di Roberta Annecchini (Biocity Natura)


Definendo dunque l’osteoporosi una patologia multifattoriale, di conseguenza anche la prevenzione deve essere affrontata tramite differenti ed importanti approcci, di sinergia ed integrazione, soprattutto se è presente una storia e una precisa familiarità del paziente, individuando inoltre gli aspetti costituzionali e temperamentali, potremmo così instaurare fondamentali strategie che siano in grado di incrementare la sua energia vitale e migliorarne la qualità della vita. La prevenzione risulta dunque essere l’obiettivo primario di tutte quelle figure medico-sanitarie e complementari (CAM), che dovrebbero collaborare nella loro diversità, che è ricchezza, se si ha cuore la salute pubblica generale. Comprendere i fattori che influenzano il metabolismo osseo è quindi di primaria importanza al fine di stabilire misure preventive o trattamenti per questa condizione.

Di seguito alcune linee guida e strategie generali per sensibilizzare la prevenzione verso l’osteoporosi, rimandando le personalizzazioni d’intervento ai specifici professionisti.

  1. ALIMENTAZIONE

Sebbene fino a poco tempo fa gli alimenti ricchi di calcio e vitamina D sono sempre stati l’obiettivo principale della prevenzione nutrizionale dell’osteoporosi, recenti ricerche hanno chiarito l’importanza dei diversi nutrienti e costituenti alimentari aggiuntivi nel determinare la densità minerale ossea (BMD) e prevenire le fratture. Questi includono il controverso ruolo delle proteine, che se da una parte sembrano favorire lo stato delle ossa, in particolare negli anziani e nelle donne in menopausa, dall’altra non bisogna dimenticare della loro azione acidificante, quindi in grado di favore l’infiammazione; per questo motivo è consigliato di alternare spesso le proteine animali con quelle vegetali, come per esempio i legumi.

Altri alimenti che oggi sono considerati importanti per la prevenzione delle fratture sono frutta e verdura: in particolare quelle specie vegetali che apportano magnesio e potassio, in grado di mantenere un importante equilibrio acido-basico, vitamine C,K, diverse del gruppo B e carotenoidi che possono contribuire grazie a una protezione antiossidante. I carotenoidi  svolgono un ruolo protettivo nella salute delle ossa, spiegando in tal modo parte dell’effetto protettivo osservato dall’assunzione di frutta e verdura. Tutti questi costituenti alimentari sembrerebbero influenzare le ossa attraverso i loro effetti sull’assorbimento del calcio o agire come cofattori o fattori di formazione dell’osso.

Capitolo a parte meriterebbe l’assorbimento a livello intestinale di determinati nutrienti e minerali come il calcio, rinforzando il concetto della centralità di questo organo, l’intestino, nella salute generale dell’individuo. Infatti per Ippocrate, padre della medicina occidentale, tutte le malattie hanno origine nell’intestino.

In linea generale possiamo riassumere qui sotto alcune interessanti strategie alimentari da prendere in considerazione:

  • E’ importante curare la composizione del piatto. Associamo sempre un ampio contenuto di verdure alcalinizzanti, a cereali integrali e/o legumi ricchi di silicio.
  • Consumare regolarmente cipolle crude o cotte. Le cipolle contengono sostanze che inibiscono l’attività degli osteoclasti.
  • Aumentare il contenuto di alimenti ricchi di calcio nella dieta come sesamo, mandorle, alghe, crocifere e zuppa di pesce
  • Assumere cibi che contengono provitamina D di origine animale e vegetale: rosso d’uovo, fegato di merluzzo, pesce, latticini, funghi shiitake ed oli di semi.
  • Evitare zucchero e bevande zuccherate perchè piuttosto acidificanti e quindi pro infiammatorie.
  • Ridurre il sale. Il consumo eccessivo di sale è associato a una ridotta densità ossea.
  • Ridurre le proteine, in particolare quelle di origine animale perchè acidificano.
  • Fare attenzione a caffè e tè, soprattutto durante e dopo i pasti, per il loro contenuto di caffeina e tannini, che aumentano l’assorbimento di ferro e calcio a livello intestinale.
  • Limitare il consumo di alcool. E’ ben noto che l’alcoolismo contribuisce all’osteoporosi.

C’è una crescente evidenza che molteplici nutrienti e costituenti alimentari conferiscano protezione allo scheletro, suggerendo che una dieta equilibrata possa offrire una protezione migliore rispetto alla sola integrazione con calcio e/o vitamina D.

     2. SPORT

Lo sport è movimento, è vita. Esso è fondamentale già dalla tenera età, sia per importanti aspetti sociali che di formazione caratteriale e come mezzo di comunicazione con l’ambiente. Durante l’infanzia uno degli obiettivi principali è quello di aumentare la massa ossea e controllare la crescita staturo-ponderale del bambino. Sappiamo che l’esercizio fisico ha effetti duraturi sull’integrità ossea perchè un livello alto di attività fisica nella giovane età, riduce il rischio di fratture più avanti nella vita. Da grandi, l’esercizio ha un effetto minore sulla massa ossa, è per questo che è fondamentale instaurare già da piccoli una buona prevenzione grazie allo sport.

Una meta-analisi ha mostrato che anche camminare come singolare terapia fisica, eseguita per più di 6 mesi, ha effetti positivi sul sistema scheletrico, soprattutto sulla BMD del femore delle donne in menopausa, suggerendo come questo movimento sia particolarmente adatto e ragionevole per la salute dei soggetti anziani.

Infine si raccomanda di fare sport e movimento preferibilmente all’aria aperta, ricordando l’importanza di una corretta ossigenazione e una vitale esposizione solare della nostra pelle, per favorire l’assorbimento di vitamina D per la salute delle ossa e non solo.

3. INTEGRAZIONE

Quando l’alimentazione risulta però non essere equilibrata e l’esposizione solare purtroppo non sufficiente, a causa soprattutto dello stile di vita moderno, possiamo attuare anche alcune strategie di prevenzione grazie a una mirata integrazione, che sia in grado di rallentare il possibile peggioramento della salute dell’osso e allievare la presenza di infiammazioni, disturbi e dolori annessi.

Il calcio è il minerale più abbondante nel corpo umano; circa il 99% di esso è localizzato nelo scheletro. Il ruolo più noto del calcio è la regolazione della contrazione muscolare e il mantenimento dell’integrità scheletrica. L’omeostasi del calcio extracellulare è dovuta a tre processi principali: assorbimento intestinale, riassorbimento renale e rimodellamento osseo. Tra i fattori fondamentali per l’assorbimento del calcio troviamo la vitamina D, l’alimentazione e l’azione di specifici ormoni. L’assunzione giornaliera raccomandata può variare tra i 700 e i 1200 mg/die a seconda dei diversi fattori legati per lo più alla dieta, allo stile di vita, allo stato di salute generale e all’età. Sebbene l’alimentazione rimanga la modalità preferita per garantire l’assunzione giornaliera di Ca, in molti casi, gli integratori potrebbero aiutare a superare possibili problemi di assorbimento e/o fabbisogno, in particolare negli anziani, nei soggetti fragili e/o denutriti e nelle donne in post menopausa.

Gli integratori a base di calcio sono disponibili in diverse forme: citrato di calcio, fosfato di calcio e carbonato di calcio, che differiscono tra loro per solubilità e biodisponibilità. Il citrato sembrerebbe essere il più indicato rispetto alle altre formule, però è sempre necessario un approccio personalizzato in base alla tollerabilità e alle preferenze personali. Sfortunatamente il problema della tollerabilità gastrointestinale è piuttosto diffuso impedendo così il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.

Secondo un recente consenso di esperti, l’integrazione esclusiva di calcio per preservare lo scheletro dal rischio di frattura non è consigliato, suggerendo quindi un meccanismo d’azione e fattori molto più complessi nella salute e nell’integrità dell’osso.

Oggi ci viene sempre più confermato dalla letteratura che il supplemento di vitamina D favorisce uno stato di salute generale, modulando le infiammazioni e risulta anche essere importante per l’assorbimento del calcio e la salute delle ossa. Diversi studi hanno confermato l’effetto di protezione ad alte concentrazioni di vitamina D contro il rischio di fratture e una sua combinazione con il calcio avrebbe mostrato un’incidenza di fratture significativamente più bassa rispetto al placebo. Una meta-analisi di studi randomizzati controllati ha evidenziato una significativa riduzione delle fratture con almeno 700-800 UI/die di colecalciferolo (vitamina D3), invece un basso dosaggio (<400 UI/giorno) nella prevenzione era inefficace. L’effetto del supplemento di vitamina D sullo stato osseo e sulla prevenzione delle fratture è molto complesso e può dipendere dalla dose, in relazione anche ad altri fattori.

La vitamina K è stata identificata per la prima volta nel 1936 come fattore chiave nella coagulazione del sangue. Svolge un ruolo meno noto ma comunque rilevante nella salute delle ossa perchè in grado di attivare alcune proteine ossee. E’ conosciuta per essere un cofattore importante nella mineralizzazione dell’osso, inducendo la produzione e la secrezione di osteocalcina da parte degli osteoblasti. Esistono 2 forme naturali di vitamina K: il filochinone (K1) e i menachinoni (K2) che differiscono in parte per la loro struttura ma entrambi agiscono come cofattore per l’enzima gamma-glutamilcarbossilasi.

Gli effetti della K2 sul miglioramento della salute nelle malattie cardiovascolari (CVD), nel metabolismo osseo, nelle malattie renali croniche e in particolari tumori è stato oggetto di ricerca negli ultimi decenni. In particolare la vitamina K2 sotto forma di MK-7 ha dimostrato molte proprietà benefiche preventive nell’osteoporosi e aterosclerosi grazie a un’azione di rimozione del calcio nei tessuti molli e nelle arterie, riconducendolo nel tessuto osseo. E’ per questo motivo importante che differisce tra le isoforme di vitamina K, oltre a essere assorbito in modo più efficiente e mostrare una più alta biodisponibilità. Diversi ceppi di batteri presenti nel nostro intestino sintetizzano una varietà di menachinoni, rimarcando l’importanza ed il ruolo centrale del microbiota di questo organo per l’omeostasi e la salute generale.                                         

La scoperta di diverse isoforme di vitamina K sta cominciando a chiarire un significativo ruolo di questa vitamina liposolubile al di fuori della coagulazione. Le funzioni in particolare della K2 si stanno rivelando utili per quanto riguarda le malattie cardiovascolari e il metabolismo osseo, dove l’esatto meccanismo d’azione resta ancora da svelare.

Il magnesio è uno dei minerali più presenti nell’organismo, circa il 50-60% è concentrato nelle ossa. Tra le varie importanti e vitali funzioni del Mg per la nostra salute, si occupa nel consolidare la formazione e la crescita delle ossa. Una carenza di Mg potrebbe dunque influenzare la salute delle ossa, aumentando gli osteoclasti e diminuendo gli osteoblasti e potrebbe causare anche infiammazione e stress ossidativo, con la conseguente perdita di massa ossea.

Le carenze nutrizionali della moderna dieta occidentale aumentano il rischio di ipomagnesemia, dove risulta essere comune nelle persone anziane e nei soggetti che presentano malattie gastrointestinali, epatiche, renali e diabete mellito; a volte l’ipomagnesemia è associata all’assunzione di diuretici e antibiotici. La dose raccomandata di Mg è di 320 mg/die nelle donne e 420 mg/die negli uomini: tuttavia le assunzioni medie sono rispettivamente sottostimate.

Al giorno d’oggi sono disponibili pochi ma interessanti dati sul Mg e la salute muscoloscheletrica. In conclusione se il Mg appare essenziale per mantenere la funzione neuromuscolare e la salute delle ossa, i dati che dimostrano una sua integrazione nel ridurre il rischio di fratture e cadute sono però ancora carenti.

Il Silicio è il secondo elemento più abbondante nella crosta terrestre ma si trova raramente nella forma elementare a causa della sua grande affinità per l’ossigeno; formando silice e composti silicati, che al 92% rappresentano i minerali più comuni. Gli agenti atmosferici chimici e biologici quali piante, alghe e licheni, tuttavia, rilasciano silicio da questi minerali stabili aumentandone la biodisponibilità. Cereali integrali, alcune verdure, pesce, acqua potabile e altri liquidi come la birra, forniscono le fonti di Si più biodisponibile tramite la dieta, rappresentando inoltre minimo il 20% dell’assunzione alimentare totale. Talvolta come gli altri minerali ed oligoelementi già precedentemente citati, la scarsa varietà alimentare nella dieta occidentale moderna e possibili problemi di assorbimento, possono causare carenze nutrizionali che dovrebbero essere compensate tramite l’integrazione.

Il Silicio è infatti disponibile anche come integratore alimentare, sotto forma di acido ortosilicico, promosso come fonte prontamente biodisponibile di Si e biologicamente attiva. E’ ottenuto principalmente in estratto da secco e oleoso da due specie vegetali: equiseto (Equisetum arvense L.) e miglio (Panicum miliaceum L.).

Le prove accumulate negli ultimi 30 anni suggeriscono fortemente che il silicio è benefico per la salute delle ossa e del tessuto connettivo. L’esatto ruolo biologico del Si per la salute delle ossa non è ancora chiaro, sebbene siano stati suggeriti numerosi possibili meccanismi, tra cui la sintesi del collagene e/o la sua stabilizzazione e mineralizzazione della matrice.

Nell’ultima parte dell’articolo legato sempre alla prevenzione dell’osteoporosi, il dottor Santaniello ci argomenterà gli aspetti psicobiologici e il sottile simbolismo di analogia con questa patologia.


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