a cura della Redazione di Club50-Plus


Esistono almeno tanti tipi di relazioni, quanti sono gli uomini o le donne che entrano a far parte della nostra vita sentimentale: quella che fa soffrire, quella che ti fa sorridere, quella che ti fa pentire, quella del buon sesso, quella seria che potenzialmente potrebbe durare per sempre.

Oltre a queste, capita talvolta di essere coinvolti in una relazione on-off, le così dette relazioni “tira e molla”, caratterizzate da un altalenante cambiamento di emozioni e sentimenti: oggi innamorati perdutamente, domani acerrimi nemici. Questi continui alti e bassi portano la coppia a separarsi ciclicamente, talvolta in modo doloroso, per poi tornare nuovamente insieme. E il gioco ricomincia da capo.

Come nascono le relazioni on-off?

Gli indicatori tipici di questo tipo di relazione sono essenzialmente tre:

–       Ci sono uno o due elementi di congiunzione tra i partner.

–       Ci sono diversi fattori di disgiunzione tra i partner.

–       Uno o entrambi i partner tendono ad essere dipendenti uno dall’altro.

Gli elementi di collegamento risultano spesso essere la sessualità o il profondo bisogno di avere un partner. La dipendenza è di solito motivata dalla paura della perdita, dall’idealizzazione del partner e dall’intensità emotiva con cui ci si sente legati.

In genere, in queste relazioni on-off i partner si trovano su posizioni diverse  anche in molte situazioni della quotidianità: a lei piace uscire, lui è più pantofolaio, manca la condivisione delle amicizie e degli hobby, gli interessi dell’altro vengono ignorati o svalutati, ci sono differenze di posizione riguardo temi politici o sociali, ecc. ecc.

Con tanto combustibile sul fuoco non c’è da stupirsi se ogni tanto si arrivi a un’esplosione. Non tutti i litigi però portano a una rottura vera e propria, limitandosi a dar luogo a periodi di silenzi, broncio e di ripicche, componenti logoranti  tipici di un rapporto on-off.

Chi si trova coinvolto frequentemente relazioni on-off, spesso ha vissuto i problemi matrimoniali dei genitori o si tratta di individui con problemi di autostima che stanno affrontando una difficile fase della loro vita.

Perché è così difficile che uno o entrambi i partner si accorgano che l’altro in realtà non è adatto o che la relazione è malata?

Di solito è il processo di idealizzazione dell’altra persona a far sì che, se si verifica una rottura, i litigi e i conflitti vengano rapidamente dimenticati. Si guarda il partner attraverso lenti rosate dell’amore considerandone solo gli aspetti positivi e, quando è così per entrambi, allora è facile arrivare a una riconciliazione. Purtroppo però, spesso non passa molto tempo prima che i problemi ricomincino.

Riparare una relazione o separarsi?

Che un amore on-off possa trasformarsi in un amore solido dipende dai casi e soprattutto dalla volontà di entrambi i partner di arrivare a una relazione armoniosa. In questo caso, non è raro che si decida di andare in terapia di coppia per lavorare sui problemi personali e comuni.

Quando invece, è solo uno dei partner a voler “riparare” la relazione, allora diventa più difficile, in quanto non si può arrivare alla soluzione dei problemi comuni passando da una sola delle parti.

In casi estremi di relazioni on-off, può succedere che uno dei partner venga sfruttato e manipolato emotivamente. La separazione rimane dunque l’unica soluzione. Ma anche in questo caso, le vittime on-off dovrebbero cercare aiuto o almeno ripensare criticamente i propri modelli di relazione prima di cercare un altro partner, soprattutto se, in passato, si sono sono trovate ripetutamente a confrontarsi con relazioni difficili o non equilibrate.

Come uscire da una relazione on-off.

Spesso, molte delle persone colpite che mostrano strutture di dipendenza rimangono invischiate in questo tipo di relazione molto a lungo. Le battaglie emotive, gli alti e bassi e le riconciliazioni spesso appassionate possono degenerare in una vera e propria dipendenza.

Le sensazioni che “questa volta potrebbe funzionare”, “devo solo cambiare io” o “lui/lei deve fare questo e quello, poi si risolverà” diventano pensieri comuni su cui riporre la speranza.

Se la donna, l’uomo o entrambi hanno una bassa autostima, entrano anche in gioco le paure di non potersi più innamorare in futuro o di dover rimanere soli con la propria sofferenza.

Le persone oltre i 50 anni, in particolare, si confrontano spesso con il timore di non riuscire più a conoscere nessuno “dopo” e, solo per questo motivo, continuano a tenersi stretto il partner.

Quando però il compagno/a non è disposto a venire a patti con la situazione o a partecipare a una consulenza di coppia, l’unica opzione rimane la separazione. Infatti, anche se riconosciamo nell’altra persona aspetti positivi e piacevoli, i continui litigi e stress emotivi devono bastare a decidere di allontanarsi.

Dopo la fine di un rapporto di questo tipo, gli psicologi raccomandano di astenersi totalmente dal contatto con l’ex per almeno tre mesi. Lo stato di dipendenza dall’altra persona, la tendenza a cedere alla nostalgia e al romanticismo, necessitano di tempo per sparire e permettere alla psiche e alla mente di tornare ad avere una visione obiettiva della realtà.

Dopo la separazione, si può finalmente tirare un sospiro di sollievo, ritrovare sé stessi tornando a vivere e superando piano piano il dolore.

Psicologi e terapisti di coppia concordano sul fatto che in ogni caso non sia opportuno iniziare a cercare un nuovo partner subito dopo una rottura, che ha sempre bisogno di tempo per essere elaborata, specialmente se è stata emotivamente stressante e dolorosa.

Fonte : Club50-plus.it – art. a cura di Emilia31


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