a cura di “Fabrizio Caramagna”


A volte due persone, per combaciare, devono prima rompersi in mille pezzi.
I tatuaggi sono ciò che vuoi far vedere al mondo.
Le cicatrici sono ciò che il mondo ha deciso di far vedere di te.
Ci sono ferite che mi fanno male, anche se sono nella pelle di un altro.
Ferisci me. E sanguini tu.
Che strana guerra ci facciamo.
Sei acqua che scivola nell’assenza e sale che brucia. Sei immagine inafferrabile e taglio che sanguina. Sei ferita e inganno. Sei delusione.
Ferite mortali, quelle inferte a noi stessi.
A colpi di “se avessi potuto”.
“Mai più” suona come una cicatrice, di quelle che pizzicano quando cambia il tempo, di quelle che nascondi per essere normale e cercare di provare di nuovo a vivere.
Ci sono ferite che segnano e altre che insegnano.
Le parole che avremmo voluto dire e non abbiamo detto lasciano le cicatrici più profonde.
Chiudere una storia lascia cicatrici, ma non farlo è come avere le mani piene di spine.
Anche il punto finale è una specie di cicatrice.
Ferisce ciò che non credevi possibile.
Per tutto il resto c’è un “me lo aspettavo”.
Ma fa male pure quello.
Mi lasci qui spezzato in due. Ferito e diviso tra la voglia di amarti e la durezza delle tue parole. La mente scappa, il cuore resta.
Non definirei guerriero qualcuno che non ha cicatrici, anche se ha vinto mille battaglie.
Nessun essere umano dovrebbe mai abituarsi a camminare su spigoli e vetri infranti. Anche se non si avverte più il dolore, le ferite sanguinano comunque.
Oggi ho riaperto la mappa delle ferite, ho cercato quel punto preciso in cui ci siamo persi e il passato mi guardava e mi chiedeva perché.
Il problema è che preferiamo farci una nuova ferita anziché farcene una ragione.
Sei la cicatrice perfetta per questo noioso pezzo di pelle.
Che le mie cicatrici non mi ascoltino quando dirò loro che voglio darti un’altra possibilità.
Chissà se chi attraversa con superficialità le altre persone si accorge delle ferite che lascia.
Ci sono cicatrici di cui non ricordiamo la ferita. Appartengono a dolori e a traumi sconosciuti.
I punti di sutura che ti sanno mettere certe canzoni e le ferite che ti riaprono altre canzoni.
Non serve a niente conservare questa fitta al cuore e fingere che sia amore. I battiti, i respiri, i brividi sono tutt’altra cosa.
Ci sono mille modi di ferire. Uno solo per curare.

Fabrizio Caramagna, conosciuto anche come “ricercatore di meraviglie”, è uno degli autori italiani più citati e lo scrittore di aforismi (vivente) più citato al mondo.

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