di Felice Nicotera


Il centro storico di Napoli, autentico luogo dell’anima, è il più grande d’Europa ed è la zona più turistica, vera e ricca di storia della città. In esso sono racchiusi 27 secoli di illustre passato, dai primi insediamenti greci del VII sec. A.C., a tutte le epoche che hanno caratterizzato la città di Napoli: centro della Magna Grecia, epoca romana, bizantina, normanna, sveva, angioina, aragonese, borbonica.
Vi si trovano stradine strette dove il tempo sembra essersi fermato, antiche botteghe, sedi universitarie, chiese, musei, monumenti, scavi, palazzi storici e siti archeologici che sono diventati patrimonio dell’UNESCO nel 1995.

Nell’intera città storica, che fa riferimento ad un territorio più vasto rispetto al centro storico, si riconosce il pregio di una straordinaria concentrazione di punti di interesse: a tal proposito nel 2017 la BBC definì Napoli come «la città italiana con troppa storia da gestire». La particolare unicità del centro storico di Napoli sta nella conservazione quasi totale e nell’uso dell’antico tracciato viario di epoca greca.

Nel cuore del centro storico di Napoli, lungo il decumano maggiore, è ubicato al n. 362 il Palazzo Spinelli di Laurino. Lo storico edificio, costruito nel XV secolo, porta con sé un’affascinante storia che intreccia realtà e leggenda. Noto per aver ospitato il poeta umanista Giovanni Pontano, il palazzo fu restaurato nel 1767 dal Duca di Laurino, Troiano Spinelli (da cui ha preso il nome). Ai lavori di restauro – che hanno reso l’edificio così come è oggi – hanno partecipato Ferdinando Fuga e l’architetto Ferdinando Sanfelice, famoso per le sue scalinate a doppia rampa. A subire grandi cambiamenti fu soprattutto il cortile: l’originaria pianta quadrata fu trasformata in uno spazio ellittico che, con i suoi due meravigliosi busti romani, le sue dodici statue allegoriche e gli otto medaglioni mitologici, costituisce un tributo alla romanità. Si tratta dell’unico cortile a Napoli con forma ellittica. Un orologio, una statua della vergine e i busti di due imperatori romani completano il coronamento. Sul portone d’ingresso del palazzo è presente una maestosa aquila con le ali spiegate, sul cui petto è scolpito lo stemma dei Laurino e dei Tuttavilla di Calbritto, famiglia a cui apparteneva la moglie di Troiano Spinelli.

In questo palazzo sono state girate alcune scene di tre film ambientati a Napoli, Giallo napoletano di Sergio Corbucci (1979), La Pelle di Liliana Cavani (1981), tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte, e Maccheroni di Ettore Scola (1985), interpretati, fra gli altri attori, da Marcello Mastroianni che nel cast del secondo film si accompagnava ad altri interpreti come Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Carlo Giuffrè e Peppe Barra, mentre nell’ultimo vi erano Jack Lemmon e Isa Danieli.

Il Palazzo Spinelli è caratterizzato da una leggenda. Si racconta che l’edificio sia abitato dal fantasma di Bianca, una bimba rimasta orfana e adottata dal Duca di Laurino. Bianca era una bambina bellissima e dolcissima, e aveva un ottimo rapporto con il duca. Rapporto che però non piaceva alla moglie Lorenza. La marchesa, una donna crudele e cinica, era gelosa per le grandi attenzioni che suo marito dedicava alla bambina. Per questo motivo, la prese al suo servizio facendola diventare sua damigella. Si narra che poco prima della partenza per la guerra, il Duca Spinelli si recò dalla tirannica moglie per salutarla, ma lei non gli rivolse alcun cenno di considerazione. Così il gentiluomo, uscendo dalla stanza di corsa e pieno di rabbia, si ritrovò ad incrociare attraverso lo specchio lo sguardo dolce della bella Bianca, che si trovava lì per pettinare sua moglie. Lo sguardo innocente e pieno di compassione della bambina fece innervosire la marchesa Lorenza, la quale decise di punire Bianca facendola murare viva nella sua stanza. Si dice che la bambina, prima di essere lasciata al suo destino, pronunciò queste ultime parole: “Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje”.

Da allora, il fantasma di Bianca sembra che ancora oggi Bianca vaghi per le stanze del palazzo, e che sia stata vista piangere sulle scale.

Lo spettro preannuncia gioie e disgrazie: ha una veste bianca e nel caso di sventura si presenta con il volto coperto da un velo nero.