a cura della Redazione di “Guida fumetto italiano”


“Alabarda spaziale!” “Maglio perforante!” Se non riconoscete queste grida di battaglia probabilmente siete alieni provenienti da un altro pianeta.

Sono tratte, ovviamente, dalla serie Ufo Robot Grendizer, arrivata in Italia prima col titolo Atlas Ufo Robot poi trasformato in Ufo Robot Goldrake, nata in Giappone nel 1975. È la casa di produzione Toei Animation a commissionarla a Go Nagai e al suo studio, Dynamic Planning, che ne realizza anche un manga (seguito, nel corso degli anni, da altri fumetti).

Esiste una brevissima versione a colori di quel primo manga di Goldrake che ben pochi hanno visto, sia in Italia sia in Giappone. Si tratta di un albo di 28 pagine, formato comicbook, dal titolo Ufo Robot Gren-Dizer. Realizzato dalla casa editrice Kodansha a fine anni Settanta, non è mai stato messo in vendita. È, infatti, un sample promozionale, un albetto in inglese da consegnare ai potenziali partner commerciali esteri perché si facciano un’idea della serie.

Nelle sue tavole viene raccontato sommariamente l’arrivo di Duke Fleed (o Duke Freid per usare la traslitterazione dell’albo in questione) sulla Terra e il suo primo combattimento con un mostro di Vega. La narrazione è stringata, ma sufficiente a fornire un quadro del personaggio, dell’ambientazione, del robot. Le tavole somigliano molto a quelle iniziali del manga ufficiale, ma non sono le stesse. Sono state infatti ridisegnate e le vignette riassemblate in modo da essere più numerose in ogni pagina. Inoltre la colorazione è abbastanza pacchiana.

Tra l’altro, a guardarlo bene, col suo formato più grande rispetto a un manga e i suoi colori un poco “avventati” ricorda le edizione nostrane di Goldrake, in particolare quell’Atlas Ufo Robot (delle Edizioni Flash) che nel 1978 fece capolino nelle nostre edicole per restarci fino al 1982. Anche se lo stile di Nagai è tutt’altra cosa…

Tornando all’albetto nipponico, per quel che ne sappiamo l’esperimento non dovrebbe aver portato a nessuna edizione estera a colori, mentre quella pubblicazione per addetti ai lavori è stata dimenticata da tutti. O quasi…

Fonte : “Guida del fumetto italiano” – articolo di Davide Castellazzi


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