Per quanto ancora continuerà a farci paura questo virus maligno che ci tormenta e la vita ci rende dura per il mutar della sua natura?

 
 UN BARLUME DI SPERANZA  
  
 Solitario men vado, mi specchio in vetrina,
 guardandomi dico:- sto morbo è una rovina;
 Non è la benda sul volto a farmi sì penare,
 ma questa incertezza nel poterlo arginare.
 
 Ahimè! Quanto male ‘sto virus ci ha fatto,
 ci ha bendata la bocca ed ostruito l’olfatto.
 Or che si camuffa mutando la sua struttura,
 aggredendo i giovani, mi fa ancor più paura.
  
 Ascoltiamo ogni giorno illusorie promesse
 ma le discrepanze poi rimangono le stesse  
 e poiché sulla salute non c’è da risparmiare,
 furbetti e ciarlatani continuano a speculare.
  
 La luce s’intravede, si comincia a sognare,
 or gli occhi della gente ritornano a brillare.
 Solamente coloro che la crisi l’han vissuta
 stima n’han del valore della libertà riavuta.
  
 Pur remissivi, abbiam gli ostacoli superati
 vagando solitari in strade o luoghi appartati.
 Sto essere invisibile, nato per fare il matto,
 per l’intero mondo già assai danni ha fatto.
  
 Il virus ammorbante ci ha tenuti in clausura
 ed ha negato ai defunti una degna sepoltura.
 Da ‘sto virus maledetto siam stati segregati
 a fare gli eremiti ed a dover vivere timorati.
  
 La bramata fiducia torna ad esser presente  
 ed allontana l’incubo del male dirompente;  
 si riaprono porte blindate del viver austero,
 vi è libertà di spostarsi per il mondo intero.  
  
 Questo morbo silente ci ha reso dura la vita,
 ma la tremenda paura con il vaccino è finita.  
 Ora, riabbracciarci possiamo senza timore
 ed attingere dalle labbra il nettare d’amore.
  
 Forse tacer saprò e vorrei pur io sbagliarmi, 
  ma sarà quest’incubo ancora a tormentarmi.
 Sto virus malevole che danni ci ha arrecato,
 di sicuro per decenni non verrà dimenticato.
  
 La speme si è riaccesa, ora è lecito sognare,
 ci vuole ancor cautela, non è dato sbagliare;
 ci vuol tanta pazienza e necessita prudenza,
 poi c’è da sperare nella Divina provvidenza. 

Le Poesie di “Guido Mancini”

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