a cura della Redazione GreenMe

Il nostro cervello è plasmato dalla natura per superare le ferite amorose, ma non è possibile dare una data di scadenza precisa. Quando una storia importante finisce, ci vuole un certo tempo per riprendersi. Nessuno potrebbe ragionevolmente pensare di superare il dolore della rottura in un giorno o una settimana. Ma “quanto tempo ci vuole per dimenticare e superare?” è una domanda che si sente ripetere da più parti, soprattutto da coloro che mesi o addirittura anni dopo si ritrovano ancora nel gorgo della tristezza e si vedono anche derisi da amici e parenti per la loro ostinazione.
Il mondo della scienza e della divulgazione non si tirano indietro rispetto a questa domanda e cercano di fornire risposte rassicuranti.
In particolare, gli scienziati della Saint Louis University (USA), conducendo studi approfonditi sul comportamento umano, hanno scoperto che il nostro cervello è fatto per dimenticare, ovvero per disinnescare il ricordo anche delle storie d’amore più belle.
L’amore, come è noto, crea nel cervello una dipendenza simile a quella delle droghe e secondo questi ricercatori, una volta trascorso un breve periodo di “astinenza”, le diverse regioni cerebrali si muovono congiuntamente per contenere i danni e dirigerci verso un nuovo amore, una nuova appagante droga naturale.
Gli scienziati, nel paper divulgativo allegato alla loro ricerca, sostengono di aver scoperto a livello neurologico la conferma del concetto popolare che “il tempo guarisce tutte le ferite”.
Sì, ma quanto è questo tempo?
Su questo tema le proposte, spesso non scientifiche, si moltiplicano. L’ipnotista e scrittore inglese Paul McKenna è autore di una risposta molto consolatoria, che ha avuto una certa risonanza mediatica ma non ha nessuna base concreta: secondo lui, in tre mesi (90 giorni) siamo pronti a lasciar andare il passato e ci ritroviamo guariti dal dolore e dai ricordi; almeno da quelli più violenti.
Anche se il nostro cervello è effettivamente settato per “autoripararsi” dal dolore nel minor tempo possibile, è irrealistico cercare di stabilire un tempo minimo e massimo per liberarsi dal peso di un amore finito. Questo gli scienziati lo sanno, e il buon senso lo conferma.
Quello che è sicuro, e che è bello sapere, è che al contrario di quanto si pensi nei momenti più bui niente dura per sempre e questo non dipende dalla forza di volontà o dall’intervento cosciente. Che il tempo necessario per ripartire sia di un mese o un anno, la cosa accadrà inevitabilmente e quasi in automatico, senza neppure bisogno di particolari interventi da parte nostra che non siano cura del sé e pazienza. Questa è la vera buona notizia!
La seconda buona notizia è che, se aggiungiamo alla predisposizione naturale un po’ di impegno, possiamo fare ancora prima.
Se infatti si evita di:
- Contattare l’ex in qualsiasi forma e per qualsiasi motivo
- Tenere a portata di mano oggetti che ricordano la relazione passata
- Isolarsi
- Concentrarsi sul ricordo lasciando perdere lavoro, hobby e viaggi
il processo di “guarigione” potrà essere un po’ velocizzato. In ogni caso, vietato fissare dei termini temporali o addirittura degli obiettivi, neanche si trattasse di una dieta, e vietato colpevolizzarsi se l’ex, dopo quattro o cinque mesi, non è ancora completamente dimenticato.
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