a cura di Manuel Di Filippo


Uno dei riti del fuoco più antichi al mondo che richiama migliaia di visitatori nel borgo molisano.

La Ndocciata è uno spettacolare rito tradizionale costituito da una sfilata di grandi fiaccole, costruite artigianalmente con legno di abete bianco e fasci di ginestre secche, lungo il corso del paese. Le ‘ndocce (torce), tenute insieme dallo spago, possono essere alte fino a due o tre metri e talvolta sono riunite da paletti trasversali per formare grandi gruppi di fiaccole.

Le radici di questo antichissimo evento risalgono all’epoca romana, ai tempi della tribù dei Sanniti, i quali usavano le ‘ndocce come fonte di luce durante gli spostamenti notturni. Dopo il XVIII secolo, la tradizione è stata tramandata dai contadini che cercavano di illuminare il percorso per raggiungere le chiese lungo le strade del paese durante la notte di Natale. Vi sono alcune credenze che affermano che se il vento durante la Ndocciata soffia da nord, l’anno che stava per iniziare sarebbe stato un buono e inoltre nel medioevo si credeva anche che le ’ndocce tenessero lontane le streghe.

In tempi non lontani, gli abitanti gareggiavano per realizzare le torce più belle e compatte e per farle durare di più, al fine di farsi notare agli occhi delle ragazze del paese. Alla fine della sfilata i partecipanti portavano la propria ‘ndoccia  sotto la finestra della fanciulla nella quale riponevano le proprie speranze e, se lei si affacciava significava che aveva gradito il gesto, in caso contrario la torcia, e l’ardore del giovane portatore, veniva spenta con una poco gradita secchiata d’acqua.

La processione delle ’ndocce è anche considerata uno dei riti del fuoco più antichi al mondo ed è stata riconosciuta come “Patrimonio d’Italia per la tradizione” dal Ministero del Turismo nel 2011.

Alla Ndocciata, che è sempre accompagnata da canti tradizionali e da suonatori, prendono parte centinaia di portatori di torce di tutte le età e provenienti dalle cinque contrade del paese: Capammonde e Capabballe, Colle Sente, Guastra, Sant’Onofrio, San Quirico. I portatori vestono con abiti tradizionali (cappe) e, dopo aver acceso le ’ndocce si incamminano lungo il corso principale del borgo di Agnone, trasformandolo in un gigantesco ed emozionante fiume di fuoco, fino a giungere alla piazza dove vengono usate per accendere un grande falò. La popolazione si riunisce intorno al falò per dare addio a quanto di negativo c’è stato durante l’anno che sta per finire e che simbolicamente sarà bruciato nel fuoco.

Anche il giovane Manuel Di Filippo ha desiderato essere presente e parte attiva del corteo in festa.


Video realizzato dallo studio “Iridi Digitali”

Fonte : “e-borghi”


Le pubblicazioni di “Natale in…Tradizioni” ed.2022

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