a cura di Felice Nicotera
Viaggio immaginario attraverso le melodie e i personaggi che ci hanno fatto sognare
Sarah Vaughan è stata una vera leggenda del jazz, cantante e pianista, ha inciso oltre cinquanta dischi. Quattro volte vincitrice dei Grammy Award, incluso un Lifetime Achievement Award, nel 1989 il National Endowment for the Arts, le ha conferito il NEA Jazz Masters Award, la più alta onorificenza statunitense del genere jazz.
Nacque a Newark il 27 marzo 1924 in una famiglia di umili origini che amava la musica, sua madre cantava nel coro della chiesa e suo padre suonava la chitarra e il pianoforte che lei iniziò a studiare a soli tre anni. Da bambina si esibiva come organista e solista del coro di una chiesa battista. A quindici anni lasciò la scuola per dedicarsi completamente alla musica. A diciotto anni vinse un concorso canoro al mitico Apollo Theater di Harlem che le consentì di aprire il concerto di Ella Fitzgerald dove fu notata dal cantante Billy Eckstine che la fece entrare nell’orchestra diretta da Earl Hines. La sua carriera da solista è iniziata nel 1945. Ha inciso dischi con i più grandi musicisti e compositori di tutti i tempi come Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis e sfornato un successo dopo l’altro. Molte sono le sue canzoni rimaste nella storia della musica di tutti i tempi.
Aveva una profonda carica interpretativa e la capacità di controllare ogni dettaglio, dall’intensità del vibrato e del volume, all’articolazione delle sillabe. Una parte della critica la giudicava troppo manierata, accusandola di crogiolarsi troppo nei virtuosismi, ma lei riusciva sempre a stupire il suo pubblico, trasmettendo il suo enorme potenziale attraverso ogni tipo di repertorio. In bilico tra la passione e le esigenze del mercato, Sarah Vaughan ostentava una forte personalità ma in realtà era fragile, insicura e dipendente da fumo e droghe. Sboccata e impertinente i colleghi le avevano appioppato vari soprannomi come Sailor e Sassy, il pubblico, invece, la chiamava La Divina.