a cura di Vlad l’Opinionista


Salve,ho concluso l’ultimo intervento citando il Festival di Sanremo.
Beninteso che tornero’ a parlare della televisione e di come ci allieta la vita, ma oggi rivolgo la mia attenzione,e spero la vostra, ad un un campo simile: la musica leggera.

Cerchero’ di spiegarvi e spiegarmi come siamo potuti arrivare a questo punto di mediocrita’(?), facciamo pure squallore artistico e creativo dei nostri giorni.
Non la faro’ tanto lunga anche se ci sarebbero da evidenziare tutte le ragioni di questa caduta verticale.
Cominciamo col dire che,come per il peggioramento della TV,uno dei motivi principali e’ da ricercare nello scadimento socio-culturale in atto negli ultimi decenni.
Coloro che pilotano i gusti musicali,specialmente quelli dei giovani,hanno capito da tempo che era molto piu’ semplice confezionare prodotti a basso livello,purche’ ben pubblicizzati,che continuare a cercare di produrre musica vera.

Vado a spiegare.
I ragazzi nati dal 2000 in poi non conoscono,nelle maggior parte dei casi,altro tipo di musica e quindi hanno adottato spontaneamente quella che viene loro astutamente propinata.
Portare al successo personaggi senza alcun talento ne’ voce e’ diventata prassi normale.
Quei pochi cantanti che realmente cantano si sono dovuti creare una cerchia limitata di fan.
Il discorso si potrebbe allargare ulteriormente.
Prendiamo, per fare un esempio solo per iniziare,un genere che va per la maggiore:il rap.
Importato dall’America,si presume,come tante altre cose negative che prendono piede,consiste nel presentare un tizio,molto piu’ spesso uomo,che con una serie di frasi poco comprensibili ci racconta una storia.La cadenza e’ sempre uguale,una specie di cantilena moderna.
In sottofondo,quando va bene,ci sono due frasi musicali ripetute fino alla nausea.
L’artista,meglio se di colore,si presenta con un abbigliamento che definire eccentrico non rende minimamente l’idea.Vestiti vistosi,anelli e collane a volonta’,occhiali rigorosamente scuri,insomma tutto lascia pensare che stiamo guardando un protettore o uno spacciatore.
Questi quelli d’oltreoceano.I rapper nostrani offrono lo stesso scadente prodotto musicale,non dimentichiamo che sono li’ per cantare,ma talvolta con un look piu’ moderato.
Anche loro ci raccontano ,con strofe sempre dalla stessa metrica,sconclusionate e non di rado sgrammaticate,poiche’ questi li capiamo,i problemi dei giovani,il malcontento sociale(senza questi “artisti” come faremmo a ricordarcelo?) e a volte se la prendono con” le donne il tempo ed il governo”.
La musica che accompagna queste loro esternazioni e’ uguale come struttura a quella dei “colleghi”americani.
I giovani e qualche meno giovane si sentono coinvolti,non fa nulla se non riescono nemmeno lontanamente a canticchiare il motivo, tanto possono supplire con la mimica delle mani.
L’argomento e’ vasto,mi fermo qui per oggi e vi do il tempo di metabolizzare quanto ho scritto.
A breve il seguito.


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