a cura della Redazione di “Curiosando”


Voxson è un’azienda italiana del settore dell’elettronica di consumo, in particolare di apparecchi televisivi. Nel secondo dopoguerra fino alla fine degli anni settanta, è stata fra le maggiori aziende a livello nazionale ed europeo nella produzione di apparecchi radiofonici e televisivi. 

Fu fondata nel 1952 a Roma dall’ing. Arnaldo Piccinini, con la denominazione FARET, acronimo di Fabbrica Apparecchi Radio e Televisione S.p.A..

La sede legale della società si trovava in via Crescenzio nel quartiere Prati, mentre l’attività industriale della ditta si svolgeva in un grosso capannone che si trovava in via di Tor Cervara, e tale attività iniziò con la costruzione delle radio e dei televisori. Questi apparecchi distribuiti sul mercato con il marchio Voxson, ebbero un immediato successo già a partire dal 1953, le radio a valvole Dinghy e Starlet. Nel 1957, vennero lanciati il modello Zephir, prima radio a transistor di produzione italiana, e il primo televisore con cinescopio corto 110 gradi. Notevoli le produzioni anche nel settore dell’autoradio, che iniziarono con il modello Vanguard del 1959, con la caratteristica antenna nello specchietto retrovisore.

Fu negli anni del boom economico, e cioè alla fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta, che Voxson divenne uno dei più noti marchi dell’elettronica di consumo, conquistando importanti quote di mercato in Italia, e successivamente anche all’estero. In seguito, la produzione, oltre alle radio, autoradio e televisori, si estese anche ai giradischi e verso la fine del decennio pure ai mangianastri. Inoltre, la realizzazione estetica dei modelli Voxson si avvalse della collaborazione dei più importanti designer italiani, fra i quali spiccava Rodolfo Bonetto. Data l’espansione commerciale e il conseguente aumento di addetti e di produttività dell’azienda, fu ampliato lo stabilimento di Tor Cervara, e nel 1967 venne trasferita la sede legale della società, che assunse la nuova denominazione Voxson S.p.A.. Nello stesso periodo venne costituita anche una filiale estera, a Parigi con il nome di Voxson France S.A., per potenziare la distribuzione nei paesi dell’Europa centrale e settentrionale. Nel 1969 l’azienda contava 1.800 dipendenti, divenne il 12mo produttore mondiale nel settore dell’elettronica e registrò un fatturato di 11 miliardi di lire. La commercializzazione dei prodotti Voxson avvenne in oltre 30 paesi, affermandosi in modo particolare in Spagna, Gran Bretagna e Germania.

Nel 1971, il presidente Piccinini cedette la società, e il suo 50 per cento venne rilevato dalla multinazionale EMI, casa discografica britannica, che investì in questa operazione ben 3 miliardi di lire, mentre il possesso del restante 50 per cento era diviso tra RCA Italiana e Agip, ma di fatto la proprietà passava alla EMI, che successivamente rilevò altre quote della Voxson arrivando a possederne l’81 per cento. Con l’avvento di questa nuova proprietà, l’azienda proseguì nella produzione di televisori e autoradio, mentre cessò di quella delle radio portatili, sostituendola alla nuova produzione di amplificatori, diffusori e impianti stereofonici ad alta fedeltà. Ma allo stesso tempo ebbe inizio il periodo di crisi della Voxson, visto che nel 1975 la EMI era intenzionata a chiudere la fabbrica, poiché la società romana aveva accumulato un passivo nel bilancio di 5 miliardi di lire. Altre ragioni che molto probabilmente spinsero la multinazionale inglese a decidere di chiudere la Voxson, erano riconducibili ad una sorta di impossibilità di rinnovarsi tecnologicamente, soprattutto per quel che riguardava la produzione degli apparecchi televisivi, visto che il continuo rinvio dell’introduzione della televisione a colori da parte delle istituzioni competenti, impediva all’azienda romana di produrre apparecchi per la ricezione delle trasmissioni a colori.

Questa situazione avvantaggiava ancor più i concorrenti stranieri, e Voxson vide contrarre le proprie quote nel mercato nazionale ed estero dei televisori. Discorso diverso comunque valeva per l’autoradio, settore nel quale Voxson riuscì ancora a competere mantenendo la sua quota di mercato attorno al 20 per cento in Italia.

L’ipotesi della chiusura dello stabilimento fu scongiurata dall’intervento del Ministero dell’Industria che decise di mediare affinché la società fosse ceduta. Nello stesso anno fu trovato un acquirente, e l’azienda venne ceduta all’imprenditore romano Amedeo Ortolani. Intanto, nel 1977, Voxson, lanciò l’autoradio Tanga NS, versione nuova del modello del 1970, estraibile e costruita interamente in plastica, che indubbiamente riscosse un enorme successo in quel periodo, a cui fecero seguito i modelli Mostro e Boccardino. Successivamente venne attivata la produzione dei televisori a colori in larga scala anche se già nel 1970 la Voxson aveva prodotto il modello “6704 C” da 26 pollici (designer Rodolfo Bonetto) che appare sul n.493 – dicembre 1970 – del periodico “Domus” fondato e diretto da Gio’ Ponti … prodotto non sfruttabili in quanto, in Italia, il segnale a colori arriverà, appunto,  diversi anni dopo ! Nel 1985 vi furono molte incertezze sul futuro della società. L’acquisto da parte della Vidital (società costituita dalla ITT Corporation e dalla REL ) non si concluse a seguito dell’offerta dell’americana Toreson Industries. Nel settembre 1987, le attività produttive della società cessarono definitivamente, e la fabbrica venne chiusa. Nel dicembre 1987, venne costituita la nuova società da parte di REL(la finanziaria pubblica per il salvataggio dell’ elettronica nazionale di consumo) e Toreson (divenuta nel frattempo socio di minoranza), con la denominazione Nuova Voxson S.p.A., per la sola produzione degli home computer.

Ma nel 1990, la situazione rimaneva ancora immutata per la mancata applicazione del piano industriale. La Nuova Voxson non fu mai operativa; venne posta in liquidazione fino alla sua chiusura avvenuta nel 1994. Alla fine degli anni novanta, la vecchia fabbrica di Tor Cervara, ormai dismessa da anni, viene acquistata dalla società finanziaria Fincentro Uno, controllata dall’imprenditore Francesco Di Stefano. L’edificio viene ristrutturato e nel 1999 viene inaugurato un importante centro di produzione televisiva e cinematografica, che prende il nome di Centro Europa 7. Negli anni 2000, Di Stefano acquista anche il marchio Voxson, creando una nuova società denominata Voxson Europa S.p.A. di cui la Fincentro Uno ne è proprietaria al 100 per cento. Dopo oltre un decennio di assenza, nel 2004 il marchio Voxson è ritornato nel mercato italiano dell’elettronica di consumo con i televisori LCD e CRT, i lettori DVD e i condizionatori, prodotti nel Sudest Asiatico, importati e distribuiti con il marchio dell’azienda romana.

Curiosità :  

  • Nel 1967, Voxson fu la prima in Europa a produrre lettori Stereo 8 con il modello Sonar.
  • Alla Voxson è legato il nome dell’emittente televisiva Tvr Voxson, fondata dalla stessa azienda.
  • Con i suoi ventimila metri quadri di superficie, attualmente l’ex fabbrica Voxson ospita gli studi televisivi più grandi d’Europa.