a cura della Redazione “Italiacanora”



1973 (23a Edizione)
Giovedì 8, Venerdì 9, Sabato 10 Marzo 1973

Presentano: Mike Bongiorno e Gabriella Farinon
Orchestra: del Festival, Raymond Lefevre (ripetizione brani)
Totale brani: 30
Organizzazione: Elio Gigante, Gianni Ravera e Vittorio Salvetti

LA FORMULA
Una interpretazione per brano, 16 brani qualificati per la serata finale.
I brani selezionati erano 32 ma risultano esclusi:
Terra che non senti di Rosa Balistreri (risultato non inedito) e L’unica chance di Adriano.Celentano, dichiaratosi ammalato.


La crisi discografica colpisce anche il festival e questa edizione è contrassegnata da questa crisi. Il sindaco di Sanremo Pietro Parise si infuria tantissimo quando la Rai gli comunica la sua intenzione a trasmettere le prime due serate solamente via radio e l’ultima in Eurovisione televisiva. Ma i dirigenti rai non se la sentono di sospendere un programma di successo come “Rischiatutto” per mettere in onda un Festival che interessa a pochi telespettatori. Mantengono così la loro decisione. Sarà per questo che il clima è più calmo.


Endrigo canta indossando un golf e rinuncia alla giacca, Vecchioni senza cravatta e la Cinquetti indossando un abito scelto per le vie sanremesi il giorno prima. Organizzatore di questa edizione incolore è Vittorio Salvetti. A condurla c’è Mike Bongiorno e Gabriella Farinon che un sondaggio indica come la miglior conduttrice passata per il festival. Viene istituita una commissione composta da giornalisti che decreta “Elisa Elisa” il miglior brano in gara e Junior Magli e Milva i migliori interpreti della rassegna. Le canzoni selezionate sono trentadue ma si riducono a trenta successivamente; infatti questo festival è soprannominato “il festival del telegramma” in quanto due sono i telegrammi ricevuti durante il corso del Festival.


Il primo riguarda Rosa Balistreri, nota folk singer siciliana. Infatti alcuni sostengono che il brano da Lei proposto “Terra che non senti” non è inedito per cui non può gareggiare. La Rai conferma. Il secondo lo invia Adriano Celentano artista in gara con il brano “L’unica chance”. Celentano sostiene di essere malato di gastrite, a causa dei tanti nomi di prestigio non ammessi alla gara, per dar spazio a numerosi giovani sconosciuti che non godranno, a suo dire, della notorietà che il festival imminente dovrebbe dare un emergente; infatti il molleggiato aggiunge che un giovane può ottenere popolarità solo se affiancato a personaggi di spiccato successo che in questa edizione mancano. Conclude il telegramma scusandosi se questo festival sarà più pallido del solito per la mancanza della sua presenza. A ripetere i refrain si chiama il noto direttore Raymod Levrier. A dire vero c’è di tutto in questa edizione.


Debutta Christian De Sica che presenta un brano dal titolo “Mondo mio”. Tanti sono i gruppi presenti ma eliminati: Mocedades, i Pop tops ai vertici delle classifiche mondiali, i Jet (formazione composta da tre elementi dei futuri Matia Bazar) che si convertono al pop per presentare “Anika na o”, Le Figlie del vento che propongono la prima canzone “ironico-demenziale” del festival dal titolo “Sugli sugli bane bane” che pur non giungendo in finale salgono in hit parade.


Sergio Endrigo vince il premio della critica, ma non giunge in finale, Gigliola Cinquetti presenta un discreto brano di Claudio Mattone dal titolo “Mistero” ma non raccoglie il successo sperato ed anche la brava Lolita in gara con un pezzo scritto dal molleggiato non giunge in finale nonostante la validità del pezzo ed il suo sicuro piglio interpretativo. Debutto per Drupi che giunge ultimo con il suo brano “Vado via”. Questo brano però convince il pubblico non solo italiano ma anche iberico e francese regalando al cantante un successo inaspettato. Anche Tony Santagata rappresentante folk per eccellenza presenta un brano di sua composizione “Via Garibaldi” senza accedere alla finale. Tante sono le nuove proposte ammesse a questa edizione: Carmen Amato, Bassano, Alberto Feri, Alessandro ma non lasciano traccia. Le uniche due novità di rilievo sono date dal debutto di Roberto Vecchioni con la canzone “L’uomo che si gioca il cielo a dadi” dedicata a suo padre e Gilda Giuliani che con la sua voce tremula che ricorda molto quella della Piaf ottiene un clamoroso successo con la sua “Serena”.


Analizzando le canzoni giunte in finale, discreto successo lo ottengono i Camaleonti con la loro “Come sei bella” il duo di recente formazione composto da Wess e Dori Ghezzi che con la loro “Tu nella vita mia” conquistano i posti alti delle classifiche e Lara Saint Paul che propone un ottimo brano dal titolo “Una casa grande”. Brani minori vengono proposti da Donatello, Memo Remigi, Fausto Leali, Lionello, Anna Identici che nonostante questo accedono in finale grazie alla loro popolarità rispetto ai tanti giovani presenti. Debutto cantautoriale per Umberto Balsamo che presenta la sua incolore “Amore mio”, autore anche del pezzo cantato da i Ricchi e Poveri “Dolce frutto”.


Come già detto in precedenza Junior Magli interprete del brano “Povero” vince il premio della Commissione dei giornalisti accreditrati al festival, ma non raccoglie i voti delle giurie. Vince Peppino Di Capri con “Un grande amore e niente più” un delicato brano con atmosfere da night mentre in seconda posizione si piazza “l’altro Peppino” ossia Peppino Gagliardi con la sua melodica “Come un ragazzino”. Milva è la prima delle donne classificata e si piazza al terzo posto con la malinconica e struggente “Da troppo tempo” scritta per Lei da Giancarlo Colonnello. Le vendite dei dischi sono assai minori di quelle preventivate e lontane anni luce da quelle raggiunte nel decennio passato. Il festival non attira più. Discografici, editori cantanti sono tutti d’accordo con la sperimentazione di altri canali promozionali. Solo il Comune ha i suoi interessi. Sarà perché intorno gravitano sempre paste e pastette?