a cura della Drs Maria Luigia Bianco


Ormai sono tantissime le evidenze che dimostrano che il consumo eccessivo di zucchero bianco da cucina (cioè il saccarosio) sia davvero pericoloso per la salute delle persone. Esso svolge un ruolo determinante nella manifestazione e poi sviluppo di malattie metaboliche come obesità, diabete, ipertensione, ecc… Per ovviare a questo problema, pertanto, il mercato offre l’alternativa dei “dolcificanti dietetici“. Ma, essi, riescono davvero a risolvere il problema?

L’OMS raccomanda di non superare il 10% delle calorie totali con zuccheri semplici e, alla luce delle evidenze e delle indicazioni degli organi competenti, l’interesse del consumatore si è quindi direzionato verso prodotti alimentari a ridotto tenore zuccherino. Ed è questo il motivo per cui, negli anni, sono spuntati sempre nuovi dolcificanti più o meno naturali che sostituissero lo zucchero bianco in tutte le sue caratteristiche. Stevia, fruttosio e aspartame sono solo alcuni dei più comuni dolcificanti in commercio. Hanno meno calorie rispetto allo zucchero bianco ed un potere dolcificante nettamente maggiore. Su alcuni di questi c’è stata la preoccupazione iniziale riguardo il loro potenziale cancerogeno, poi il dibattito si è più recentemente spostato sul loro potenziale effetto dannoso sulla salute metabolica. Infatti chi generalmente sceglie prodotti arricchiti con questi dolcificanti è perché vuole ridurre le calorie e si aspetta miglioramenti nella gestione del peso e della glicemia. Ecco, non sempre ciò accade. In una ricerca pubblicata su “Neuron” emerge che l’utilizzo dei dolcificanti inganna il palato, ma non la mente. Infatti la percezione del gusto dolce non è sufficiente affinché vengano prodotti gli ormoni coinvolti nei processi di digestione né tanto meno di sazietà. Il risultato è un perenne stato in cui il cervello invia segnali di fame e di ricerca di cibo dolce. Con queste premesse è molto facile finire, prima o poi, col mangiare dello zucchero vero, capace almeno per un breve periodo, di aumentare la glicemia e far tacere i morsi della fame.

E’ facile accorgersi di quanta attenzione a volte dedichiamo alla ricerca dell’alternativa per il cucchiaino di zucchero da mettere nel caffè, quando in fondo si tratta solo di un cucchiaino. Sono ben altri gli errori da sistemare. Ad esempio è molto importante capire che miele, zucchero di canna, malto, sciroppo d’agave, ecc… non sono poi così diversi rispetto lo zucchero bianco. Saranno sicuramente più ricchi di enzimi e microelementi, ma sempre di zucchero parliamo. Personalmente ritengo che lo sforzo da fare non sia quello di ricercare sostituti dello zucchero, bensì cercare di limitare la quantità di dolcificante utilizzato. Qualunque esso sia. Bisogna abituare il palato a livelli di gusto dolce più moderati e lo si fa attraverso un graduale e progressivo allenamento. Riscoprire i gusti autentici degli alimenti aiuterà l’adozione di uno stile di vita sano e duraturo.