a cura della Redazione Dmax


L’impegno per arrestare lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento dei livelli del mare cresce ogni giorno di più, come quello per diminuire i gas a effetto serra nell’atmosfera. Nonostante la costanza nel tutelare il nostro pianeta bisogna far fronte ad alcune crisi come quella dell’acqua dolce.

L’acqua dolce rappresenta circa il 2,5% dell’acqua totale presente sul pianeta. Di questa frazione la maggior parte è presente nei ghiacciai e in nevai: possiamo dunque affermare che circa lo 0,007% dell’acqua presente sulla Terra è disponibile per la popolazione mondiale. Sapendo che l’acqua marina è presente in enormi quantità, si fa sempre più strada l’utilizzo di impianti desalinizzatori.
Ma in quali casi si ricorre effettivamente a desalinizzare l’acqua di mare? Come funziona un desalinizzatore, e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questi processi? In linea teorica, un desalinizzatore può essere utilizzato in tutte le zone in cui si ha necessità di acqua dolce pur avendo a disposizione solamente acqua salata. Ad esempio, le coste dove l’aridità è maggiore, soprattutto in estate, si mettono in campo dei sistemi per desalinizzare l’acqua marina. Ma va detto che ci sono anche casi specifici in cui i desalinizzatori vengono usati senza nessuna effettiva urgenza in corso: si pensi ai dissalatori usati in campo nautico e diportistico, e quindi ai dispositivi per desalinizzare l’acqua di mare a bordo delle barche.