a cura della Redazione Focus Junior


La capacità dei cani di comunicare con l’uomo attraverso lo sguardo varia con le razze: ad alcune viene meglio che ad altre. Secondo uno studio, dipende dal naso.

La forma del muso, ma anche età e razza influiscono sulla capacità del cane di comunicare con lo sguardo.

Chi condivide la propria vita con un cane lo sa bene: il rapporto tra un umano e il suo compagno peloso è fatto soprattutto di sguardi. A seconda che voglia le coccole o le crocchette, che ci inviti al gioco o ci chieda di uscire per una passeggiata, Fido ci guarda in modi diversi.

E la scienza lo conferma: il gioco degli sguardi tra cane e umano è parte fondamentale del rapporto, ed influisce in entrambi sulla produzione di ossitocina, un ormone che regola positivamente sulla sfera della fiducia e dell’affettività.

Secondo un team di ricercatori della Eötvös Loránd University (Ungheria), però, non tutti i cani usano lo sguardo allo stesso modo: alcune razze sono più predisposte rispetto ad altre nel comunicare con gli occhi. Il loro studio è stato pubblicato su Nature.

Guardami… I ricercatori hanno condotto uno studio su 125 cani adulti di razze ed età diverse, inclusi numerosi meticci. Gli animali sono stati sottoposti a diversi test comportamentali, tra cui uno dedicato proprio alla capacità di fissare gli umani. Il cane veniva premiato con un bocconcino prelibato ogni volta che instaurava un contatto visivo con il ricercatore.

Con il passare del tempo tutti i cani sono diventati sempre più veloci nel fissare l’umano negli occhi, ma alcuni di loro risultavano decisamente più tempestivi di altri e sostenevano il contatto visivo più a lungo.

Questione di naso. Secondo gli scienziati tra i vari fattori che incidono sulla capacità del cane di comunicare con lo sguardo ci sono la forma della testa e la lunghezza del muso. Cani con il naso corto come il boxer o il bulldog sarebbero più abili e veloci rispetto ai colleghi con il muso allungato, così come, in generale, i meticci e i cani più giovani sarebbero più propensi ad instaurare il gioco di sguardi con l’uomo.

I ricercatori non hanno indagato, almeno per ora, se anche nell’uomo la lunghezza del naso abbia qualche relazione sulla capacità di comunicare con il cane.