a cura di Carlo Orlandi (Playerdue Lighting)


In questo episodio parliamo della profondità di campo e di come questa venga influenzata non solo dai valori di apertura del diaframma, ma anche dalla lunghezza focale e dalla distanza tra obiettivo e soggetto. La profondità di campo è uno dei principali strumenti creativi a disposizione di chi fotografa, ed una delle prime cose di cui si sente parlare in un corso di fotografia.

Descrivere la profondità di campo in fotografia non è difficile, anche se comunque molti fanno un po’ di confusione. Imparare come controllarla è relativamente complesso, ma alla fine si tratta di 3 fattori principali (e uno secondario, mai menzionato da nessuno), e quindi ce la si fa. Tradurre il controllo della profondità di campo in un linguaggio artistico ed espressivo è invece la vera sfida del fotografo; una sfida infinita, che durerà tanto quanto la tua passione per la fotografia. In questa guida, partiremo da zero e affronteremo uno dopo l’altro ognuno di questi aspetti, così che dopo averla letta non ti resterà che fare tanta, tanta pratica.

Che cosa è la profondità di campo?

La profondità di campo di una fotografia è tutto lo spazio che il nostro occhio percepisce come nitido. Questo spazio infatti, attenzione qui perché molti si confondono, non corrisponde al punto focale, ma lo ingloba. Il punto focale è solo un punto, mentre il nostro occhio è in grado di percepire come nitida anche una zona più o meno grande di fronte e dietro di lui. L’ampiezza di questa zona nitida è dunque la profondità di campo della nostra fotografia.

Ma da che cosa dipende la profondità di campo?

Cominciamo con i tre fattori principali a cui ho accennato prima. Essi sono:

  • L’apertura del diaframma
  • La lunghezza focale
  • La distanza del soggetto

Profondità di campo e diaframma

Il controllo dell’apertura del diaframma, pur nella sua semplicità, è forse la risorsa creativa più importante che ha un fotografo. Per quanto riguarda la profondità di campo, devi ricordare due cose:

  • Più piccola è l’apertura del diaframma (e quindi, più alto è F), maggiore è la profondità di campo
  • Più grande è l’apertura del diaframma (e quindi, più basso è F), minore è la profondità di campo

Quindi, per esemplificare, se distanza e focale sono invariate, scattando a F/4 avrai una profondità minore che a F/8. Molti fanno qualche pasticcio perché si confondono rispetto al numero “F”, non ricordando che quando esso aumenta significa che l’apertura del diaframma diminuisce. Se però consideri la sbarretta “/”, per quello che è, cioè il segno che rappresenta le frazioni, la cosa diventa più facile da memorizzare: F diviso 8 infatti dà un numero più piccolo che F diviso 4. Poiché dei tre sistemi di controllo della profondità di campo quello dell’apertura diaframma è il più utile e utilizzato, ti propongo di provarlo facendo un piccolo esercizio:

  • Prendi 3 bottigliette di Coca Cola, Gatorade o quello che vuoi tu
  • Prendi la tua macchina fotografica e vai all’aperto, di giorno, in una zona ben illuminata (così potrai scattare senza problemi a qualunque apertura di diaframma).
  • Posiziona le bottiglie in fila a circa 40 cm di distanza l’una dall’altra.
  • Mettiti sulla stessa linea delle bottiglie, a una distanza di un metro e mezzo dalla prima, e con la macchina fotografica alla stessa altezza.
  • Imposta la macchina fotografica in modalità “priorità diaframma” e poi metti a fuoco sulla prima bottiglia, alla massima apertura che ti consente la tua macchina fotografica (allontanati appena un po’ se non riesci a mettere a fuoco).
  • Ora rifallo, ma questa volta con la minima apertura possibile.
  • Noterai che nella prima foto è a fuoco solo la prima bottiglia, mentre nella seconda lo saranno anche la seconda e forse un pezzo della terza, o anche tutte e tre, a seconda della fotocamera e dell’ obiettivo che hai.

Noterai anche, ed è la cosa più importante che, persino in una foto così banale cambiare la profondità di campo cambia completamente la percezione del soggetto nella foto. Ed è questo uno dei motivi per cui la profondità di campo è una risorsa creativa così importante.

Lunghezza focale e profondità di campo

Qua da sapere c’è che:

  • Maggiore è la lunghezza focale dell’obiettivo, minore è la profondità di campo
  • Minore é la lunghezza focale dell’obiettivo, maggiore è la profondità di campo

Se noti, ho enfatizzato in grassetto la parola “obiettivo”, proprio per ricordarti che parliamo della sua lunghezza focale intrinseca, non della lunghezza focale equivalente a cui scatti. Quest’ultima infatti dipende anche dal sensore della tua macchina fotografica. Per esempio, le fotocamere compatte, grazie al crop factor del loro piccolo sensore possono zoommare magari a 200 mm, o a 1000 mm, o addirittura di più.

Però la loro profondità di campo rimane comunque molto grande, perché la lunghezza focale intrinseca dell’obiettivo che montano è tipicamente molto bassa, magari anche solo 20 mm.

Distanza dal soggetto e profondità di campo

Siamo arrivati alle ultime due regole, quelle che danno conto della distanza dal soggetto:

  • Più il soggetto messo a fuoco è distante, maggiore è la profondità di campo
  • Più il soggetto messo a fuoco è vicino, minore è la profondità di campo

Decidere che cosa far rientrare nella zona di nitidezza, ovvero decidere la profondità di campo della tua fotografia, è uno degli elementi più importanti attraverso cui puoi esprimere la tua creatività. In questa maniera infatti puoi influire sulla percezione del soggetto e dello sfondo, sui colori, sulle relazioni fra i vari elementi dell’immagine.