a cura della Redazione “Storia & Ricorrenze”


Il 16 marzo 1978 a Roma le Brigate Rosse rapiscono il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, uccidendo tutti i componenti della sua scorta. A distanza di oltre 40 anni restano tanti i dubbi e i nodi irrisolti sulla dinamica dell’agguato. La testimonianza di Luciano Infelisi, che da sostituto procuratore della Repubblica fu il primo a seguire le indagini sul caso. E quella dell’attore Francesco Pannofino: all’epoca diciannovenne, abitava in via Fani e fu tra i primi testimoni oculari.

La ricostruzione di quelle ore frenetiche in cui l’Italia sotto choc cominciava a chiedersi se Moro fosse ancora vivo e dove fosse tenuto prigioniero.Alle 8.55 del 16 marzo Aldo Moro, insieme alla scorta, parte da casa. Sette minuti dopo, l’agguato tra via Fani e via Stresa. Quattro agenti della scorta muoiono subito, un quinto poco dopo, in ospedale.

Inizia così il sequestro. I brigatisti in fuga con l’ostaggio riescono ad attraversare la città e cambiano auto ben due volte prima di portare l’allora presidente della Democrazia Cristiana nell’appartamento usato come prigione. L’animazione sulla mappa mostra il percorso dall’abitazione di Moro al luogo dell’agguato, e poi tra le strade di Roma fino a via Montalcini, ricostruendo così le tappe del sequestro.

Alle 8.55 del 16 marzo Aldo Moro, insieme alla scorta, parte da casa. Sette minuti dopo, l’agguato tra via Fani e via Stresa. Quattro agenti della scorta muoiono subito, un quinto poco dopo, in ospedale. Inizia così il sequestro. I brigatisti in fuga con l’ostaggio riescono ad attraversare la città e cambiano auto ben due volte prima di portare l’allora presidente della Democrazia Cristiana nell’appartamento usato come prigione. Dopo il rapimento, stando ai racconti dei brigatisti, Moro viene portato in via Montalcini. La sua cella è un vano costruito all’interno di un appartamento che dall’esterno non deve destare sospetti. Con Ezio Mauro entriamo in Corte d’Assise a Roma, dove sono custoditi gli originali del Comunicato n.1 delle Br e la prima foto di Moro prigioniero.

Fonte : repubblica