a cura della Redazione “Portale di ornitologia”


L’Oasi Cave Gaggio, a nord di Mestre, è una zona umida di origine artificiale derivata da cave di argilla abbandonate. Le macchine scavatrici col tempo hanno “ferito” il paesaggio creando allo stesso tempo piccoli stagni di acqua dolce. Questi hanno assistito nel tempo alla graduale colonizzazione da parte delle vegetazione tipica delle zone umide di pianura, che conferisce al sito le tipiche connotazioni del peculiare ambiente di “cava senile”.

L’area protetta, di circa 13 ettari, è stata istituita nel 1985 come Oasi di protezione dalla Provincia di Venezia, in concomitanza ad un intervento di bonifica che ha visto la distruzione di una zona umida ben più ampia. Negli anni ’90 le attività di scavo a sud dell’Oasi hanno portato alla formazione di un nuovo ed interessante nucleo di cave senili; attualmente l’area protetta gestita dalla Lipu e le nuove cave formano una zona umida di circa 65 ettari, che insieme alla disgiunte cave del Praello, danno vita al sito “Cave di Gaggio”, inserito nella rete Natura 2000 e quindi protetto dalla legislazione italiana ed europea.

Al valore conservazionistico di questa area protetta si aggiunge inoltre quello didattico, anche in virtù dello scorcio sul passato che viene offerto dalla presenza di una vegetazione tipica delle zone paludose ormai scomparse, che un tempo caratterizzavano la pianura veneta.

Negli specchi d’acqua meno profondi compaiono diverse piante acquatiche, tra cui i potamogeti, qui presenti con diverse specie (Potamogeton natans, P. nodosus, P. pectinatus, P. perfoliatus, ecc. ) mentre le sponde meno ripide sono colonizzate dalla Cannuccia di palude (Phragmites australis) e in misura minore dalla Tifa a foglie larghe (Typha latifolia) e dalla Tifa a foglie strette (Typha angustifolia).

Per quanto riguarda gli Uccelli, l’Oasi è di interesse soprattutto per i suoi uccelli acquatici. Tralasciando le varie specie di anatre selvatiche presenti, dalla Marzaiola (Anas quequedula) all’Alzavola (Anas crecca), sono gli ardeidi (aironi e simili) i principali protagonisti di questa zona umida. Infatti questo sito ospita, a seconda dei periodi dell’anno, la quasi totalità delle specie di tale famiglia regolarmente presenti in Italia. Alcune di queste qui si riproducono, come il Tarabusino , la Garzetta e la Nitticora. Proprio queste due ultime specie hanno generato una piccola colonia nidificante (una cosiddetta “garzaia”) negli ultimi anni, di grande importanza dato che i siti riproduttivi di questi uccelli risultano poco numerosi in Veneto. Negli ultimi anni l’Oasi è diventata importante, come sito di riproduzione, per il Marangone minore, presente con circa 200 coppie nidificanti.

Talvolta osservabile d’inverno è l’elusivo Tarabuso, mentre ancora nella stagione fredda è facile individuare l’Airone bianco maggiore e il più minuto Airone guardabuoi. Tra le boscaglie diverse specie di uccelli sono legate alle zone cespugliose o agli ambienti forestali; tra queste si ricordano la Capinera e l’Usignolo, i cui canti riecheggiano lungo i sentieri in periodo primaverile. Tra le specie nidificanti legate ai boschi e alle zone alberate in genere troviamo anche il Picchio rosso maggiore e il Picchio verde; questi uccelli risultano molto importanti per la biodiversità dell’Oasi, in quanto i loro nidi scavati nel legno, una volta abbandonati, forniscono potenziali cavità per la riproduzione di altre specie, come il Torcicollo e la Cinciallegra.

L’Oasi è dotata di un interessante Sentiero natura che conduce ai capanni di osservazione, lungo le sponde della palude. La presenza di un piccolo ma efficiente Centro visite e di una serie di pannelli didattici ed educativi completa le attrezzature.

Per gli amanti della natura tutta la vicina Laguna veneta, con le sue valli, è un ottimo luogo per osservazioni interessanti così come il Parco regionale del Sile, a confine tra le province di Venezia e Treviso. Venezia è invece a circa 30 minuti di auto.

Fonte : “LIPU”