a cura della Fondazione Umberto Veronesi e della Redazione “Mamma e Papà”


Le crisi di collera sono un modo impulsivo col quale il bambino esprime la rabbia. È normale, ma occorre insegnargli ad esprimere il suo disagio attraverso modi appropriati.

Che cosa sono le crisi di collera?

Le crisi di collera sono un modo impulsivo col quale il bambino esprime la rabbia. È normale che vostro figlio abbia a volte momenti di rabbia, ma dovete insegnargli ad esprimere il suo disagio attraverso modi appropriati.

Durante i primi anni di vita, quando vostro figlio non ha ancora strutturato il linguaggio, è necessario un contenimento fisico, in caso di rabbia intensa. Questo serve sia ad evitare che si scateni eccessivamente, sia ad impedire che faccia del male a se stesso o agli altri. Fate vedere che siete contenti quando riesce a controllare le crisi, quando è cooperante. Ricordate sempre che voi siete un modello per il bambino: evitate di sbottare o di arrabbiarvi in modo evidente davanti a lui. Non picchiatelo quando ha le crisi: il piccolo è già in grado di capire che non siete capaci di controllarvi.

A partire dai tre anni educate il bambino ad esprimere la sua rabbia; verso l’età scolare le crisi sono in genere rare, per rifarsi vive con più intensità nel corso dell’adolescenza. Allora però dovrete spiegare al ragazzo che gli atteggiamenti collerici sono dannosi alla sua immagine sia nei confronti degli adulti che dei compagni: ditegli di aspettare a dare in escandescenze per tenere sotto controllo la situazione. Un piccolo accorgimento: provare a farlo contare mentalmente fino a dieci, prima di rispondere arrabbiandosi.

Che fare in un bambino con frequenti crisi di collera?

  • Aiutate vostro figlio quando ha crisi di collera perché stanco o frustrato
    Se il bambino per qualsiasi motivo è nervoso, cercate in primo luogo di mostrare comprensione, infondetegli coraggio; andrebbero espresse frasi tipo: “so che è difficile, ma tu ce la farai”, “posso aiutarti?”. Alcune crisi possono essere prevenute, se eviterete che esegua compiti troppo difficili per la sua età o se farete in modo da semplificare certi compiti ai suoi occhi troppo impegnativi. Se ha saltato il sonno pomeridiano o ha partecipato ad una festa o ha in corso una malattia è meno in grado di far fronte a situazioni frustranti: in questi casi mettete il bambino a letto. Anche la fame può contribuire a scatenare una crisi: in tal caso proponetegli una merenda.
  • Ignorate le crisi dovute a motivi pretestuosi o a ricerca di attenzione
    I piccoli di solito fanno i capricci e vanno in collera per ottenere ciò che vogliono: mangiare prima di cena, stare coi genitori in momenti impossibili, volere una caramella, uscire col brutto tempo, vuotare un cassetto. Se vostro figlio si mette in un cantuccio a far capricci e non è pericoloso o distruttivo, potete anche lasciarlo da solo; se vi accorgete che sta per avere una crisi di rabbia, cercate di distrarlo in tempo, non cedete davanti alle sue pretese. Una volta che la crisi parte, è invece impossibile arrestarla. Prendetelo di forza e cambiategli posto, gli toglierete il palco dove sta “recitando”. Non cercate di farlo ragionare parlandogli, ma dite: “vedo che sei arrabbiato, ti lascerò solo fino a quando non ti sarai calmato, fammi sapere quando vuoi parlarmi”. Lasciate che riacquisti da solo il controllo; dopo la crisi siate cordiali, e comportatevi con normalità.
  • Non date peso ad alcune manifestazioni di collera quando 
    – piange, si agita, frigna per cercare attenzione; 
    – quando fa boccacce, smorfie, sbatte la porta: queste sono manifestazioni non gravi, specie se il piccolo è super controllato; 
    – quando si butta per terra o contro una porta o il muro: l’unica limitazione è il pericolo per la sua incolumità. Non  cercate di proteggere qualsiasi sua caduta volontaria perché questo lo renderebbe ancor più furioso; 
    – quando si fa prendere dalla rabbia fino a farsi mancare il respiro: se diventa blu (cianotico) o perde conoscenza  per pochi secondi (20-30 sec.), non subirà alcun danno.
  • Spostatelo fisicamente di posto se ha una crisi per rifiuto o per evitare qualcosa
    Se si rifiuta di obbedirvi per situazioni futili, tipo stare a letto o voler mangiare la merendina, non contrastatelo, in modo da evitare una crisi isterica. Se invece deve eseguire qualcosa di più importante, tipo andare alla scuola materna o andare a dormire, impedite che utilizzi l’isterismo per ottenere ciò che vuole. Potete cercare di impedire la crisi dandogli un preavviso di cinque minuti per smettere quello che sta facendo, senza che debba interrompersi bruscamente. Se invece il piccolo non sente ragioni e va in collera, lasciatelo sfogare per due – tre minuti, poi però cominciate a parlargli dicendo, per esempio: “so che vorresti giocare ancora, ma è ora di dormire”. Se continua, prendetelo anche di peso e portatelo a letto: siate risoluti e di poche parole nel fare queste cose, per non dare adito a ulteriori capricci.
  • Mettete il bambino in momentaneo castigo in caso di crisi di collera violente
    Certe volte la situazione è troppo a rischio di aggressività per ignorarla: conviene in questi casi portarlo e lasciarlo nella sua stanza per pochi minuti.
    Comportatevi in questo modo quando:
    – vi si attacca addosso per tutto il periodo della crisi, senza mollarvi;
    – cerca di picchiarvi durante la crisi: questo comportamento aggressivo richiede una risposta immediata da parte vostra;
    – lancia o danneggia qualcosa durante una crisi;
    – urla e sbraita a lungo;
    – ha una crisi di rabbia in luoghi pubblici tipo ristorante o chiesa: portate fuori vostro figlio poiché le altre persone hanno diritto di stare in pace.
  • Tenetevelo vicino in caso di crisi pericolose per la sua incolumità
    Davanti a situazioni a rischio, per esempio se si lancia all’indietro, bloccatelo, abbracciandolo: la perdita di controllo spesso lo angoscia maggiormente. Tenetelo tra le vostre braccia, ditegli che sapete che è arrabbiato e offritegli il vostro appoggio concreto. Placcatelo così finché sentite che il suo corpo tende a rilassarsi, circa 1-2 minuti, poi lasciatelo andare: questa modalità di conforto si rende necessaria raramente dopo i tre anni. Alcuni bambini richiedono di essere confortati, altri rifuggono dal genitore; in questo caso non insistete. Dopo una crisi in genere il bambino accetta di essere abbracciato: potete tranquillamente farlo, in quanto è una buona regola di comportamento.
  • Consultate il pediatra
    Se le crisi sono troppo frequenti, anche più volte al giorno o se il bambino ha problemi di comportamento correlati. In questi casi il medico potrà consigliarvi una consulenza psicologica adeguata al problema.

Articolo a cura del Dott. Leo Venturelli (pediatra)