a cura della Redazione di Club50-Plus


Nonostante le cifre che non si esprimano a favore del matrimonio – quasi un’unione su due finisce in divorzio – sono decine di migliaia le persone divorziate o rimaste vedove che non esitano a rimettersi insieme ogni anno. Secondo l’Istituto Nazionale di Studi Demografici, rappresentano circa il 20% delle unioni annuali.  In che modo, per citare Freud, “i secondi matrimoni sono spesso migliori dei primi”

Cosa rende un secondo matrimonio diverso dal primo?  E quali regole bisogna seguire per offrirgli una reale opportunità di successo?

Primo matrimonio: un fragile equilibrio tra vincoli e ideali.

L’immagine idealizzata della vita a due è in parte dovuta all’evoluzione delle rappresentazioni della coppia nel corso della storia. Tradizionalmente il matrimonio si basava su due pilastri: la procreazione e l’amore pacato tra i coniugi. Lo storico Philippe Ariès sottolinea che dal XVIII secolo, ” in Occidente si è affermato gradualmente un ideale matrimoniale che richiede ai coniugi di amarsi, o di fingere di amarsi come amanti”. Secondo Ariès, questa logica avrebbe confuso, assimilandoli, l’amore passionale e l’amore coniugale. 

A onor del vero, la vita quotidiana purtroppo tende ad ampliare il divario tra sogno e realtà. Per definizione, i giovani sposi devono impegnarsi non solo nel processo di costruzione delle basi emotive della coppia, ma anche nella creazione di una famiglia con la nascita dei bambini e delle necessarie basi materiali: carriera professionale, patrimonio, ecc.  Si tratta quindi di un modello molto strutturato e teso al futuro. La razionalità, che spesso prende il sopravvento ed è accompagnata da una routine restrittiva, finisce per prevalere sul legame puramente emotivo e sentimentale, mettendo in secondo piano gli ideali iniziali. 

La genitorialità, d’altra parte, sebbene regali momenti meravigliosi, è anche fonte di stress e “ruba” tempo e intimità alla coppia, costringendola a diventare, come meglio può, un buon team per gestire i numerosi e spesso vincolanti obblighi quotidiani.

Infine, il matrimonio si accompagna spesso all’idea di giovinezza, di nuove esperienze e scoperte da fare insieme. Se vengono a mancare le ultime due, la coppia diventa a rischio. Come scrive Sylvie Angel, psichiatra e psicoterapeuta di coppia: “Molti dei primi matrimoni falliscono perché i coniugi non hanno avuto il tempo di costruire la propria identità, e dal fatto che quando si è molto giovani si discute poco o niente dei progetti familiari o dei principi di ciascuno”. 

Secondo matrimonio: un’unione spesso serena e più riuscita.

Le condizioni con cui ci si approccia a un secondo matrimonio non sono sempre ideali: da una parte ci sono ancora le cicatrici della rottura precedente destinate a non scomparire mai del tutto, i figli e la famiglia del nuovo coniuge, cui si aggiungono spesso difficoltà finanziarie, d’altra parte ci sono anche alcuni vantaggi.

Prima di tutto, ci si arriva con alle spalle un’esperienza di convivenza. Generalmente si riescono ad accettare meglio i difetti dell’altra persona perché nel frattempo ci è potuti rendere conto di essere noi stessi ben lontani dalla perfezione! Pur rimanendo esigenti sulla qualità della relazione, si è più concilianti e si evita di accumulare tensioni dannose. D’altra parte, dopo una prima relazione, sappiamo che tipo di personalità ci si addica o meno e siamo meglio in grado di rivolgerci alla persona “giusta” che potrà garantire il nostro sviluppo personale. Ci si conosce meglio non solo a livello psicologico, ma anche a livello fisico. Abbiamo più esperienza sessuale, capiamo meglio il nostro corpo, il che ci permette di affermarci ed esprimere più chiaramente i nostri bisogni.

Per la maggior parte delle persone, l’esperienza di un secondo matrimonio sposta l’accento dalla genitorialità alla coniugalità. Se si hanno ancora dei figli di cui prendersi cura, se ne divide la custodia con il vecchio partner, guadagnando più tempo da dedicare alla nuova relazione. Se invece i figli sono già cresciuti ci si può finalmente dedicare a una relazione d’amore esclusiva, basata sul ‘noi due’.

Per un (secondo) matrimonio di successo …

La prima esperienza, sebbene fallimentare, ci può regalare una migliore conoscenza di noi stessi, che è una delle chiavi per un futuro di successo.

È però necessario fare un buon lavoro introspettivo, per cercare di capire perché la relazione non abbia funzionato. Non serve attribuire esclusivamente la responsabilità all’altra persona, ma è necessario analizzare anche le nostre reazioni, prendendo atto, dove necessario, che a volte siamo stati troppo esigenti con il nostro partner o che non l’abbiamo tenuto abbastanza in considerazione e che la spirale negativa in cui è precipitata la coppia possa essere stata in parte provocata anche da noi.

Prima di fare un nuovo passo, è fondamentale aver processato interamente la fase del lutto per la passata relazione, cancellando quanto più possibile le ferite legate alla separazione e sentirsi veramente distaccati dal partner precedente che non deve avere più alcuna presa su di noi. Questo processo è ovviamente più complicato quando la vecchia coppia ha dei figli e si deve pianificare una famiglia mista. Infine, imparare a fidarsi di nuovo, anche se abbiamo avuto esperienze traumatiche o tradimenti, e riuscire a esprimere chiaramente le nostre aspettative e ciò che invece riteniamo inaccettabile, è anche una un elemento importante per ricominciare serenamente.

Per concludere, un’idea un po’ provocatoria che mi hanno ispirato i miei vicini di casa qui a Monaco:  per mantenere viva la fiamma dell’amore, anche dopo aver pronunciato il secondo “sÌ” davanti al sindaco, perché non decidere di vivere comunque separati, incontrandosi solo quando lo si desidera?

Fonte : Club50-plus.it – art. a cura di Emilia31