di Pippo Ferraro


Sean Kelly, vero nome John James Kelly (Waterford, 24 maggio 1956), è un dirigente sportivo ed ex ciclista su strada irlandese. Professionista dal 1977 al 1994, era un atleta scattante, dotato di caratteristiche di passista-velocista; vinse la Vuelta a España 1988, la Coppa del mondo 1989 e quattro volte la maglia verde al Tour de France. Si aggiudicò anche tre edizioni del Giro di Lombardia, due Parigi-Roubaix, due Liegi-Bastogne-Liegi e due Milano-Sanremo, oltre a sette Parigi-Nizza consecutive.

La sua prima corsa da professionista fu l’Étoile de Bessèges, che iniziava il 7 febbraio 1977 e durava sei giorni, e terminò la prima tappa al decimo posto. La Flandria era divisa in due parti: i corridori più forti, come il campione del mondo Freddy Maertens, erano nella sezione principale, con sede in Belgio, mentre Kelly correva con la sezione secondaria, con sede prevalentemente in Francia, dove la Flandria voleva avere più mercato per i suoi ciclomotori, scooter e biciclette. I migliori corridori di entrambe le sezioni si riunivano per le gare migliori. Kelly venne quindi scelto come gregario di Maertens nella squadra principale per la Parigi-Nizza e poco dopo vinse la sua prima gara, la frazione di apertura del Tour de Romandie. Rimase nella squadra principale anche per il Tour de France, in cui fece sua una tappa.

Kelly rimase con De Gribaldy nel 1977 e nel 1978. Quando al Tour de France 1978 il compagno e capitano nella Flandria Michel Pollentier venne squalificato per essere risultato positivo ad un controllo antidoping, Kelly divenne capitano della squadra. Al termine della stagione lasciò il club passando alla Splendor di Pollentier, di cui sarebbe stato leader. La Splendor era però appena stata creata e sorsero grandi problemi logistici: le biciclette erano in cattivo stato e la squadra decise di non partecipare alla Parigi-Roubaix, rimpiazzando poi il manager Robert Lauwers. Kelly lasciò quindi il club e iniziò a correre da solo.

Col tempo la situazione della squadra migliorò, Kelly ricevette poche offerte e tornò alla Splendor, la cui offerta era equivalente. Nella sua ultima stagione venne pagato circa 30 000 sterline, ma il suo ruolo nella squadra venne messo in discussione dall’arrivo di un altro sprinter, Eddy Planckaert. De Gribaldy stava creando una nuova squadra per il 1982 e i due si unirono nuovamente nella Sem-France Loire. A quel tempo Kelly era considerato un velocista, incapace di vincere le corse a tappe nonostante avesse concluso quarto alla Vuelta a España del 1980, ma de Gribaldy lo scelse ugualmente come capitano. Nel 1982 Kelly vinse la Parigi-Nizza e quattro tappe, nell’ultima delle quali, una cronometro con arrivo sul col d’Èze, batté Gilbert Duclos-Lassalle scalzandolo dalla testa della classifica. In quell’anno primeggiò anche nella classifica a punti del Tour de France indossando la maglia verde, simbolo del migliore velocista. Terminò al terzo posto, battuto da Saronni e LeMond, i campionati del mondo corsi a Goodwood in Gran Bretagna e alla fine dell’anno sposò la sua compagna, Linda Grant. Nella città di Carrick-on-Suir una piazza venne ribattezzata “Sean Kelly Square” in tributo ai successi del ciclista al Tour e la medaglia di bronzo ai mondiali.

Nel 1983 vinse ancora la Parigi-Nizza e a seguire il Critérium International; fu costretto a saltare le classiche di primavera per la frattura del pollice e della clavicola, ma già in giugno tornò al successo al Tour de Suisse. In luglio, complice l’assenza del campione in carica Hinault, cominciò il Tour de France come uno dei favoriti. Vestì di giallo per un giorno, poi sui Pirenei perse la leadership scendendo sul terzo gradino del podio virtuale: alla fine concluse settimo, potendo comunque consolarsi, per la seconda volta consecutiva, con la maglia verde.[8] In merito a questa edizione della Grande Boucle, nel 1999 il massaggiatore olandese Willy Voet – coinvolto nello scandalo Festina – rivelò, nel suo libro Massacro alla catena, di come Kelly avesse perso la corsa, accusando distacchi significativi nelle ultime tappe, proprio per gli effetti collaterali legati all’iniezione di sostanze dopanti da lui somministrategli. Nell’autunno di quell’anno, al Giro di Lombardia, l’irlandese confermò finalmente le proprie potenzialità vincendo lo sprint sul traguardo di Como con un margine ristretto – meno di mezza ruota separava i primi quattro – su Francesco Moser, Adrie van der Poel, Hennie Kuiper e il campione del mondo Greg LeMond.

La piastrella di pavé intitolata a Sean Kelly a Roubaix
Fu grande protagonista anche nelle gare della primavera del 1984: in sole sei settimane fece infatti sue ben tredici corse, oltre a conseguire alcuni piazzamenti di prestigio. La striscia di risultati si aprì con la terza vittoria consecutiva alla Parigi-Nizza – battuti Stephen Roche e il vincitore del Tour de France 1982 Bernard Hinault – e proseguì con il trionfo in tutte e tre le tappe del Critérium International (in volata la prima, in solitaria nella seconda in montagna e battendo Roche nella cronometro finale) e il secondo posto nella Milano-Sanremo. Nelle due settimane subito seguenti, dal 1º al 15 aprile, Kelly fu quindi secondo al Giro delle Fiandre, vinse la Vuelta al País Vasco e si dimostrò infine imbattibile nelle gare di un giorno aggiudicandosi sia la Parigi-Roubaix che la Liegi-Bastogne-Liegi. In quell’anno conquistò un totale di 32 vittorie e la leadership nel ranking UCI; si dimostrò peraltro competitivo anche per la vittoria dei grandi giri, terminando quinto al Tour de France.

Nel 1985 vinse di nuovo la Parigi-Nizza, battendo ancora Roche; indossò per la terza volta la maglia verde e terminò quarto al Tour de France. Si aggiudicò poi la prima Nissan International Classic battendo Van der Poel e alla fine della stagione vinse per la seconda volta il Giro di Lombardia, consolidando il primato nel ranking individuale UCI. Aprì il 1986 facendo ancora sua, per la quinta volta consecutiva, la Parigi-Nizza e ripetendosi poco dopo alla Milano-Sanremo, secondo successo per lui, davanti a Greg Lemond e Mario Beccia; finì quindi secondo al Giro delle Fiandre e vinse di nuovo la Parigi-Roubaix. Nello stesso anno fu in grado, per la prima volta, di concludere sul podio di un grande giro, fu infatti terzo alla Vuelta a España; dovette però saltare il Tour de France di luglio a causa di una caduta nell’ultima tappa del Tour de Suisse. Dopo il successo nel Grand Prix des Nations (battuto Laurent Fignon) tornò in Irlanda, dove primeggiò ancora nella Nissan Classic. Concluse la stagione con il secondo posto, dietro a Gianbattista Baronchelli, al Giro di Lombardia.

Fonte : “wikipedia sport”