a cura di Carlo Nicotera


Caetano Veloso nasce a Salvador de Bahiail 7 agosto 1942. E’ uno dei principali artisti brasiliani, se non il più importante tra i contemporanei. A lui, sin dagli inizi della sua carriera, è toccato il compito di ricomporre la tradizione musicale brasiliana e proiettarla nel futuro.

Se l’esordio in coppia con Gal Costa (Domingo del ’67) appare come una tardiva estensione della bossanova, già con il secondo disco Caetano elettrifica la MPB (sigla che sta per Musica Popolare Brasiliana) e la arricchisce di elementi provenienti dalla cultura pop, dal cinema – suo grande amore – dalla letteratura (Pessoa, Proust, Wilde, la scuola modernista di San Paolo), elaborando così una nuova estetica,e avviando la rivoluzione del Tropicalismo.

Il disco manifesto TROPICALIA, realizzato con la complicità di Gilberto Gil, gli ‘Os Mutantes’ di Rita Lee, Tom Zé, il poeta Torquato Neto ed altri concretizza la filosofia onnivora della nuova musica brasiliana che da allora non sarà più la stessa. il movimento tropicalista ha anche il merito di riscoprire alcuni miti del passato: l’icona un pò sbiadita di Carmen Miranda; Carlos Gardel mito del tango argentino; Noel Rosa, compositore degli anni’30 etc. Nel corso della sua carriera Caetano approfondirà tutto ciò perdendo in alcuni periodi impeto ‘rivoluzionario’ ma guadagnando nella qualità delle composizioni e delle interpretazioni. La voce timida degli inizi acquisterà col tempo sicurezza, sensualità e lo avvicinerà ben presto alle vette interpretative del suo grande maestro Joao Gilberto. Miracolosamente tra le mani di Caetano tutto questo bagaglio di influenze musicali e la sua attitudine multiculturale risulta alla fine estremamente naturale perché egli è figlio di una cultura autenticamente popolare come quella bahiana tutta intrisa di sapori d’Africa. Dorival Caymmi, decano della musica bahiana, aveva già cantato lo splendore delle spiagge di Salvador, del cibo locale, venerato tutto l’olimpo del Candomblé, Yemanjà in testa, in una serie di canzoni che riescono ad essere molto di più che semplice folklore. Caetano riprende tutto ciò e costella le canzoni di riferimenti agli Orixàs e ai culti del sincretismo religioso rinnovandone il valore culturale. Altro aspetto rilevante della sua figura è il ruolo di ‘testa pensante’, di fine polemista, rivestito sin dagli inizi quando pagò personalmente con il carcere alcune sue posizioni sgradite alla dittatura militare (“Proibido Proibir” è una testimonianza del clima rovente di quegli anni). Gli anni dell’esilio a Londra sono testimoniati da alcuni dischi in parte cantati in inglese che lasciano trasparire malinconia per la lontananza più che tracciare nuove strade. Sarà il ritorno in patria a ridargli nuova linfa con un album dal vivo assieme a Chico Buarque, poi l’album JOIA con curiose rivisitazioni beatlesiane fino al suo primo grande successo commerciale, BICHO, del ‘75 contenente “Um Indio”, inno visionario al riscatto del popolo indio (“Verrà impavido come Mohammed Alì, tranquillo ed infallibile come Bruce Lee”), “Leonzinho”, ritratto del suo amico bassista dai lineamenti felini, in forma di filastrocca nordestina. Quindi la parentesi con i ‘Doçes Barbaros’, ovvero Gilberto Gil, Gal Costa e la sorella Maria Betanhia, con un infuocata tournée e nuovi guai giudiziari per Gilberto Gil trovato in possesso di marijuana.

Nel ’77 un album carnevalesco, MUITO CARNAVAIS, tutto dedicato al trio elettrico, bizzarro autocarro dotato di altoparlanti che le folle di Salvador seguono danzando per le strade. I dischi successivi mostrano un artista sempre più padrone dei propri mezzi espressivi e con un elevato potere incantatorio. Infatti CINEMA TRASCENDENTAL, OUTRAS PALAVRAS e CORES NOMES sono pieni di episodi riuscitissimi diventati poi classici del suo repertorio (“Menino do Rio”, “Queixa”, etc.). Nell’86 viene pubblicato un disco dal vivo in cui, col solo accompagnamento della chitarra, Caetano esegue tra l’altro un fado di Amalia Rodriguez con un divertente accento portoghese, un tango di Gardel e “Totalmente Demais” che testimonia il suo legame con la scena ‘new wave’ brasiliana degli anni ’80, soprattutto lo scomparso Cazuza, figura molto amata dalla gioventù brasiliana. Per ritrovare il Caetano avanguardista dei primi anni bisogna arrivare all’89 con ESTRANGEIRO, quando inizia il sodalizio artistico con Arto Lindsay, bizzarra figura dell’avanguardia newyorkese, nelle vesti di produttore. Poi Circulado riesce, come spesso accade nelle opere di Veloso, a conciliare gusto per la ricerca con una specie di gioia primitiva. Arrangiamenti scarni, poche tastiere, qua e là la chitarra elettrica di Arto Lindsay a dare un tocco ‘rumoristico’ alle dolcezze della voce che comunque canta anche il lato buio della realtà urbana del Brasile. Nella conclusiva “Lindeza” appare anche Riyuchi Sakamoto a dare un tocco magistrale a questo ennesimo omaggio lunare del suo canzoniere. Il disco CIRCULADO VIVO è in qualche modo una celebrazione della sua carriera, ma anche un tributo a maestri ed amici. C’è “Chega de saudade”, la prima bossanova, quel minuto e 59 secondi che mutarono il corso della musica brasiliana; un ‘sambinho’ di Carmen Miranda che dopo i successi ad Hollywood rivendicava la propria brasilianità cantando: “Dicono che sono tornata americanizzata”…ma sull’album c’è spazio anche per Michael Jackson (“Black or white”), Gardel (“Mano a mano”), Bob Dylan (“Jokerman”), Roberto Carlos, (il re della canzone brasiliana che ai tempi dell’esilio gli dedicò “Debaixo dos caracois do seus cabelos”), Djavan (“Oceano”), e poi per alcuni suoi gioielli: “Vocè è Linda”, “Sampa”, etc. Per l’anniversario dei 25 anni dalla nascita del movimento tropicalista Caetano e Gil registrano TROPICALIA 2, partendo da alcune nuove canzoni e riadattando alcune vecchie cose. “Haiti”, affascinante rap a-la brasiliana, “Cinema novo” che celebra l’omonimo movimento cinematografico capeggiato da Gabriel Rocha; significativo ancor più oggi che il cinema in Brasile è praticamente defunto, soppiantato dalle tele-novelas. Il progetto FINA ESTAMPA, che arriva nel 1994, è composto di canzoni esclusivamente in spagnolo, canzoni della memoria, quelle che Dona Cano, sua madre, gli cantava durante la sua infanzia e quelle che Caetano ascoltava per radio a Santo Amaro. E’ il lato più melò della sua produzione, con gli archi arrangiati dal fido violoncellista Jacques Morelembaum che già da CIRCULADO in poi aveva dato un tocco classicheggiante al tutto. Si passa da “Contigo en la distancia”, bolero cubano che anche la nostra Mina aveva già interpretato, a “Vuelvo al sur” di Piazzolla-Solanas, esemplare del profondo sentimento esistenziale degli argentini. Fina Estampa ao Vivo, con grande orchestra sul palco, aggiunge al precedente alcuni gioielli brasiliani d’annata che completano il quadro della memoria. Del 1997 è il letterario LIVRO, mentre l’anno successivo esce il live PRENDA MINHA Nel 1999 pubblica un disco dall’autoesplicativo titolo OMAGGIO A FEDERICO E GIULIETTA, dedicato a Fellini e a sua moglie Giulietta Masina. Negli anni successivi le pubblicazioni più importanti sono NOITES DO NORTE, (dedicato alla bossanova), il LIVE IN BAHIA, e sopratutto A FOREIGN SOUND, disco dedicato alla rilettura della musica anglosassone, da Bod Dylan ai Nirvana. Nel 2012 la Nonesuch pubblica il documento sonoro di un suo concerto del 2004 alla Carnegie Hall in compagnia di David Byrne, amico e collaboratore di lunga data.
Nel 2012 viene pubblicato A TRIBUTE TO CAETANO VELOSO, disco tributo all’artista che vede la partecipazione tra gli altri di Beck e Devendra Banhart. Tra fine 2012 e inizio 2013 esce ABRACACO, album di inediti che chiude la trilogia iniziata con CE. A febbraio 2013 partecipa al festival di Sanremo come ospite dove si esibisce assieme al pianista Stefano Bollani.