a cura della Drs Maria Luigia Bianco


LE CIRCONFERENZE CORPOREE: PERCHE’ IL NUTRIZIONISTA LE RILEVA?

Le circonferenze corporee sono indicatori delle dimensioni trasversali dei segmenti corporei. Esse riflettono la quantità di tessuto adiposo corporeo, ma sono ovviamente anche influenzate dallo spessore dei segmenti scheletrici e della massa muscolare. Da sole o in associazione, le diverse circonferenze corporee, sono utilizzate per il calcolo degli indicatori dello stato di crescita, nutrizionale, di distribuzione della massa grasso o del biotipo morfologico o costituzionale.

La rilevazione delle circonferenze corporee viene effettuata attraverso un metro antropometrico in specifici punti chiamati “siti o punti di repere”. Le principali circonferenze corporee che vengono rilevate ai fini di una corretta valutazione nutrizionale sono a livello di: polso, avambraccio, braccio, vita, fianchi, radice coscia, mediana coscia, ginocchio (sovra patellare), polpaccio e caviglia.

Nell’ambito della valutazione dello stato di salute di un paziente è fondamentale valutare due parametri correlati alle circonferenze corporee: la circonferenza vita e il rapporto vita/fianchi.

La circonferenza vita è correlata alla presenza di grasso viscerale e si utilizza come indice di rischio di malattie metaboliche come il diabete, patologie cardiovascolari, ecc.

Il rapporto vita/fianchi (WHR) è calcolato come il rapporto tra la circonferenza della vita e dei fianchi ed è utilizzato come indice della distribuzione del grasso corporeo. In relazione ad esso si parla di due biotipi:

– a mela (tipicamente maschile): con adiposità localizzate a livello viscerale (intraddominale, dorsale e toracico) detta adiposità androide (WHR > 0,95 nell’uomo e 0,85 nella donna)

– a pera (tipicamente femminile): con adiposità localizzate a livello periferico (addome inferiore, glutei e zona femorale) detta ginoide

Il biotipo “a mela” ha un rischio maggiore di ammalare di patologie metaboliche (es. diabete o malattie cardiovascolari), mentre, il biotipo a “pera” ha maggiore probabilità di sviluppare patologie osteoarticolari e venolinfatiche.