a cura della Redazione di Treff Club50
Ad ogni epoca la sua biancheria, ad ogni civiltà la sua sottoveste. Facciamo un viaggio nel tempo per scoprire cosa si è nascosto nel cassetto della biancheria intima femminile dai tempi più lontani fino ad oggi.
Le prime tracce di biancheria intima provengono dall’antico Egitto, quando le donne aristocratiche indossavano sottovesti sotto i loro vestiti. Più tardi a Roma, mentre gli uomini preferivano non indossare nulla sotto le ltuniche, le donne contenevano i loro seni in una fascia mammillare o di pelle, il famoso antenato del moderno reggiseno. Per l’attività atletica, le parti intime inferiori erano fasciate così come i seni: il supparum e il subligaculum erano pezzi di biancheria intima passati tra le cosce e avvolti intorno alla vita, anche dalle donne.
Il Medioevo può essere stato un periodo buio anche per i pantaloni, ma rimane curioso il caso di un altro indumento intimo: la giarrettiera. Infatti, nel 1374 Edoardo III d’Inghilterra fondò stranamente un ordine nobiliare che prese il nome dal pizzo che stringeva le calze sulle cosce di uomini e donne. L’ordine cavalleresco più antico ed eccezionalmente esclusivo del Regno Unito prende il suo nome da un episodio che coinvolge lo stesso sovrano: al solo scopo di rimetterglielo, Edoardo prese la giarrettiera della contessa Giovanna di Kent, che le era accidentalmente scivolata dalla gamba durante un ballo. “Si offenda chi ne pensa male”, gridò allora per mettere a tacere i mormorii e le grida che si erano levate nella sala. Qualunque cosa sia successa, la giarrettiera troneggia sul famoso stemma dell’ordine e queste parole
Le mutandine, invece, sono il risultato della mente ingegnosa e pragmatica di Caterina de’ Medici, che le indossava per proteggere le sue parti intime mentre cavalcava. Con ricami, pizzi e decorazioni divennero presto un accessorio di lusso, prima che la Chiesa ne vietasse l’uso.
Il bellissimo strumento di tortura conosciuto come corsetto entra invece nel guardaroba femminile intorno al 1600. Si tratta di un corsetto fatto di ossa di balena e chiuso con ganci che servivano a modellare la vita per renderla più piccola e stretta possibile. Nel corso dei secoli, è accaduto che donne siano morte per soffocamento a causa dell’uso estremo di questo accessorio.
Tornando ai mutandoni, questi vennero nuovamente indossati con l’avvento della crinolina. Anche la biancheria intima, aveva la struttura rotondeggiante e rigida (proprio perché in origine era fatta di crine di cavallo) che veniva usata nel XIX secolo. La madre della crinolina era “la custode dell’infante”, così chiamata perché negli ultimi due secoli era stata progettata per proteggere l’addome delle donne incinte dagli urti. La figlia della crinolina, invece, è la tournure, che, come la crinolina, siamo abituati a vedere nei quadri storici o nei film in costume: una sottoveste rotonda che gonfia la schiena della signora come una fagotto.
L’introduzione della biancheria intima femminile, così come la conosciamo oggi, risale al XX secolo. Il reggiseno nacque dall’esperimento di una signora di New York, Caresse Crosby, che creò una specie di fazzoletto incrociato con nastri per sostenere il seno. I corsetti sono ormai superati, nel mentre i mutandoni si trasformano in slip.
1920
Gli anni ’20 d’oro videro la nascita della moda “Garçonne“, che predilige i seni piccoli e una silhouette mascolina e sottile, i fianchi stretti. Il reggiseno detronizza definitivamente il corsetto trasformandosi addirittura in una fascia che schiacci il più possibile il seno.
1930
L’ormai antiquato e decisamente soffocante corsetto si evolve gradualmente in una guaina e i fratelli Warner introducono diverse misure di coppa – dalla A alla E – e le spalline elastiche. La lingerie diventa più comoda e discreta.
1940
Dopo 10 anni di ricerca, il nylon arriva finalmente sul mercato. Rivoluziona il reggiseno in particolare, cambiando radicalmente l’intero universo della lingerie. Arrivato al momento giusto – durante la seconda guerra mondiale – è pratico (brillante, sresistente, si asciuga rapidamente e non si sforma) ed economico.
1950
La moda Pin-up riporta in auge le forme del corpo femminile. I reggiseni a balconcino e le guêpière sottolineano le curve e danno ancora più importanza all’aspetto sensuale della lingerie. Seni grossi, vita stretta e fianchipronunciati diventano i nuovi canoni di bellezza.
1960
Le calze sono tornate in ombra. Con l’arrivo della minigonna è il momento dei collant. Gli anni ’60 hanno segnato l’arrivo di colori e modelli originali.
1970
Maggio 1968: La rivoluzione sessuale, il femminismo e la consapevolezza del corpo femminile giocano un ruolo significativo nella costante evoluzione della lingerie. Parallelamente ai reggiseni bruciati, tuttavia, la moda hippie riporta in primo piano il pizzo.
Ah, le donne, un eterno paradosso!
1980
Il grande ritorno delle calze e dei reggicalze: Attaccati a corsetti e guêpière, diventano un potente simbolo di femminilità, erotismo e seduzione. Per gli uomini, il reggicalze non è solo oggetto di fantasie erotiche, ma anche di feticismo. La sensualità è mostrata senza tabù e confini.
1990
Gli anni 90 sono sinonimo di push-up: la straordinaria invenzione che ha permesso alle donne di tutto il mondo di esibire un décolleté sfrontato, anche in mancanza di curve abbondanti: il Wonderbra, letteralmente “reggiseno delle meraviglie”, che grazie al sistema push-up regala quasi una taglia in più. E da qui si sono sviluppate, una dopo l’altra, tecniche sempre più innovative per sorreggere il seno e dargli risalto, in modo il più possibile comodo.
Fonte : Club50 – art. a cura di Emilia31
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