a cura di Luciana Gennari

La semplice depressione, se non configura una disabilità grave, non giustifica il permanere dell’assegno di mantenimento a favore del figlio maggiorenne disoccupato. 

Ai fini del diritto all’assegno di mantenimento, i figli con handicap grave sono equiparati ai figli minorenni: ad entrambi deve essere sempre riconosciuto il sostegno economico dei genitori. Diverso è il discorso per i maggiorenni i quali, una volta terminato il percorso di studi, devono trovarsi un lavoro o comunque dimostrare di adoperarsi per il raggiungimento di tale obiettivo.

Ci si è chiesto se il figlio con depressione ha diritto al mantenimento. La sentenza n. 23133/2023 della Corte di Cassazione fornisce una risposta a questa domanda, delineando le condizioni in cui un figlio adulto con una disabilità psichica può richiedere il supporto economico del padre e/o della madre.

La depressione è considerata un handicap grave?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la depressione, di per sé, non è un handicap grave che obbliga il genitore a mantenere un figlio adulto. La semplice presenza di una sindrome depressiva non esclude infatti, automaticamente, la capacità di lavorare. Naturalmente è consentita la prova contraria: il figlio dovrà cioè dimostrare al giudice, nell’eventuale contenzioso instaurato contro il genitore, di possedere i requisiti previsti dalla legge 104/1992 che gli attribuisce un punteggio di invalidità tale da escludere la capacità lavorativa.

Nel caso presentato alla Cassazione, il figlio adulto, quasi trentenne, aveva lavorato per due mesi prima di dimettersi volontariamente e non aveva cercato un altro impiego. La corte ha considerato queste circostanze come indicazioni di una condizione psico-fisica adeguata per accedere al mercato del lavoro.

Quando viene meno l’obbligo di mantenimento del figlio maggiorenne?

Il principio stabilito dalla Cassazione afferma che l’obbligo di mantenimento del figlio adulto cessa quando, dopo aver acquisito una formazione adeguata, il giovane non si impegna a procurarsi un reddito. Questa regola non si applica se il figlio è affetto da un grave handicap, situazione in cui ha pieno diritto al mantenimento, al pari di un figlio minorenne.

Quali sono le alternative al mantenimento?

Se un figlio adulto affetto da depressione non grave non ha diritto al mantenimento, può rivolgersi ai sussidi sociali. Oltre a ciò, ha diritto a ricevere gli alimenti dal genitore, un sostegno economico inferiore al mantenimento completo. Gli alimenti sono dovuti nei confronti di coloro che, per via delle proprie condizioni, non sono in grado di mantenersi da soli per questioni di salute.

In conclusione, la questione del mantenimento di un figlio adulto che soffre di depressione dipende dalla gravità della condizione e dal suo impegno nel cercare un lavoro compatibile con le sue condizioni psicofisiche.

Il quadro legale delineato dalla sentenza della Cassazione sottolinea l’importanza di considerare sia le esigenze del figlio adulto sia le responsabilità dei genitori in queste situazioni complesse.

Fonte: https://www.laleggepertutti.it – Agosto 2023  – Autore: Raffaella Mari


Luciana Gennari

Nata a Roma il 7 febbraio 1953Vive a Roma

Persona con Disabilità per Ischemia cerebrale. Mamma di tre ragazzi. Raffaello: il figlio dell’amore, il figlio del desiderio e il figlio della scelta. Simone il figlio del desiderio ha una gravissima disabilità dalla nascita. Francesco il figlio della scelta, di anni 30, con patologia schizofrenica (malattia invisibile), morto il 26 novembre 2021. Già Presidente della Consulta per i Diritti delle Persone con Disabilità – Municipio IX ROMA EUR – Comune di Roma, dalla sua istituzione nel 1999 ad oggi, fino alla morte del proprio figlio. In questa Rubrica si potrà parlare di disabilità motoria, sensoriale, intellettiva e mentale, perché farlo dà la possibilità a chi ci circonda di confrontarci ed aiutarci. Sarà un impegno prezioso per un gesto di servizio e di solidarietà autentica.

Email: luciana.gennari53@gmail.com

Cell: +39 3358031152


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