a cura della Redazione GreenMe


In alcune relazioni di tipo tossico, uno dei due partner tiene legata a sé l’altra persona concedendole, con un preciso calcolo, sempre il minimo indispensabile. Questo è il fenomeno che illustreremo nell’articolo di oggi.

Come abbiamo potuto vedere in diversi articoli, il mondo delle relazioni negli ultimi anni è cambiato e nient’affatto in senso positivo. Sono nati nuovi modi di stringere legami e soprattutto di scioglierli, spesso con modalità subdole che feriscono chi ne è vittima. Tutti questi “nuovi” atteggiamenti sono stati ribattezzati con termini inglesi: ghosting, orbiting, gaslighting… 

Oggi è il momento di parlare di un altro termine che racconta uno specifico tipo di rapporto: il breadcrumbing (letteralmente “briciole di pane” o “pangrattato”). 

Per capire cos’è il breadcrumbing facciamo un esempio. Conosci una persona (dal vivo o in chat, non c’è differenza), organizzate un appuntamento, scatta la chimica (almeno per te). Seguono altri appuntamenti, sempre belli e positivi. E poi? Il rapporto, inspiegabilmente, si dirada. Non viene sciolto all’improvviso, come accade con il ghosting, ma procede attraverso brevi momenti insieme (briciole di pane, appunto) che non portano da nessuna parte. Può capitare che vi vediate una sera per bere insieme, può capitare una sveltina qualche settimana dopo, può arrivare qualche messaggio la settimana ancora seguente… ma di fatto, la sensazione è chiara: qualcuno, in questo rapporto, non è presente, non c’è. E quel qualcuno non sei tu. 

Il breadcrumbing viene fatto da persone che non sono realmente interessate a intessere dei rapporti ma ti considerano come una sorta di passatempo. Questo non viene mai dichiarato, naturalmente, anzi, spesso le briciole del breadcrumbing sono “briciole digitali” che hanno l’effetto di aumentare in te il senso di legame e l’aspettativa. Presenza sui social, messaggini, vocali, emoji mandate anche spesso, e poi? Il nulla. La presenza di chi fa breadcrumbing è solo apparente, fittizia, inconcludente. Ci si può scrivere per settimane e non incontrarsi mai. Oppure ci si può incontrare sapendo che ogni volta potrebbe essere l’ultima. 

Se quello che abbiamo raccontato descrive la situazione attuale chiediti: come sono finito a calarmi nel ruolo di Pollicino, raccoglitore di briciole? Senti davvero di meritarti un tipo di rapporto simile? 

Un conto è scegliere, di comune accordo, di mantenere una frequentazione leggera e senza obiettivi, un altro conto è vivere nell’aspettativa, nell’attesa di qualcuno che di fatto non è emotivamente presente. Raccogliere briciole, appunto, mentre l’altro si mangia tutto il pane o peggio lo porge a qualcun altro. 

Non è sempre facile accorgersi che si sta vivendo una relazione caratterizzata dal breadcrumbing: da fuori è abbastanza facile cogliere i segnali di questo problema ma quando siamo coinvolti direttamente, anche per l’abilità manipolatoria dei “breadcrumber”, spesso non ci rendiamo conto di ciò che stiamo vivendo. I primi campanelli d’allarme possono arrivare anche dopo mesi o anni, quando ci si rende conto che la relazione che si sta vivendo è estremamente frustrante e che l’impegno non è bastato a renderla più solida, meno sporadica. 

Nell’atteggiamento denominato breadcrumbing è sempre presente una certa forma di sadismo, perché si tiene legata a sé una persona innamorata trattandola però come se fosse un oggetto di divertimento slegato da ogni reale attenzione sentimentale. Per questo, se ti accorgi che la tua storia è caratterizzata da una dinamica come quella descritta, non hai altra scelta che chiudere il rapporto.