a cura della Redazione “Italiacanora”



1966 (16a Edizione)
Giovedì 27, Venerdì 28, Sabato 29 Gennaio 1966

Presentano: Mike Bongiorno con Paola Penni e Carla M. Puccini
Orchestre: Presenti 21 Direttori
Totale brani: 26
Organizzazione: Gianni Ravera

LA FORMULA
Due interpretazioni per brano, 14 brani qualificati per la serata finale.


Il Festival di Sanremo edizione 1966 si apre all’insegna di una viva battaglia tra melodia e beat. Numerose sono le canzoni che pervengono alla Commissione presieduta dal maestro Pino Calvi. (per l’esattezza 216). Una prima scrematura riduce le canzoni a trentacinque. La selezione definitiva le porta a ventisei. Tredici canzoni gareggiano per sera. Sei canzoni a serata accedono alla finale. Viene istituita una giuria composta da soli giornalisti che ha il compito di ripescare una canzone per sera tra le sette escluse. Per la prima volta la finale viene trasmessa in diretta per intero, in Eurovisione. Per la conduzione si stipula un contratto “D’oro” a Mike Bongiorno che si è distinto nelle precedenti edizioni supportato da Paola Penni ,una graziosa annunciatrice, e Carla Maria Puccini, valletta ed attrice alla ricerca di successo.

Mike Bongiorno raggiunge Sanremo in treno e nei corridoi sente parlare la Puccini con Renzo Arbore e Gianni Boncompagni anche loro alla volta di Sanremo in qualità di critici musicali di un loro programma radiofonico. La Puccini domanda loro qualche suggerimento per farsi notare ed attirare l’attenzione da parte del pubblico. Loro le suggeriscono un finto svenimento sul palco. Dunque lo mette in atto ,ma il serio e professionale Mike non crede a tutto ciò e facendo finta di niente continua la sua presentazione, smorzando l’interesse su questo mancato evento.

La direzione artistica è di nuovo affidata a Gianni Ravera. Non mancano dissensi sulle mancate ammissioni al Festival, soprattutto per Albano che avrebbe dovuto proporre un ottimo brano in tandem con Roberta Mazzoni, Maria Doris e soprattutto per Noris De Stefani, la cui presenza è addirittura pubblicata tra i nomi dei partecipanti ma il giorno dopo non compare più tra gli ammessi. Per quanto riguarda il lato artistico c’è un calo di interessi per il nutrito plotone degli artisti stranieri,mentre ci si concentra molto sui tanti artisti italiani in gara. Numerosi sono i cantautori in gara: Sergio Endrigo al suo debutto sanremese propone “Adesso si”, Edoardo Vianello che insieme all’introversa Francoise Hardy interpreta “Parlami di te”, Bobby Solo con un brano in tono minore dal titolo “Questa volta” e Gino Paoli che avrebbe fatto meglio a restarsene a casa con la sua pessima “La carta vincente” una delle canzoni più brutte della Storia del festival. Bruno Lauzi deluso dalla eliminazione dello scorso anno resta a casa ma scrive la delicata “Una rosa da Vienna” per Anna Identici, facilitando così la sua affermazione. Anche Memo Remigi resta a casa. Dapprima si vocifera sulla sua partecipazione, poi la casa discografica decide di assegnare il suo ottimo brano “Io ti darò di piu'” alla conturbante e sexy Ornella Vanoni che è affiancata dall’Orietta nazionale. Tale abbinamento solleva vespai di polemiche. Due artiste così diverse cantano la stessa canzone. Ma ambedue riescono a convincere i critici Ornella per la sua interpretazione sensuale ed Orietta per la sua intonazione perfetta (roba da far impallidire la stessa Ornella). I due cantanti che hanno diritto di partecipazione a questa edizione per aver vinto il Festival di Castrocaro sono Plinio Maggi cantautore siciliano che propone una raffinata interpretazione di un brano dal titolo “Io ti amo”, eseguito con bravura anche da Anna Marchetti, e Luciana Turina, cantante dalla voce possente come la sua stazza che propone l’energica “Dipendesse da me”.

Tante sono le primedonne da Milva che propone “Nessuno di Voi” ad Iva Zanicchi con tanto di caschetto per interpretare magistralmente una delle più belle canzoni di questa rassegna “La notte dell’addio”, a Wilma Goich affiancata dai Les Surfs per proporre la canzone scritta da Mogol “In un fiore” a Caterina Caselli che canta uno scatenato shake in coppia con Gene Pitney dal titolo “Nessuno mi può giudicare” che risulta essere uno straordinario successo di vendita.

Successo lo riscuote anche Adriano Celentano che apre con “Il ragazzo della Via gluck” il filone della canzone ecologista. Il molleggiato che ha rifiutato di interpretare il brano della Caselli, si presenta in coppia con un trio che fino all’ultimo non si sa da chi sarà composto. Si parla di Teo Teocoli e Milena Cantù, ma poi di loro neanche l’ombra. Discreto successo anche per Pino Donaggio e per la sua “la casa in cima al mondo” che viene ripetuta da Claudio Villa. Da segnalare anche la presenza di tanti gruppi: l’Equipe 84 capitanata da Vandelli che propone in divise di lattice bianco il brano “Un giorno tu mi cercherai”. The Renegades di cui leader è Kim Brown ripete la canzone in un italiano maccheronico ed incomprensibile, The Yardbirs che vanno in palco ubriachi tanto da non ricordare neanche una parola delle loro canzoni, rovinandole e Giuseppe Di Stefano internazionale tenore lirico che si cimenta con la leggera e Lucio Dalla che con giacca e cravatta presenta l’ironica “Paff Bum”. Discreto successo anche le due canzoni ripescate: “Così come viene” brano brioso proposto da Remo Germani e “Se tu non fossi qui” ben proposta da Peppino Gagliardi e da Pat Boone bel tenebroso idolo delle mamme. A vincere questa edizione, è sicuramente la melodia che prevale sul beat. La palma sanremese va a “Dio come ti amo” una bella canzone scritta e cantata da Domenico Modugno e ripetuta con raffinata grazia da Gigliola Cinquetti. Questa canzone se all’apparenza sembra la solita canzone melodica, presenta un’innovazione musicale: un testo libero da vincoli musicali. E Mister Volare rompe nuovamente gli schemi musicali cosi come aveva già fatto in precedenza con “Nel blu dipinto di blu”! Ma poi è davvero così tanto vecchio questo Festival?