a cura della Redazione “Bormio3.it”


Sicuramente non è semplice raggiungere Savogno, un borgo fantasma, incastonato tra le cascate della Val Bragagna.

Siamo in provincia di Sondrio a 932 metri di altezza, dove sorge Savogno: un piccolo borgo montano definitivamente abbandonato nel 1968, ad esclusione del suo unico abitante. Solo in estate torna a essere abitato dai vecchi residenti, che durante l’anno hanno scelto di trasferirsi a valle.

Annoverato tra i comuni “fantasma”, Savogno è diventato una vera e propria meta turistica. Chi volesse raggiungerlo, deve lasciare la macchina in garage, perché il villaggio non è toccato da strade ad eccezione della Bregalone-Savogno, a transito limitato. In mancanza del pass rilasciato dal comune di Piuro, non resta che percorrere la salita a piedi: una ripida mulattiera di quasi tremila gradini, immersa nel terrazzo naturale delle cascate dell’Acquafraggia.

La fatica è però ripagata da un posto magico che conserva un fascino fuori dal tempo.  A caratterizzare Savogno sono le mura in pietra e gli stretti loggiati in legno di origine medievale, i vicoli e le stradine di ciottoli e la natura incontaminata. Un particolare curioso è la netta distinzione tra abitazioni a più piani e le stalle.

Soprattutto d’estate, il borgo è meta di visitatori ed escursionisti, che possono rifocillarsi al rifugio Savogno di recente costruzione.

Le cascate dell´Acquafraggia si trovano a Borgonuovo di Piuro, piccolo comune della Val Bregaglia.

Il torrente Acquafraggia nasce dal pizzo di Lago a 3050 msm. Scendendo verso il fondovalle percorre due valli sospese, ambedue di origine glaciale, l´una sui duemila e l´altra sui mille metri di altitudine.

L´Acquafraggia forma quindi una serie di cascate, di cui quelle più in basso, con il loro doppio salto sono le più suggestive. Si capisce così l´origine del nome Acqua Fraggia, da “acqua fracta”, cioè torrente continuamente interrotto da cascate.

Leonardo da Vinci, al servizio del duca effettivo di Milano Ludovico il Moro, fu in Valchiavenna  con lo scopo di verificare il comportamento del fiume Mera che, all’epoca, prima di gettarsi nel Lago di Como, si mischiava con l’Adda, di cui Leonardo stava studiando la navigabilità. 

Per impedire il turismo di massa in una zona naturalistica molto importante come questa, a partire dal 1 giugno 2021,  si pagherà un ticket di accesso per le cascate nel fine settimana, che saranno recintate.
Mentre per i residenti della Valchiavenna l’accesso alle cascate sarà gratuito. A fine estate le recinzioni saranno tolte.


SAVOGNO: il paese fantasma e il sentiero dei 3000 scalini – Servizio a cura di Tele Paolo67

Fonte : “”in-Lombardia”