigi Albertini, allora direttore del Corriere della Sera. I due ebbero un primo colloquio nell’ottobre del 1905, a seguito del quale Paola venne invitata ad articolare per iscritto i dettagli del progetto.

“La responsabilità del Corriere dei Piccoli non poteva essere affidata a un collaboratore esterno, né tantomeno a una donna”

Le successive fasi della collaborazione con la dirigenza del Corriere, in ogni caso, si rivelarono problematiche: mentre Paola contava di poter ricoprire una funzione di primo piano all’interno del giornale venturo, col passare dei mesi dovette prima lottare per non esservi addirittura estromessa, e infine accondiscendere a un notevole ridimensionamento delle sue aspettative. La responsabilità del Corriere dei Piccoli, secondo l’opinione dei fratelli Luigi e Alberto Albertini, non poteva essere affidata a un collaboratore esterno, né tantomeno a una persona che non risiedesse a Milano, né poteva essere lasciata a una donna (con la quale, scrivevano i due, “non potremmo avere quella libertà di rapporti che sono necessari con tutti coloro ai quali si affida una simile responsabilità e che invece si possono avere con un uomo”).

“Sulle pagine del Corrierino curò la corrispondenza e lanciò le “Bibliotechine rurali”, diffondendo la lettura tra i ragazzi del popolo”

Il primo numero del Corriere dei Piccoli uscì nelle edicole il 27 dicembre 1908. Il ruolo di direttore della testata fu assegnato a Silvio Spaventa Filippi, mentre Paola Lombroso accettò di curare in forma anonima alcune rubriche tra le quali spiccava quella dedicata alla corrispondenza coi piccoli lettori, nella quale incominciò ad utilizzare lo pseudonimo Zia Mariù. Fu proprio all’interno di questa rubrica – da molti lettori ricordata con affetto per decenni – che Paola lanciò nel 1909 l’iniziativa delle “Bibliotechine rurali”, a seguito della lettera in cui una maestra chiedeva se tra i lettori del giornale ci fosse qualche bambino disposto a spedire dei libri divertenti alla sua scuola di campagna sprovvista di testi. L’iniziativa ebbe un successo enorme e favorì la creazione di numerose “Bibliotechine”, grazie anche a un’ingegnosa campagna di finanziamento a cui ogni bambino era invitato a contribuire spedendo un francobollo da dieci centesimi in occasione del suo compleanno o di quello di un parente. L’intraprendenza della Lombroso fu comunque tollerata malvolentieri dai dirigenti del Corriere della Sera, insoddisfatti del taglio che aveva preso la rubrica. Nella primavera del 1911, in una serie di lettere via via più perentorie, Paola fu così invitata espressamente a portare a termine la sua campagna di raccolta fondi.

Lo spazio concesso alle “Bibliotechine” sulle pagine della rubrica si assottigliò fino a scomparire nel giro di qualche mese, e l’anno seguente Paola interruppe la sua collaborazione con il giornale. L’iniziativa delle “Bibliotechine” proseguì invece ancora per molti anni, contribuendo a far sì che numerose scuole di campagna uscissero da uno stato di isolamento culturale e che la lettura si diffondesse tra i ragazzi del popolo. Non a caso, a distanza di decenni, l’esperienza sarà definita da Paola “l’avventura magica, inaspettata della mia vita”.

Fonte : “Guida del fumetto italiano” – articolo di Gianni Bono


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